Giarre, presunto adescamento di minore a scuola La preside: «Non iniziamo a credere all’uomo nero»

All’inizio era un’automobile scura, poi è diventato un Suv nero, quindi una Volkswagen Passat con i vetri oscurati. E ancora, se nei primi racconti all’interno del veicolo ci sarebbero stati un uomo e una donna, nell’ultimo soltanto due uomini. E non è tutto. Perché la stessa vettura sarebbe stata vista a distanza di pochi giorni a MascaliLineri, Sant’Alfio, Giarre e infine nella frazione di Trepunti. E sempre nei pressi di istituti scolastici. Pare nell’intento di osservare e adescare minorenni. Sono questi gli ingredienti di un caso che ha generato allarmismo tra i genitori degli alunni degli istituti che sarebbero stati raggiunti dal veicolo scuro. 

Un tam tam che è nato qualche settimana fa e si è diffuso tramite i social network. Ma per il quale, dopo l’invito dei carabinieri ai cittadini a denunciare nelle sedi opportune e non su Facebook, è pervenuta solo ieri ai militari della Compagnia di Giarre una denuncia. A formularla è la madre di un 13enne che avrebbe raccontato al genitore di essere stato avvicinato da due uomini su un’auto scura all’uscita da scuola. Un episodio che si sarebbe verificato davanti all’istituto comprensivo Giuseppe Ungaretti giorno 28 ottobre intorno alle 13.30, nella sede distaccata di via Giusti a Trepunti, dove l’adolescente frequenta la seconda media

I due presunti adescatori, su una vettura nera di grossa cilindrata, forse una Volkswagen Passat – secondo il racconto della vittima – avrebbero insistito per offrirgli un passaggio a casa, incaricati dai familiari che in quel momento sarebbero stati impossibilitati a recarsi a scuola. La versione, però, non avrebbe convinto il 13enne, che sarebbe scappato via, confidandosi con la mamma qualche giorno dopo. «Abbiamo eseguito accertamenti in borghese e in uniforme già la scorsa settimana ma non abbiamo ottenuto alcun riscontro», spiegano le forze dell’ordine. «Diverse pattuglie controllano la zona, proseguiremo con i nostri accertamenti ma al momento non è uscito fuori niente», concludono. Un maggiore controllo richiesto pure dalla preside dell’istituto, la dirigente Rosa Stella Cardillo

«Penso che la vicenda possa anche essere frutto dell’immaginazione ma, poiché la prudenza non è mai troppa, abbiamo chiesto alle autorità di aiutarci ad avere un maggiore sicurezza nei pressi della scuola», dichiara a MeridioNews Cardillo. Che poi precisa: «Ciò non significa che non prendiamo per vera la versione fornitaci dell’alunno». «Sto comunque invitando i genitori, attraverso una circolare, a mantenere la calma e a comprendere che la nostra scuola tutela i loro figli con tutti gli strumenti a disposizione», continua la dirigente scolastica. Tra questi mezzi c’è «l‘autorizzazione scritta che gli studenti devono fornire agli insegnanti per tornare a casa non accompagnati dai genitori». 

La preside Cardillo, che ha seguito da vicino il caso fin dalla diffusione della notizia sui social network, ha prima organizzato una riunione con tutti i genitori allarmati e poi con il 13enne coinvolto e sua madre. Appuntamenti dopo i quali dichiara: «Non vorrei che si iniziasse a credere alla storia dell’uomo nero». Al momento non sono stati denunciati altri episodi simili. Mentre una delegazione di mamme spaventate, nella giornata di ieri, ha chiesto un incontro con l’amministrazione comunale e con i dirigenti degli uffici Istruzione e Servizi sociali. Il sindaco di Giarre Angelo D’Anna è stato contatto senza successo da MeridioNews.


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