Gela, 300 avvisi di sfratto nel quartiere Bronx Esplode la protesta contro il sindaco del M5s

«Quando il sindaco Messinese, nei mesi scorsi, veniva a chiederci il voto conosceva già la situazione, lo sapeva che abbiamo occupato gli alloggi popolari da anni. E ci ha promesso che avrebbe risolto la situazione. Noi i voti glieli abbiamo dati, ora tocca a lui». Dal 9 novembre circa 300 abitanti del quartiere Scavone, che da anni hanno occupato abusivamente gli alloggi dell’Istituto Autonomo Case Popolari, manifestano incessantemente dopo le ordinanze di sfratto che sono state loro recapitate dal tribunale delle case. Con una tensione sociale crescente. 

Nella giornata di ieri in contrada Marchitello i carabinieri hanno chiesto alle prime tre famiglie destinatarie del provvedimento del tribunale di lasciare liberi gli appartamenti e tre donne hanno perso i sensi per lo choc. In un incontro con gli abusivi, avvenuto il 9 novembre all’entrata del Comune, il sindaco Domenico Messinese aveva chiesto una sospensione degli sfratti. Al momento si attende l’esito dell’incontro tra il prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta, i vertici dello Iacp e l’amministrazione comunale. 

Questa mattina le famiglie di contrada Scavone, circa 40 persone, si sono incrociate con gli studenti che manifestavano contro il ddl Buona scuola del governo Renzi. Risultato: traffico paralizzato e Comune sotto assedio. «Chiediamo una nuova sanatoria – hanno detto gli occupanti -. Vogliamo essere regolarizzati, ma non si può buttare della gente in mezzo alla strada da un giorno all’altro. Alcuni di noi vivono in quelle case dal ’96». Il quartiere Scavone, alle porte di Macchitella, in città è ancora conosciuto come la versione gelese del Bronx. E quel soprannome viene ora rivendicato dagli occupanti persino negli striscioni di protesta. «Il Bronx conviene a tutti», si legge in uno di questi. Alle spalle ci sono spesso situazioni drammatiche e delicate: molti indigenti, parenti in carcere, disoccupati. «Abbiamo fatto una colletta per il pranzo – dicono – questo lo devi scrivere. Se la prendono con noi quando le vere violazioni sono da tutt’altra parte. C’è un’intera città costruita in maniera abusiva». Entro metà dicembre gli occupanti dovrebbero lasciare le case dove finora hanno abitato.

Stamattina non è stato possibile avere una risposta da parte dell’amministrazione comunale. Il sindaco Messinese ha affermato di essere ancora in riunione. Ma la situazione è in rapida evoluzione. Oggi alle 19 è prevista una seduta di consiglio comunale, che si preannuncia infuocata. I manifestanti hanno promesso di esserci. 


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