Un documento del 20 luglio scorso chiarisce la posizione della Facoltà a proposito della sede decentrata di Ragusa: c'è disponibilità a continuare, ma servono una nuova convenzione e risorse finanziarie adeguate
Giurisprudenza, la mozione del Cdf
Il preside di Giurisprudenza, prof. Vincenzo Di Cataldo, ci ha inviato il testo della mozione del Consiglio di facoltà del 20 luglio scorso, che volentieri pubblichiamo. La mozione precisa meglio la posizione della Facoltà di Giurisprudenza – esposta dallo stesso Preside in Senato Accademico – in relazione alla questione della sede decentrata di Ragusa.
“Il Consiglio di Facoltà, consapevole di aver dato vita con serietà ed impegno ad un’esperienza didattica ed umana di grande rilievo presso la sede decentrata di Ragusa, ribadisce la propria piena disponibilità all’attivazione del corso di laurea in Giurisprudenza nella sede decentrata di Ragusa anche per l’anno 2010-2011 e successivi, come risposta ad una giustificata domanda del territorio, supportata da un elevato numero di iscrizioni.
Ribadisce inoltre che condizione per l’attivazione del corso di laurea in Giurisprudenza presso la sede di Ragusa, anche per l’anno 2010-2011 e successivi, sono la stipula di una nuova convenzione e la messa a disposizione, da parte del Consorzio, di risorse finanziarie adeguate, che possono essere quantificate in circa tre milioni di euro per anno.
Per il caso il Consorzio mettesse a disposizione dell’Ateneo risorse sufficienti a finanziare non tre corsi di laurea (Lingue, Agraria e Giurisprudenza), ma solo due di essi, e non indichi quali attivare a quale disattivare, il Consiglio, pur esprimendo il proprio rammarico per la chiusura di un’esperienza nella quale ha creduto e per la quale si è speso, non può che rimettersi alla valutazione espressa dall’Ateneo attraverso i suoi organi collegiali, secondo la quale i due corsi da attivare prioritariamente sono quelli di Lingue ed Agraria.
Corrispondentemente, per questa ipotesi, il Consiglio chiede al Magnifico Rettore ed all’Ateneo di garantire il rientro nella sede di Catania dei docenti incardinati presso la sede di Ragusa, a carico totale dell’Ateneo, e senza incidenza sui piani di sviluppo della Facoltà.”