Gesap, deprezzata per essere venduta al ribasso? Tre donne ‘sgamano’ l’ ‘operazione’. E nelle altre Province dell’Isola?

Le grandi manovre sulle società a partecipazione pubblica. A partire da Palermo…

Il Comune di Palermo si accinge a dismettere la propria partecipazione azionaria nella Gesap, la società che gestisce i servizi a terra nell’aeroporto “Falcone-Borsellino” del capoluogo dell’Isola. La proposta di dismissione è stata esaminata ieri sera dal Consiglio comunale.

L’assemblea di Sala delle Lapidi ha deciso di dare il via alla vendita di una parte delle azioni comunali. Per la cronaca, il Comune di Palermo è titolare del 31 per cento circa delle azioni. Di questo pacchetto azionario il Comune dovrebbe mettere in vendita il 21 per cento delle azioni circa.

Si tratta di una scelta condivisa dalle altre amministrazioni pubbliche che detengono azioni Gesap. Sempre per la cronaca, il maggiore azionista è la Provincia di Palermo (41% circa) che, con molta probabilità, si libererà di tutto il pacchetto azionario che detiene. Questo perché, com’è noto, il Parlamento siciliano ha abolito Presidenti, assessori e Consigli provinciali. Rimangono solo le strutture burocratiche delle Province, peraltro nei guai finanziari per via dei mancati trasferimenti finanziari da parte della Regione.

Insomma, quel poco che resta della Provincia di Palermo non può nemmeno pagare i dipendenti e, di conseguenza, non può occuparsi di questa importante pacchetto azionario.

E’ importante provare a capire quello che potrebbe succedere con la Gesap e, come vedremo, con altre società partecipa teda tutte le Province siciliane. Con molta probabilità, sono in corso, in mezza Sicilia, ‘operazioni’ banditeshe’ sulle partecipazioni delle Province. 

La Gesap, negli ultimi anni, grazie a gestioni clientelari (consulenti, acquisto di partecipazioni-zavorra) ha accumulato solo deficit. Il dubbio è che, tutto questo, con molta probabilità, potrebbe esere stato fatto ad arte, perché questa società ha grandi potenzialità e, una volta privatizzata, produrrà utili, ovviamente se gestita con criteri imprenditoriali.

Il dubbio è che le perdite siano state provocate per deprezzare il valore delle azioni Gesap e, di conseguenza, per consentire a qualche privato di ‘chiudere’ una bella ‘operazione’.

Se le cose dovessero stare così – e tutto lo lasca pensare, considerato l’alto di ‘banditismo’ che oggi caratterizza la politica siciliana – l’ ‘operazione’ è stata ‘sgamata’, perché il Comune di Palermo, grazie all’azione dei consiglieri comunali Nadia Spallitta e Filippo Occhipinti, conserverà il 10 per cento del pacchetto azionario. Questo, contrariamente al progetto della passata amministrazione di Diego Cammarata che prevedeva la dismissione di tutto il pacchetto azionario.

Più complesso lo scenario che si profila per l’azionista di maggioranza della Gesap, la già citata Provincia di Palermo, oggi ‘azzoppata’ perché in fase di scioglimento.

Anche in questo caso, registriamo una ‘stranezza’. L’Ars, com’è noto, ha abolito, come già accennato, Presidenti, assessori e Consigli provinciali. Giusto, in questi casi, tagliare i fondi per gli organi elettivi ‘cassati’. Ma Governo e Ars, lo scorso aprile, in sede di approvazione di Bilancio e Finanziaria di quest’anno, hanno tagliato quasi tutti i fondi delle amministrazioni provinciali che, ancora, non sono state abolite.

Una scelta che appare irrazionale, ma che, invece, sembra molto lucida. In questi giorni, infatti, a causa dei tagli operati ai danni delle amministrazioni provinciali sono in tanti ad occuparsi dei Licei e delle scuole superiori (che in alcuni casi rischiano di restare chiuse) e dei dipendenti delle stesse Province. Ma sono in pochi, invece, ad occuparsi delle società partecipate dalle Province.

Questo è il momento di tenere gli occhi aperti, per capire a chi e a che prezzo verranno vendute queste partecipazioni.

Nel caso della Gesap, ad esempio, si sa che il Comune di Palermo ha effettuato un esborso di 7 milioni di euro in più su complessivi 14 milioni di euro circa. Ma il valore del 20 per cento del pacchetto azionario dovrebbe valere di più, molto di più di 14 milioni di euro. Proprio perché di una società, quando va messa in vendita, oltre che i bilanci, si analizzano pure le potenzialità.

