Bartolo Giaquinta è il primo cittadino del Comune ibleo. Stanotte ignoti hanno appiccato il fuoco al portone di casa. Così come accaduto nelle settimane scorse. L'episodio arriva a pochi giorni dalla denuncia del sindaco di Pietraperzia, Antonio Bevilacqua, che ha fatto riferimento alle pressioni di Cosa nostra
Giarratana, secondo atto intimidatorio al sindaco «Mafia? Lo escludo, ma rimane preoccupazione»
«Se sono tranquillo? Sarei incosciente a dire di sì». A parlare è Bartolo Giaquinta, il sindaco di Giarratana destinatario del secondo atto intimidatorio nel giro di un mese. Ancora una volta, a essere preso di mira è stato il portone di casa dell’abitazione in cui il primo cittadino vive con la famiglia. «Erano le tre di notte, quando i carabinieri ci hanno svegliato – racconta Giaquinta a MeridioNews -. Se ne sono accorti loro durante un turno di pattugliamento. Qualcuno, usando pare dell’olio, aveva appiccato il fuoco».
La notizia del rogo arriva a distanza di pochi giorni da un altro caso simile: a Pietraperzia, ignoti hanno bruciato l’ingresso dell’abitazione del sindaco del Movimento 5 stelle Antonio Bevilacqua. Un atto che il primo cittadino ha collegato alla cosche mafiose locali. A Giarratana, invece, la matrice potrebbe essere diversa: «Non credo si tratti criminalità organizzata e mi pare che anche gli inquirenti siano indirizzati in questa direzione – continua -. In un momento come quello che viviamo, è facile prendersela con i sindaci». Di motivi, però, per avercela con lui, Giaquinta dice che non dovrebbero essercene: «Non mi viene in mente nessun atto amministrativo particolarmente impopolare – spiega -. Le tasse? Siamo stati uno dei pochi Comuni a non far pagare la Tasi».
Non rimane dunque che attendere che le indagini facciano il loro corso. «Sono episodi che impensieriscono specie perché vivo con i familiari – ammette il primo cittadino – ma spero che presto i carabinieri riescano a individuare l’autore». Che potrebbe essere lo stesso che già qualche settimana fa aveva incendiato lo stesso portone. «Stanno esaminando le registrazioni di alcune telecamere, potrebbe essere stata la stessa mano», conclude.