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Genitori e figli ripuliscono alcune parti della città «Fare in modo che un gesto così diventi educativo»
Esiste una via alternativa alla rassegnazione? A chiederselo è il papà di Vittoria, ex cronista del Giornale di Sicilia oggi consulente di comunicazione, dopo aver accompagnato la bambina al suo primo giorno di scuola. «L’ho vista passare davanti a una piccola discarica abusiva – racconta a MeridioNews – senza degnarla di uno sguardo e senza provare fastidio per la puzza che a me bruciava le narici». Colpito dall’imperturbabilità della figlia davanti al degrado, il papà – Vincenzo Marannano – ha deciso di passare all’azione. «Ho pensato che non potevo più restare fermo, che questa non poteva essere la normalità – spiega – Ma soprattutto che mia figlia non poteva crescere pensando che il degrado faccia parte dell’arredo urbano». Preso dalla voglia di cambiare le cose, ha quindi scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con l’intento di smuovere le coscienze.
«In un momento in cui ci troviamo ad affrontare battaglie epocali, la paura più grande – scrive – è proprio quella di avviare al mondo generazioni di cittadini senza coscienza critica, incapaci di lottare e di cambiare le cose». In un primo momento, l’ex cronista voleva pubblicare la lettera su un quotidiano nazionale, acquistando lo spazio di una pagina ma, dopo aver ricevuto un preventivo di 20 mila euro, «tanti, troppi», ha optato per il noleggio di 200 spazi pubblicitari sparsi per la città. Il tutto a sue spese. Cantieri infiniti, buche, ponti pericolanti, discariche, bare in attesa di sepoltura: nella lettera, il papà – così si firma in calce – ripercorre i principali disagi del capoluogo siciliano. E, indirizzandosi a Mattarella, scrive: «Mi rivolgo a lei, caro presidente, perché nonostante tutto, nonostante le ferite che ha rimediato negli anni, ha continuato ad amare questa città e a vivere a pochi passi dal luogo in cui le è stato inferto il dolore più grande. Mi rivolgo a lei perché vorrei che usasse la sua autorevolezza per parlare al cuore dei palermitani. Per spiegare loro che esiste una via alternativa alla rassegnazione».
Nessuna risposta istituzionale, ma l’intento non era quello; spiega il giornalista palermitano: «Scrivo alla suocera, il Presidente della Repubblica, per parlare alla nuora, cioè ai palermitani». Dopo i manifesti, l’invito a sporcarsi le mani con la creazione della pagina Facebook Palermo normalissima. E, con l’aiuto dei social, nel giro di qualche settimana, la risposta della nuora è arrivata. «La pagina Palermo normalissima l’ho pensata per dare un seguito ai manifesti, per provare a creare un collettore – spiega – Non è una associazione né un movimento e non servono tessere per aderire. È una vetrina in cui promuoverò idee e attività, senza colori o connotazioni politiche. Chi vuole aderire deve solo mettere a disposizione un po’ del suo tempo per fare qualcosa per la città». Armati di guanti, scopa e paletta, nella mattinata di domenica 26 settembre, i membri della pagina si sono dati appuntamento nel marciapiede circostante all’Istituto Cusmano. Bimbi e genitori insieme, muniti di tempo e buona volontà, si sono dati da fare per riqualificare lo spazio pubblico. «Eravamo una trentina. – racconta l’ex cronista – Nessun amico stretto e molta gente che non avevo mai visto prima».
Ma la risposta è arrivata soprattutto dopo, quando i volontari hanno cominciato a condividere sui social le foto di quello che era successo: tre porzioni di strada ripulite in poco più di due ore. Decine i messaggi arrivati in pagina di gente intenzionata a fare qualcosa per la città, che chiede d’essere coinvolta. «L’idea è quella di creare un esempio – spiega il papà di Vittoria – o meglio, un modello che possa muoversi e viaggiare da una scuola all’altra a prescindere da chi ha fatto il primo passo. Non voglio che si personalizzi questa cosa, perché alla fine non ho inventato niente di particolare. Tutti siamo in grado di usare scopa e paletta. Dobbiamo solo fare in modo che anche un gesto così semplice possa diventare educativo».
Domenica 10 ottobre lo spazio da ripulire in compagnia sarà quello circostante l’istituto comprensivo Colozza Bonfiglio. «Come ho già detto non vogliamo sostituirci a nessuno – precisa Marannano – ma solo lanciare un messaggio verso l’alto, spiegando qual è la Palermo che vogliamo, e uno al basso alla gente, e soprattutto a chi è rassegnato, facendo vedere qual è la città che potremmo avere, chiedere o rivendicare». Esiste quindi una via alternativa alla rassegnazione? «Domenica mia figlia è rimasta più di due ore a spazzare senza che glielo imponesse nessuno – conclude – Per me la via alternativa alla rassegnazione è una bambina che impugna scopa e paletta e comincia a pulire sotto casa, dopo che ha capito qual è la normalità». Che la bambina in questione si chiami Vittoria, è curioso. La speranza è che non si limiti solo ad essere uno strano scherzo del destino.