Questo discorso vale, a maggior ragione, per il 41 per cento del pacchetto azionario della Provincia di Palermo.

“In questi anni – sottolinea la già citata Nadia Spallitta, vice presidente vicario del Consiglio comunale di Palermo – sembrerebbe che la Gesap abbia registrato forti perdite, subite di conseguenza anche dal Comune di Palermo, in funzione della sua partecipazione del 31%, per cui la vendita delle azioni può rappresentare un rimedio ad un andamento deficitario. Da questo punto di vista, la dismissione dovrà garantire, per essere effettivamente vantaggiosa, la totale copertura non solo del valore nominale delle azioni, ma il recupero dei maggiori costi sostenuti a causa delle perdite subite dal Comune negli anni, secondo, del resto, quanto segnalato dagli uffici e dalla Ragioneria generale”.

“D’altro canto – sottolinea ancora Nadia Spallitta – considerata la valenza strategica della Gesap, è condivisibile la proposta dell’Amministrazione di salvaguardare una partecipazione di minoranza, che garantisca, tuttavia, la nomina di un amministratore e quindi un potere di controllo sull’ente”. “Secondo il nostro Statuto – aggiunge la vice presidente di Sala delle Lapidi – tale partecipazione è pari al 10 %. L’atto, infine, prevede con applicazione delle norme di settore, anche di valenza europea, la nomina di un advisor, un soggetto cioè dotato di specifiche competenze tecniche e selezionato con procedure di evidenza pubblica, al quale è affidato il compito della valutazione delle azioni e la formulazione di eventuali opzioni, che garantiscano la massima vantaggiosità dell’operazione di vendita”.

Ancora per la cronaca, il terzo azionista pubblico della Gesap è la Camera di Commercio di Palermo (22%). Segue il Comune di Cinisi con il 3,41 per cento e poi una serie di piccoli azionisti, pubblici e privati con partecipazioni da ‘zero-virgola’.

Sulla vicenda intervengono anche i consiglieri comunali di Palermo, Luisa La Colla (nella foto a destra) e Giusi Scafidi, entrambe del Movimento 139.

“La relazione del Sindaco, presentata in aula in merito alla cessione delle azioni Gesap – scrivono le due consigliere comunali – è sicuramente un passo in avanti rispetto alla risoluzione dei problemi delle aziende, che in questi anni hanno prodotto solo perdite dovute alla precedente amministrazione e non ha mai operato per il rilancio della stazione aeroportuale dimostrandosi fin troppo disinvolta nel gestire un patrimonio pubblico senza avere mai pianificato una programmazione seria e virtuosa”.

“La vendita delle azioni – aggiungono La Colla e Scafidi – farà risparmiare al Comune di Palermo la ricapitalizzazione dell’azienda”.

In particolare, Luisa La Colla aggiunge: “Condivido la scelta politica, confido che il Sindaco non permetterà che le azioni Gesap siano svendute ad un prezzo inferiore rispetto al loro valore di mercato, confido altresì che con il mantenimento da parte del Comune di Palermo del 10% delle quote azionarie anche i lavoratori della partecipata possano essere maggiormente garantiti”.

“Una nota stonata – precisa consigliera Giusi Scafidi (nella foto in basso a sinistra), Presidente della Quarta Commissione consiliare – è stato l’episodio avvenuto durante i lavori d’aula. Sono rimasta attonita quando, dopo aver presentato un ordine del giorno, insieme ad altri colleghi, condiviso con il Sindaco e l’Assessore Abbonato (Luciano Abbonato, assessore al Bilancio del Comune di Palermo ndr) sul possibile utilizzo degli introiti della vendita delle azioni a fini sociali, abbiamo dovuto subire il ritiro dell’atto presentato”.

A questo punto la consigliera comunale parte all’attacco dell’amministrazione comunale di Palermo, accusandola di ‘inciuciarsi’ con il centrodestra. “E’ nata una luna di miele – dice Giusi Scafidi – fra questa amministrazione e alcuni consiglieri di opposizione che hanno dichiarato di voler fare un’opposizione costruttiva e silenziosa? A che prezzo questa amministrazione sta barattando questa maggioranza spersonalizzandola dal suo ruolo? Credo sia inevitabile a questo punto un confronto aperto e chiaro con chi, all’interno del Mov 139, denuncia alcune anomalie politiche ed esige delle risposte concrete”.

 

 

Giulio Ambrosetti

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