Giarre, zucco per la fine del comitato pro ospedale La Rosa: «Non faremo più da stampella al sindaco»

Il comitato cittadino per l’ospedale di Giarre ha platealmente bruciato i propri manifesti in piazza Duomo, durante il rituale ceppo natalizio del 24 dicembre. Uno zucco – così è chiamato il tradizionale falò nei paesi della fascia ionica etnea -, che non ha nulla di propiziatorio, ma che annuncia la fine delle attività di protesta da parte del gruppo di cittadini. Il gesto, spiegano i membri del comitato in una dura nota, è fatto in polemica contro «chi decide di non lottare, che è complice del nostro declino». E tra questi ci sarebbe l’amministrazione comunale guidata da Angelo D’Anna, che non avrebbe fatto abbastanza per la riapertura del pronto soccorso nell’ospedale San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro, trasferito nel 2015 insieme alla maggioranza dei reparti ad Acireale per via del piano di rifunzionalizzazione regionale. 

«Siamo stanchi di fare da stampella al sindaco D’Anna, dal quale ci aspettavamo molto di più», spiega il componente del comitato Angelo La Rosa. Secondo l’attivista, che è tra i 35 rinviati a giudizio per aver per avere manifestato sui binari della stazione di Giarre contro la chiusura del pronto soccorso del Comune ionico, «né il sindaco, né il senatore Pippo Pagano, né il deputato regionale Marco Forzese, che pochi giorni fa ha presentato una tardiva interrogazione all’Ars, hanno fatto nulla di concreto. Probabilmente pensano solo alle elezioni». La dimostrazione dell’inazione dei politici locali, secondo La Rosa, sarebbe «la nomina di Giacomo Benenati a direttore del Distretto Sanitario di Giarre». Benenati, già assessore alla Cultura al Comune di Giarre nella giunta di Roberto Bonaccorsi, è ritenuto vicino al segretario di Sicilia Futura Nicola D’Agostino, acese, circostanza che per La Rosa è «un ulteriore smacco alla cittadinanza, e la prova che il destino di Giarre si decide ad Acireale o a Catania. Intanto la città si sta impoverendo: anche per la mancanza dell’ospedale chiudono continuamente negozi». 

La scelta di concludere con un plateale falò le attività del comitato ha però anche a che fare con «la mancanza di qualunque attestazione di vicinanza per la vicenda del rinvio a giudizio», spiega La Rosa. Che però rivolge le maggiori critiche ai suoi concittadini: «Ci stanno mettendo i piedi in faccia da ogni punto di vista, ma tutti i cittadini dal primo all’ultimo che sono bravi solo a lamentarsi senza agire». Secondo il componente dell’ormai ex comitato per l’ospedale «i giarresi sono tutti leoni da tastiera. I social network devono essere dei mezzi, non un fine. Molti sono convinti che bastino. Spero non si debbano rendere conto dell’importanza di un pronto soccorso quando ne avranno bisogno per soccorrere un parente».

Leandro Perrotta

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