Doveva essere una serata di luci e festa, con il lungomare di Gela gremito di famiglie e turisti per la notte di San Lorenzo. Ma per un gelese di 57 anni, residente a Novara e tornato nella sua città natale per qualche giorno di mare, si è trasformata in un incubo. Erano circa le 20.45 […]
Gela, parcheggia l’auto e precipita in un pozzo. La denuncia dei familiari: «I vigili sono andati via, lasciandoci disperati»
Doveva essere una serata di luci e festa, con il lungomare di Gela gremito di famiglie e turisti per la notte di San Lorenzo. Ma per un gelese di 57 anni, residente a Novara e tornato nella sua città natale per qualche giorno di mare, si è trasformata in un incubo. Erano circa le 20.45 quando l’uomo, insieme alla compagna e a due nipoti, ha imboccato con la sua auto il piazzale a nord del costone, un’area interdetta ma usata da tempo come parcheggio provvisorio. L’accesso, delimitato da un marciapiede e non transitabile, ma senza cartelli di divieto ben visibili, era reso ancora più invitante dal fatto che la zona fosse stata ripulita di recente. Il cinquantasettenne, dopo aver parcheggiato l’auto, per cause ancora in via di accertamento, è finito dentro un pozzo di drenaggio del costone, profondo circa sei metri, inizialmente coperto solo da una pedana di legno.
Non è ancora chiaro se quel pallet fosse stato spostato prima o se si fosse rotto in quel momento. La caduta è stata improvvisa, seguita dalle grida dei familiari che hanno attirato l’attenzione di chi era nei paraggi. «È stato come vederlo sparire all’improvviso – racconta Giuseppe Famà, cugino della vittima – Un attimo prima era lì, poi solo il vuoto. Ci siamo precipitati per chiedere aiuto, ma quello che ci è successo è stato incredibile». Secondo più di un testimone, un’auto della polizia municipale sarebbe passata a pochi metri dalla scena senza fermarsi, nonostante le richieste disperate. «Abbiamo urlato, fatto cenno con le braccia, ma hanno rallentato e poi sono andati via – aggiunge Famà con amarezza – Ci hanno detto che erano impegnati in un altro servizio, non riesco a crederci».
L’intervento decisivo è arrivato dai vigili del fuoco, che si sono calati nel buio del pozzo con imbracature e corde per riportare in superficie il ferito. In attesa c’era il personale del 118, che lo ha stabilizzato e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele. I medici hanno diagnosticato ferite multiple, escoriazioni, contusioni e una sospetta frattura alla gamba destra. La zona, intanto, è stata subito transennata dagli operai della Ghelas. Poco dopo, gli agenti del commissariato di polizia hanno avviato accertamenti per stabilire la dinamica e le eventuali responsabilità. E questa mattina il sindaco Terenziano Di Stefano ha convocato d’urgenza una riunione in Comune.
«Non è accettabile che in un’area interdetta ci sia un pozzo così profondo e pericoloso, privo di segnalazioni adeguate e senza protezioni efficaci – ha dichiarato – In quell’area non si dovrebbe parcheggiare, ma la gente continua a farlo, nonostante i continui verbali elevati in questa settimana». «Siamo vicini al nostro concittadino e alla sua famiglia per quanto hanno dovuto patire – ha aggiunto il primo cittadino – Verificheremo anche la segnalazione relativa alla mancata sosta della pattuglia della municipale. Se ci sono state omissioni, prenderemo provvedimenti severi».