Nonostante un divieto di «svolgimento di attività commerciale che dia luogo all'accensione di fuochi» lungo tutto il percorso del fercolo, nel quartiere Antico Corso le attività non si sono fermate. «La via non è inclusa nell'elenco dei divieti dal Comune», spiega Daniele, un lettore che ha anche presentato un esposto sull'annoso tema dell'abusivismo nella zona. Guarda le foto
Gli arrusti e mancia non si fermano per Sant’Agata «Nell’ordinanza del sindaco manca via Plebiscito»
«Vietati nei giorni 4 e 5 Febbraio lungo tutto il percorso del fercolo e siti e vie limitrofe sotto indicate, lo svolgimento di qualunque attività commerciale che dia luogo all’accensione di fuochi con bombole e bracieri finalizzate ad attività di vendita e consumo di alimenti». Ad affermarlo è una ordinanza del sindaco di Catania Enzo Bianco, emessa dal Comune di Catania giorno 30 gennaio. Un divieto che, però non sembra essere rispettato in uno dei punti centrali nel cosiddetto giro esterno del 4 febbraio, ovvero la via Plebiscito. «Sono ormai anni che questa forma di abusivismo va avanti nel quartiere Antico Corso esattamente in via Plebiscito nel tratto che va da via Martoglio a via Lago di Nicito», scrive un lettore del nostro giornale, Daniele – nome di fantasia-, che fa notare anche una «ambiguità: nel provvedimento del sindaco sono indicati i divieti in piazza Duomo, via Dusmet, piazza Giovanni XXIII, viale Libertà, via Umberto, piazza Stesicoro, salita Cappuccini, piazza della Borsa. Al posto di via Plebiscito, di piazza Risorgimento, di piazza Palestro c’è invece un generico vie adiacenti», spiega il lettore. «L’ordinanza è da intendersi valida su tutto il percorso, come specificato nell’ordinanza», ribatte l’assessore alle Attività produttive del Comune di Catania Angela Mazzola. In via Plebiscito, però, ordinanza valida o meno, le attività di arrusti e mangia vanno avanti senza sosta.
Daniele, che abita proprio su via Plebiscito, riferisce comunque di una situazione ben nota in città, e che non inizia e non finisce con la festa di Sant’Agata. Sul tema ha anche presentato un esposto alla procura generale, al sindaco, ai carabinieri e alla questura. «Tutto è cominciato circa 10 anni fa – scrive il lettore nell’esposto -, e via via si è andato espandendo velocemente grazie alle amministrazioni che non hanno dato attenzione al problema e non lo hanno contrastato. Le attività in questione sono una decina, e alcune di queste attività non hanno neanche la licenza, i marciapiedi e la sede stradale vengono invasi oltre che da tavoli e sedie anche da frigoriferi, fari e cavi di corrente, e spesso il personale è in nero. Spesso i vigili chiamati a intervenire hanno avvertito prima i commercianti del loro arrivo».
Daniele ricorda anche due episodi: «Ricordo un deputato regionale del Mpa che andò anche ad inaugurare una di queste trattorie, nella zona vicina alla Torre del Vescovo. Inoltre – prosegue nel suo esposto -. Addirittura nel 2008 un uomo titolare di una di queste trattorie, ha minacciato con una pistola un operatore del 118 che bloccato non poteva passare impegnato in una operazione di soccorso su di un’ambulanza. L’uomo fu poi fu arrestato», conclude.