Incontro con il sottosegretario allUniversità Modica. Puntare ai dottorati sarebbe la soluzione per 'svecchiare' luniversità. Se ne parla assieme a tanti professori ma pochissimi giovani
Giovani, talento e università. In una parola: dottorati
Un incontro per parlare del mondo accademico con un uomo duniversità. Così viene definito – dal rettore Recca – Luciano Modica, sottosegretario all’Università di origini catanesi ed ex rettore dellAteneo di Pisa. Un occasione per parlare dei problemi delluniversità italiana e di quali sono le misure che il Governo intende attuare nei suoi confronti, mettendo da parte per un giorno la finanziaria.
Ad un Aula Magna gremita si è rivolto il prof. Recca ieri sera durante lincontro Giovani, talento e nuova università per presentarne lospite donore, definita come una persona in grado di poter rappresentare lambiente accademico. Dopo i ringraziamenti dei padroni di casa, i presidi di Lettere e Lingue Iachello e Famoso e quelli della coordinatrice, la prof. DAmico, il prof. Modica ha illustrato le linee guida presenti nel programma del centrosinistra riguardo la formazione accademica.
Quattro i punti centrali. I giovani: luniversità italiana è vecchia. Letà media dei docenti è sopra i 50 anni afferma il Sottosegretario. E se i docenti sono in età avanzata, anche la platea di studenti giovani va sempre più assottigliandosi. Ununiversità vecchia in un Paese vecchio, così viene sintetizzata la situazione. Il talento è il secondo punto. Bisogna ritornare a valorizzare la meritocrazia poiché le disuguaglianze sono tanto più ridotte quanto sono valorizzati i talenti. Il primo passo fatto in tal senso dal Governo è stata listituzione di unagenzia nazionale di valutazione. I risultati rappresentano il terzo punto. Infatti secondo il prof. Modica dobbiamo premiare i buoni risultati, non le buone promesse. Il punto finale riguarda la ricerca libera, che nasce dallinventiva e dalla voglia di sapere.
Il dottorato di ricerca è il luogo nel quale si incontrano secondo lex Rettore tutti e quattro i punti. Viene poi rivolto un invito affinché la regolamentazione che norma i dottorati venga snellita e si attenga allunico articolo di legge che la regola, larticolo 4 della legge n. 210 del 1998. Accesso e importo delle borse sono infatti regolati da ciascun ateneo e quindi vengono esortati i rettori a investire maggiormente. Bisogna avere chiari gli obiettivi incoraggia Modica, e bisogna affidarsi alle linee guida del Ministero e dellUnione Europea. Proprio lUnione ha stilato quelli che sono stati chiamati i principi di Salisburgo, ossia le linee guida che dovrebbero ispirare i dottorati. Grado massimo dellistruzione universitaria, devono essere il veicolo dellinnovazione.
Gli interventi dei presenti (tra i quali alcuni presidi dellAteneo catanese e molti professori a contratto e di ruolo) nella parte finale dellincontro, indicano una voglia di internazionalizzazione e di multidisciplinarità dei dottorati e inoltre si fanno riferimenti al carico didattico (definito successivamente proibitivo dal prof. Modica e per il quale è previsto un alleggerimento).
Limportanza della valutazione, la possibilità di poter diventare professori universitari a 30 anni e una ricerca attiva che abbia come propulsore i giovani è la ricetta, forse un po utopica almeno per il momento, per ridare slancio al mondo accademico. Peccato che ad un incontro dedicato proprio ai giovani, di questi non ce nera quasi lombra.