Una nobildonna discendente da un’antica famiglia palermitana, militante del Partito comunista fin dai suoi 18 anni. Giornalista, scrittrice, attivista politica, ma figura poco nota del giornalismo italiano e della storia siciliana.
Giuliana Saladino comincia a conciliare la passione per l’impegno politico e la scrittura occupandosi della condizione femminile nel dopoguerra. Redattrice di punta del quotidiano di Palermo L’Ora, scrive anche della ricostruzione mai avvenuta dopo il terremoto nel Belice, degli emigrati e – inevitabilmente – di mafia, concentrandosi in particolare della scomparsa del collega Mauro De Mauro. Per raccontare una vita che s’intreccia a più riprese con le vicende più importanti dell’ultimo secolo dell’isola, un gruppo di giovani filmmaker ha realizzato un documentario dal titolo Giuliana Saladino, come scrive una donna. «Ci siamo appassionati alla sua storia e attraverso lei abbiamo affrontato le tematiche più ostiche che hanno interessato la Sicilia», spiega la produttrice Chiara Scardamaglia. Assieme ad Andrea Zulini, Laura Schimmenti, Gianluca Donati e Marco Battaglia forma la società di produzione palermitana Playmaker.
Giuliana Saladino – come scrive una donna TRAILER 1’37” from Playmaker Produzioni on Vimeo.
Il documentario, 71 minuti, ha ricevuto anche il
patrocinio della Regione Sicilia ed è stato presentato a ottobre alla nona edizione del festival Italian doc screenings. Ma per permettere una diffusione più capillare dell’opera, i membri della casa di produzione hanno lanciato una campagna di crowfunding. A pesare, oltre alle spese di realizzazione dei dvd, sono i pagamenti per i diritti d’autore di alcuni dei filmati utilizzati. «Puntiamo a raccogliere quattro-cinquemila euro e ci siamo dati come scadenza gennaio, poi valuteremo», precisa Chiara Scardamaglia.
«Abbiamo conosciuto la nipote di Giuliana e abbiamo letto i suoi libri editi da Sellerio», racconta la produttrice.
Cinquant’anni di battaglie e di evoluzioni personali, quelle che la stessa Saladino chiamava «reincarnazioni». Dalla piccola undicenne che faceva la carità ai poveri alle rivoluzioni del dopoguerra; dalla cronista battagliera – «rapace come sono tutti i giornalisti» – alla cinquantenne con la paura degli scippi e le abitudini che la fanno sentire «molto siciliana».
Per meglio rendere la sua complessità, gli autori del documentario hanno pensato a tre diversi livelli narrativi. Il primo è quello legato alla sua vita, con le testimonianze di quanti l’hanno conosciuta e gli stessi articoli pubblicati dalla giornalista. Il secondo riguarda la città nella quale ha vissuto, Palermo, e l’isola intera nel periodo tra gli anni ’40 e ’90 e portata sullo schermo grazie a preziose immagini d’archivio. Il terzo livello è quello di più ampio respiro, nel quale le singole relazione con i cari di Giuliana Saladino interagiscono con il corso delle vicende da lei vissute e riprodotte grazie ai disegni animati di Giulia Barbera. «Ci ha dato modo di raccontare cinquant’anni di storia della Sicilia», conclude Scardamaglia.
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