Gesap si appresta a realizzare dei lavori importanti «che dovranno essere assistiti dall'occhio attento della prefettura -spiega la prefetta- e delle forze dell'ordine perché un obiettivo sensibile come l'aeroporto sia garantito rispetto all'onorabilità delle ditte»
Gesap, intesa per legalità in prefettura contro infiltrazioni Orlando: «L’azienda è sana e investe, necessario prevenire»
L’Intesa per la legalità siglata stamattina in prefettura – per ridurre il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori pubblici e nelle forniture – cammina di pari passo con lo sviluppo record dell’aeroporto di Palermo e gli ingenti investimenti che si appresta a mettere in campo la Gesap, l’azienda che gestisce lo scalo. Applicate regole antimafia sempre più stringenti, verranno controllate ditte aggiudicatarie di appalti, di subappalti e i concessionari di spazi pubblici. «Il protocollo firmato oggi – afferma la prefetta Antonella De Miro – è l’aggiornamento e l’integrazione di un altro stipulato anni fa, che testimonia come ci sia stata nel tempo una grande alleanza e sinergia di intenti tra Gesap e la prefettura. Un accordo che oggi diventa più stringente. Gesap si appresta a realizzare dei lavori importanti che dovranno essere assistiti dall’occhio attento della prefettura e delle forze dell’ordine perché un obiettivo sensibile come l’aeroporto di Palermo sia garantito rispetto all’onorabilità delle ditte che andranno a qualunque titolo a lavorare presso Gesap».
L’azienda che gestisce lo scalo gode di ottima salute, come ha confermato lo stesso presidente Tullio Giuffrè, recentemente subentrato alla sua guida. «Posso dire di avere il privilegio – ha affermato- di avere preso il testimone di un’azienda sana che ha attraversato un periodo anche congiunturale molto complicato. Chi mi ha preceduto, con un lavoro complesso, compiuto talvolta a piccoli passi, ha consentito oggi di avere un’azienda sana ma anche di rigenerare la sua immagine. Questo non vuol dire di avere completato ciò che è la missione l’aeroporto ma anzi al contrario significa avere degli obiettivi ancora più ambiziosi per consolidare il lavoro già fatto e proiettare l’aeroporto di Palermo ad avere una soglia di dieci milioni di passeggeri nel giro di due o tre anni». Per questo «abbiamo in campo il rafforzamento di alcune relazioni commerciali che possano consentire di riavviare delle rotte intercontinentali, di lungo raggio, con la Cina o Nord America o ancora rispetto a degli hub medio orientali che possano consentire un’offerta maggiore dello scalo. Abbiamo l’obbligo di riprogrammare gli investimenti ogni quattro anni. Stiamo concludendo nel 2019 un programma di investimenti di oltre 75 milioni di euro e nel prossimo quadriennio ne stiamo mettendo in campo una piattaforma di investimenti per oltre 100 milioni di euro, questo per obblighi anche concessori con l’Enac che è l’ente che ci vigila».
Anche questo protocollo viene siglato proprio perché «la Gesap sta andando molto bene e ha grandi investimenti. È chiaro che il contrasto delle infiltrazioni e la sicurezza dello scalo, che tra l’altro, è anche un obiettivo sensibile, diventa doppiamente importante. È la conferma della buona salute dell’aeroporto e quindi vogliamo prevenire, rivolgendo a tutte le imprese sane l’invito a prendere parte alle procedure competitive e invitando le imprese non sane a stare alla larga». E sulla possibile fusione con Trapani Birgi (che invece in salute non è) il sindaco ha confermato di avere in programma un incontro con il presidente della Regione Nello Musumeci. Il primo cittadino però ammonisce: «Se qualcuno pensa di scaricare su Gesap deficit e inefficienze di Trapani Birgi stia alla larga dal sindaco di Palermo. Finché lo rimarrò resterà un’azienda pubblica ma al tempo stesso eviteremo di diventare un carrozzone. Possiamo raggiungere tutti gli accordi operativi possibili. Piuttosto chiediamo alla Regione che affronti il problema finanziario dell’aeroporto di Trapani, che appartiene alla Regione. La città metropolitana, la città di Palermo hanno affrontato negli anni passati il problema finanziario con un dissanguamento che è servito alla ricapitalizzazione di questa società che ormai da cinque anni non chiede più un euro e che si autofinanzia per investimenti considerevoli che oggi sono oggetto di questo protocollo di legalità».