Dopo la nota dell'assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi, che rimanda la data in cui potranno attivarsi nuovi contratti, la dirigenza dell'ospedale impone un riordino per fronteggiare le carenze di personale che oggi affliggono la struttura. «È una cosa temporanea», garantisce il direttore generale Giorgio Santonocito
Garibaldi, reparti accorpati per blocco assunzioni «Misura necessaria, ma garantite le emergenze»
«Non c’è nessun problema, non esiste alcun taglio da effettuare nel numero dei posti letto, ce ne sono tantissimi non utilizzati». Così si esprimeva solo un mese fa l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, a proposito della bocciatura che dal ministero è precipitata sul provvedimento di riordino della rete ospedaliera siciliana. Che ha fatto sprofondare la sanità siciliana in un limbo dal quale sembra non essersi ancora rialzata. A Catania, una nota dai toni preoccupati dell’ospedale Garibaldi riaccende la polemica e fotografa la situazione di emergenza in cui, dopo il decreto assessoriale dello scorso 30 giugno, si trova oggi il presidio cittadino. Dato il rinvio per le procedure di selezione di nuovo personale sanitario, deciso proprio dalla nota di Gucciardi, dal prossimo 11 luglio la struttura di piazza Santa Maria di Gesù, e la sua gemella di Nesima, saranno costrette a un accorpamento generale dei reparti, «necessario a sopperire le carenze dovute al blocco delle assunzioni», scrive la direzione.
«È una misura assolutamente necessaria ma temporanea – spiega a MeridioNews Giorgio Santonocito, direttore generale dell’Arnas Garibaldi – perché la Regione ha promesso di risolvere la situazione in tempi brevi». Nonostante le rassicurazioni che arriverebbero da Palermo però, la misura prova a mettere una toppa sulla stasi amministrativa che, di fatto, impedisce il rinnovo di medici e infermieri nel nosocomio cittadino. «Non riusciamo più neanche ad assumere a tempo determinato quindi dobbiamo mettere in sicurezza tutte le aree di emergenza, non possiamo permettere che si abbassi il livello – specifica Santonocito -. Per l’Ortopedia, per esempio stiamo bloccando i ricoveri su Nesima, potenziando invece quelli al Garibaldi centro, che è connesso con il pronto soccorso».
Il piano di riordino coinvolgerà solo alcune specialità in cui però il personale sanitario sarà trasferito e si verificherà una riduzione dei posti letto disponibili. In particolare, l’unità operativa di Ortopedia di Nesima sarà accorpata a quella del Garibaldi centro, l‘Oncoematologia di Nesima si unirà all‘Oncologia medica nella stessa struttura. Ci sarà poi una sospensione dell’attività di degenza della Nefrologia di Nesima, dove funzionerà esclusivamente il servizio di dialisi. Seguirà poi la fusione della degenza della Chirurgia vascolare della sede centrale con la Neurochirurgia, sempre in piazza Santa Maria di Gesù. Dove però saranno comunque garantite le emergenze.
È proprio sulla gestione dei pazienti più gravi che tornano a galla alcune note dolenti mai risolte, nonostante le denunce giornalistiche. Come, per esempio, la mancata apertura del nuovo padiglione della Cardiologia, per il quale già sono stati spesi diversi milioni di euro. «Da noi la situazione è ancora quella che avete raccontato ad aprile – spiega a MeridioNews Salvatore Felis, primario di Cardiologia – Unendo i reparti il personale si dovrà dividere in base alle esigenze e questo, chiaramente, non è un bene». Nell’analizzare la situazione lo specialista ricorda come la mission dell’intera azienda ospedaliera sia proprio quella di fornire alti livelli assistenziali per il settore delle urgenze. «Da noi sono stati spesi moltissimi soldi pubblici e ancora non si riesce a far nulla. Tuttavia – conclude Felis – anche se si riuscisse ad attivare il servizio, il personale che lavora ora da noi non potrebbe sdoppiarsi. Per questo motivo sto cercando un incontro con l’assessore regionale in cui chiederò una deroga per il campo delle emergenze».