È il secondo attentato incendiario in pochi giorni a chi lavora nel reparto emergenza dell'ospedale. Mentre in città si torna a discutere sulla possibile presenza dell'esercito e sull'assenza di un impianto di videosorveglianza adeguato. Stanotte altra vettura bruciata in via Basile
Gela, a fuoco altra auto di medico del pronto soccorso Nel cuore della movida. «In due su un motorino liberty»
È il secondo attentato incendiario ai danni di un medico del pronto soccorso di Gela. Questa volta ad essere presa di mira, dopo le due auto del dottore Gaetano Orlando, è la Mercedes del dottore Vincenzo Catania. A spegnere l’incendio, divampato nel cuore della notte di giovedì scorso, alcuni giovani che ancora godevano degli ultimi scampoli della movida notturna.
Secondo la ricostruzione di alcuni dei presenti, era circa l’una meno dieci quando due persone, su motorino liberty di colore blu, hanno aggirato i presenti che stazionavano di fronte il locale Rossini, tra i più frequentati della città. Per poi appiccare il fuoco all’auto del medico Catania, ferma a pochi metri di distanza. Sia i gestori del locale che i presenti sono intervenuti immediatamente con un estintore, domando le fiamme prima che potessero divampare. All’arrivo dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine non è rimasto altro che constatare la probabile origine dolosa del rogo. Gli investigatori dovranno capire se esiste un legame con quanto avvenuto pochi giorni fa al primario del pronto soccorso, anch’egli vittima di un attentato incendiario. Sul rogo è giunta pure la solidarietà dell’Ordine dei Medici Chirurghi della provincia di Caltanissetta. «Questi episodi di violenza – ha affermato il presidente Giovanni D’Ippolito – ripropongono il problema della sicurezza dei medici e degli altri operatori sanitari impegnati negli ospedali e nelle guardie mediche del nostro territorio, che più volte abbiamo segnalato».
Solidarietà arriva dall‘Ordine dei medici della provincia di Caltanissetta. «Assistiamo a una preoccupante recrudescenza di intimidazioni a danno dei medici – afferma il presidente Giovanni D’Ippolito -. Confidiamo nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine affinché individuino al più presto gli autori di un vile gesto criminale. Questi episodi di violenza ripropongono il problema della sicurezza dei medici e degli altri operatori sanitari impegnati negli ospedali e nelle guardie mediche del nostro territorio, che più volte abbiamo segnalato. Siamo consapevoli che questa grave intimidazione non condizionerà la qualità e la regolarità delle prestazioni offerte dal collega Catania nei confronti dei pazienti e che il suo impegno proseguirà al servizio di chi soffre».
Nei giorni scorsi in città aveva destato polemiche la presa di posizione del vicesindaco Simone Siciliano, contrario alla presenza dell’esercito per «possibile danno d’immagine» e per non «spaventare possibili investitori». Nella seduta del consiglio comunale del 15 novembre il tema della sicurezza aveva sollevato un aspro scontro, basato anche sull’assenza di un impianto di videosorveglianza adeguato. Un fenomeno, quello delle auto incendiate, che la città non riesce proprio a debellare.
Ultimo episodio, la notte appena trascorsa. A essere presa di mira una Seat Cordoba, parcheggiata in via Basile, a ridosso del complesso residenziale Modernopoli. La vettura apparterebbe a un giovane. Anche in questo caso le forze dell’ordine giunte sul posto propendono per il rogo di orgine dolosa.