Giuseppe Bandieramonte, Angelo Lapiana, Silvio Calandrino e Michele Faro. Sono i protagonisti del blitz Differenziata a San Pietro Clarenza. Nei retroscena ci sono tutti gli elementi del gossip di paese. Compreso l'«appartamentino per le serate goliardiche»
Gli appalti per i rifiuti, il sindaco e le crisi di nervi «Se faccio la guerra, attaccunu a menzu Comune»
«La guerra porta solo morti… Anche picchì se io faccio la guerra poi attaccunu a menzu San Pietro Clarenza. Quindi è meglio ca’ mi staiu mutu e cerco di ottenere anche un minimo. Io sono l’unica persona che lo può mandare a casa a questa persona […] Picchì annunca pensu ca nun finisci mancu ‘st cinq’anni. Anzi, pensu ca’ i finisci a qualche autra banna». Ci sono volte in cui i nervi saltano a tutti, pure ai più fedeli collaboratori. I nervi di Silvio Calandrino, ai domiciliari da ieri, saltano il 22 ottobre 2018. Parla al telefono con la fidanzata, lei gli dice che spera, un giorno, che tutto quello che sta facendo gli servirà a qualcosa, e lui risponde che a qualcosa dovrà servire per forza.
Ha visto, per esempio, che la Srr (Società regolamentazione rifiuti) di Catania sta conferendo degli incarichi per controllare la raccolta rifiuti nei Comuni di competenza. E uno di quei posti potrebbe andare a lui. Anzi, dovrebbe. E se così non fosse, ci pensa lui a mettere sull’attenti il sindaco clarentino Giuseppe Bandieramonte, adesso arrestato e detenuto in carcere. Lui, del resto, col primo cittadino è sempre così disponibile: quando Bandieramonte ha bisogno che qualcuno scenda a Catania, in via Sabato Martelli Castaldi, a prendere un suo cugino, Calandrino risponde: «Ora vediamo a chi lo posso domandare. Oppure ci vado io?».
I retroscena dell’operazione Differenziata della procura di Catania, a tratti, somigliano al pianerottolo di un condominio. Gli elementi del gossip di paese ci sono tutti: c’è la gola profonda, cioè il comandante dei vigili urbani di San Pietro Clarenza, Antonio Pappalardo. È lui che per primo va a denunciare il presunto sistema di corruzione legato agli appalti della ditta della nettezza urbana Progitec. C’è l’avversario politico che racconta (de relato) di avere sentito di un «appartamentino a Giardini Naxos a disposizione (non si sa tramite chi, ndr)» di alcuni uomini vicini al primo cittadino «per le loro seratine goliardiche». C’è la segretaria comunale troppo ligia al dovere, tanto il sindaco ne attende con ansia il trasferimento in un altro Comune. C’è perfino il dipendente della Progitec che lavora nell’ufficio comunale, mentre il responsabile è impegnato al bar della figlia, ed è talmente di casa da ricevere il pubblico e da stampare, per l’utenza, i documenti richiesta. C’è la compagna del sindaco, assunta nell’impresa al servizio del Comune. C’è praticamente un bignami sul funzionamento di certe pubbliche amministrazioni nella provincia etnea.
Calandrino lavora per la Progitec di Angelo Lapiana (in carcere anche lui), la ditta che ha ottenuto, dal 2015 al 2018, una lunga serie di affidamenti del servizio di igiene urbana nel Comune guidato da Bandieramonte. Ordinanze contingibili e urgenti firmate dal primo cittadino, che avrebbero dovuto essere redatte dal geometra Michele Faro. Quest’ultimo, però, quando non era in ufficio avrebbe lasciato campo libero all’amico Silvio Calandrino: «Mi ricordava il sindaco che oggi scade l’ordinanza», dice l’uomo al dipendente comunale, al telefono. L’ordinanza è l’ennesima, sempre contingibile e urgente, per affidare la raccolta della spazzatura alla Progitec in attesa della gara d’appalto. «E allura? Chi boli?», replica Faro. Il documento è pronto, sostiene il geometra, «devi cambiare solo la data […] anziché agosto, devi mettere settembre. Nel file “le ordinanze” c’è l’ultima, la puoi copiare precisa precisa». E se non è sul computer, dovrebbe essere dentro alla carpetta che c’è sulla scrivania, quella dell’Aro (ambito di raccolta ottimale).
Fintanto che la questione resta interna al Comune di San Pietro Clarenza, aggiustare le carte sarebbe stato facile. La situazione si complica quando Progitec vince l’affidamento del servizio integrato San Pietro Clarenza-Camporotondo Etneo. Perché in quel caso c’è da discutere con un nuovo responsabile, quello dell’altro Comune, fin troppo ligio al dovere. Il funzionario di Camporotondo avrebbe notato che nelle fatture della Progitec venivano indicati importi per servizi extra non effettuati. «Semu quasi a decimila euru menu, e iddu ancora continua», si lamenta Angelo Lapiana al telefono con il sindaco. «Cerchiamo di ragionarcela un po’ questa situazione», risponde Bandieramonte. «Sì, ‘mbare – prosegue l’imprenditore – Non so se c’è modo di fargli capire come funziona». Il sindaco prende l’impegno e organizza un appuntamento con l’impiegato Comune vicino, concordando la linea con il titolare di Progitec. A quest’ultimo, però, la solerzia del dipendente pubblico sembra non andare giù. E continua a discuterne, stavolta con Calandrino: «Ti dico che la colpa è sua – gli spiega in dialetto – È che lui si eccita, scende e fa i sopralluoghi». Dice Lapiana: «È il suo carattere».