Giannino vs Recca: «Taci, miserabile» L’accusa di pressioni su un prof candidato

«Taci, miserabile!». Il grido di Oscar Giannino contro il rettore dimissionario dell’Ateneo di Catania Antonino Recca attraversa l’Italia. Urlato al microfono dal palco durante un incontro a Milano del 9 febbraio, in questi giorni sta rimbalzando sugli schermi di migliaia di italiani, e soprattutto catanesi, attraverso un video su Youtube. Il giornalista economico, leader del nuovo movimento Fermare il declino, in corsa alle politiche nazionali con la lista Fare, non fa nomi, ma il riferimento è comunque chiaro. Racconta la storia di un candidatura, in una grande città del Sud Italia, ritirata per colpa delle presunte pressioni di un rettore candidato alle elezioni con la lista Monti per l’Italia. Proprio come Antonino Recca: rettore uscente dell’università di Catania, già coordinatore regionale Udc tra le critiche di studenti e docenti, dimessosi a gennaio per preparare la sua corsa al Senato. Il Magnifico smentisce e dichiara la sua estraneità alla vicenda, ma è bufera. E’ ancora mistero invece sul nome del docente che avrebbe ritirato la propria candidatura.

Il passaggio dell’intervento di Giannino indirizzato a Recca si apre con un ringraziamento. Un grazie del leader di Fare a tutti coloro che hanno espresso la propria disponibilità a candidarsi con il neonato movimento. «Io non ho messo un capolista – spiega Giannino al microfono – E di questo devo dire che sono felice. Non abbiamo messo amici e parenti nelle liste e questo è l’inizio di un lungo cammino». A dispiacerlo, però, è un caso in particolare. «Un professore associato, in una grande città del Sud, che ha detto “Mi voglio candidare a tutti i costi. Non voglio stare in cima alla lista, non me ne importa nulla, voglio fare il portatore d’acqua”. E avevamo cominciato a raccogliere le firme – racconta il giornalista – Dopo un po’ ci richiama e dice: “Dovete levarmi dalla lista. Non posso più, devi sapere che nella lista per Monti si candida il magnifico rettore. Mi ha convocato e mi ha detto che, se voglio avere anche solo una vaga speranza di diventare ordinario devo ritirare la candidatura”». Immediati partono i fischi del pubblico. Che arrivano dritti al mittente: all’Ateneo di Catania e al suo rettore uscente Recca. «Io lo dico, gente così l’aspetto nell’aula del parlamento. Tutte le volte che quel magnifico rettore si alzerà e parlerà di merito avrà una voce che dirà: “Taci, miserabile!”», conclude Giannino tra l’ovazione generale. La prima risposta di Recca arriva via Twitter, telegrafica come i limiti di spazio impongono: «Ribadisco che la notizia riportata da Giannino su mie pressioni su un prof è falsa e destituita da ogni fondamento. Faccia nome del prof.». L’università di Catania dirama intanto un comunicato in cui il Magnifico dimissionario specifica che la polemica «non riguarda in alcun modo il rettore dell’ateneo catanese, giacché nessun professore dell’Università di Catania ha mai neppure parlato di tale questione col suo rettore». La nota si conclude con l’invito a Giannino «ad affermare la totale estraneità dell’Università di Catania» alla vicenda.


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Dal palco dell'Antimeeting di Milano, il 9 febbraio, il leader di Fermare il declino racconta una triste storia di anti-meritrocrazia in una grande città del Sud: un docente associato costretto a ritirare la sua candidatura nella lista Fare per le pressioni del suo rettore, anche lui in corsa alle politiche ma con il premier Monti. Giannino non fa nomi ma il riconoscimento è immediato: parla del rettore uscente dell'università di Catania, che smentisce le presunte pressioni con un messaggio su Twitter. Ma ormai è bufera

Dal palco dell'Antimeeting di Milano, il 9 febbraio, il leader di Fermare il declino racconta una triste storia di anti-meritrocrazia in una grande città del Sud: un docente associato costretto a ritirare la sua candidatura nella lista Fare per le pressioni del suo rettore, anche lui in corsa alle politiche ma con il premier Monti. Giannino non fa nomi ma il riconoscimento è immediato: parla del rettore uscente dell'università di Catania, che smentisce le presunte pressioni con un messaggio su Twitter. Ma ormai è bufera

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