Ieri sera una quarantina di dipendenti delle ditte che lavorano con la Raffineria, senza stipendi e senza ammortizzatori sociali da alcuni mesi, hanno occupato per alcune ore i banchi dell'aula consiliare. Assente il sindaco Angelo Fasulo, che ha promesso un incontro per questa mattina. Disertato dai lavoratori. «Ci dice sempre di stare tranquilli»
Gela, operai indotto occupano consiglio comunale «Nessuno ha potere di mantenere le promesse»
«Non siamo venuti per discutere, ma per risolvere i problemi». E’ categorico Andrea, operaio della Smim in cassa integrazione da più di un anno. Come lui tanti altri. Quando sono arrivati ieri sera, durante la seduta di question time del consiglio comunale, erano circa una quarantina ed il copione sembrava già visto. La protesta dei lavoratori dell’indotto, in special modo di Smim, Elettroclima, Eurocoop, Tucam e Cosime, si ripete negli ultimi tempi sempre uguale. Tra chi non riceve lo stipendio da mesi e chi non riceve neanche quanto previsto dagli ammortizzatori sociali, il disagio sociale è diffuso. Più di 250 le persone coinvolte, con relative famiglie.
«Con chi dobbiamo parlare – chiede Elio Emmannuello, un altro lavoratore – visto che qui nessuno sembra avere il potere di mantenere le promesse fatte?». Solo che in aula consiliare i consiglieri ieri sera non avevano neanche raggiunto il numero legale: 13 i presenti, al posto dei 30 eletti. Non c’era neanche un esponente dell’amministrazione comunale. «Vogliamo parlare con il sindaco – è stata la richiesta degli operai– ditegli che non c’è nulla di cui aver paura, noi vogliamo solo il pane. Non deve tirar fuori soldi, deve solo sistemarci».
Raggiunto al telefono, il primo cittadino Angelo Fasulo ha promesso un incontro con una delegazione per l’indomani mattina. Una pratica già vista altre volte. Perciò gli operai, furiosi, hanno occupato i banchi degli assenti. «Tanto domani non dobbiamo andare a lavorare, perciò si rimane qua». Dopo alcuni momenti di tensione, con l’arrivo della polizia che però si è limitata a controllare senza intervenire, la situazione è tornata alla normalità. Principale bersaglio delle contestazioni è stato Giovanni Cravana, consigliere comunale in quota Pd e allo stesso tempo dirigente della Smim impianti.
In tanti auspicavano e auspicano la firma dell’area di crisi complessa. «Crocetta non la firma perché non la Raffineria non ha licenziato quasi nessuno – è la teoria di Guido Siragusa, consigliere Udc – il dramma è che tanti dell’indotto sono cassaintegrati». Alcuni lavoratori hanno concordato con lui: «Meglio senza lavoro che con una cassa integrazione che non arriva mai». Pino Di Natale, un altro lavoratore, ha aggiunto: «Ai miei figli ho detto di andar via da questa città senza futuro».
Intanto l’appuntamento di questa mattina deciso dal sindaco Fasulo è stato disertato dai lavoratori. «Non siamo andati – spiega Franco, della Smim impianti – perché tanto ci avrebbe detto le stesse cose. E’ l’ottavo incontro nel giro di pochi mesi. Neanche gli incontri col prefetto hanno portato risultati. Ci dicono sempre che la responsabilità è dei titolari delle ditte, e che loro non riescono a convincerli». Molti operai nel frattempo stanno cercando altri sbocchi lavorativi. Difficile per chi ha raggiunto alti livelli di competenza e allo stesso tempo garanzie e diritti a cui non intende rinunciare. Qualcuno a breve comincerà a lavorare presso gli stabilimenti di Siracusa. Una fermata da uno o due mesi al massimo. Per assottigliare almeno i debiti che si fanno sempre più corposi.