Diventa dirigente a Palazzo degli elefanti solo due anni fa, dopo un contestatissimo concorso. Oggi arriva il salto di qualità, in coincidenza con il ritorno del centrodestra al Comune di Catania e la ritrovata ribalta dei riferimenti politici di una vita
Giuseppe Ferraro, da Firrarello al sindaco Pogliese Il capo di gabinetto: «Non sono una nomina politica»
C’è l’Europa nel suo curriculum, ma anche l’ex Provincia di Catania e Palazzo degli elefanti, il luogo del salto di qualità. Una carriera snodatasi nel segno di un legame fortissimo con il duo politico che oggi, a pochi mesi dalle delusioni elettorali che sembravano esser state un duro colpo, ha rialzato la testa. Il nome di Giuseppe Ferraro, il capo di gabinetto scelto dal neosindaco di Catania Salvo Pogliese, viene da anni accostato a quelli dell’ex senatore Pino Firrarello e del suo genero, ex sottosegretario, Giuseppe Castiglione. Ma stavolta la politica, a sentire il dirigente del Comune di Catania reclutato dall’ex sindaco Enzo Bianco, non c’entra. «La mia nomina non è un premio e nemmeno un calcolo da bilancino della politica», dichiara Ferraro a MeridioNews mentre si allontana dal palazzo, al termine della sua prima giornata di lavoro nella nuova veste. Dopo la rottura con Beppe Spampinato, Bianco aveva assegnato al ruolo Gianluca Emmi, rimasto in sella fino all’addio dell’ex ministro.
Che però le ossa, Ferraro, se le sia fatte sotto l’ala protettiva dei brontesi è un dato di fatto, risalente già agli anni da consigliere comunale e assessore, in quota Forza Italia, nella natia Linguaglossa. In seguito arrivarono le nomine a capo di gabinetto di Castiglione alla Provincia e da assistente all’Europarlamento di Giovanni La Via. «Sono rapporti che ho avuto che tutti conoscono, ma adesso non li sento da anni», precisa colui che affiancherà da vicino il primo cittadino Pogliese almeno fino a dicembre 2018, data di scadenza dell’incarico conferitogli oggi. «Poi il sindaco potrà anche fare altre scelte, prendendo anche altri dirigenti. Al momento – ragiona – ha solo scelto un nome che aveva già esperienze nel ruolo, restando sempre nel novero dei dirigenti esterni in forza al Comune». Tutto da dimostrare dunque, nonostante le voci insistenti, il nesso fra la nomina e gli alfaniani tornati alla ribalta. I candidati di Firrarello e Castiglione, rientrati in FI prima delle Politiche, hanno fatto bottino pieno alle ultime Comunali. Due i consiglieri d’area eletti, traino per la possibile designazione assessoriale di un altro fedelissimo, Massimo Pesce.
All’esplodere del chiacchiericcio, comunque, Ferraro è abituato. Proprio il suo ingresso a Palazzo degli elefanti fu assai contestato. La sua precedente vita politica venne tirata in ballo dopo la vittoria di una selezione bandita dall’amministrazione Bianco nella primavera del 2016. Ferraro, candidato giudicato idoneo, rientrò nella terna che si aggiudicò i posti da dirigente amministrativo in ballo, mentre restarono fuori candidati valutati come ottimi. Davanti alle domande di MeridioNews, rispose con la stessa fermezza di adesso: «Tutte le modalità di selezione sono pubblicate sul sito, rispondetevi da soli». Nessun caso oggi come allora, a sentire Ferraro che prova a ricondurre il tutto nella logica dell’ordinaria amministrazione: «Non prenderò un euro in più rispetto al mio normale stipendio e lavorerò per due, si tratta di una scelta fatta per una fase breve, transitoria, che valorizza una risorse già presente nell’ente», conclude.