Corruzione alla Regione, Galvagno parla all’Ars: «Non mi dimetto e non parlo di un’indagine non ancora conclusa»

«Ho voluto rispondere presente». Inizia così il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, oggi in aula a palazzo dei Normanni per fornire la sua verità dopo la notizia dell’inchiesta per corruzione che lo vede come principale indagato della procura di Palermo. L’esponente di Fratelli d’Italia non si dimette e ha deciso di non parlare dell’inchiesta, sollecitando la possibilità di un dibattito aperto ai colleghi deputati e riservandosi, soltanto dopo, la possibilità di eventuali repliche. «Senza comunicazioni da parte sua non saprei di cosa dovremmo parlare», spiega il presidente della commissione Antimafia Antonello Cracolici. «Si tratta di un’attività investigativa non ancora conclusa – replica Galvagno – E voglio evitare che il mio intervento pubblico in aula possa essere una distorsione del sistema, perché nessun altro cittadino potrebbe utilizzare il parlamento per questo e io non mi sento differente dagli altri. Io apprendo le cose leggendo i giornali, la stampa ha più informazioni di me e in tanti hanno atti che dovrebbero essere segreti».

Minime le tappe ripercorse dal presidente dell’Ars. «A gennaio ho ricevuto una proroga delle indagini preliminari, ma non sapevo di cosa si trattasse e non avevo avuto accesso a nessun atto. Ho pensato di mettermi a disposizione dei magistrati – spiega Galvagno, sospirando a più riprese e leggendo da un foglio – Il 24 maggio mi è stato notificato l’invito e il 7 giugno sono stato ascoltato e non mi sono sottratto a nessuna domanda. Mi difenderò con i miei avvocati e ricordo che questa aula non è un tribunale e oggi non si celebra un processo. Peraltro non vorrei che gli uffici giudiziari vedessero le mie dichiarazioni come una provocazione». Terminato l’intervento, Galvagno lascia lo scranno al vice presidente dell’Ars Nuccio Di Paola, per accomodarsi tra i banchi dei deputati.

Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati della procura di Palermo c’è il possibile accordo corruttivo tra Gaetano Galvagno e Marcella Cannariato, anche lei indagata, moglie dell’imprenditore Tommaso Dragotto di Sicily by Car e vicepresidente dell’omonima fondazione. In particolare, i riflettori sono puntati sui contributi pubblici per l’organizzazione di due eventi: il primo, il 25 novembre 2023, dedicato alla violenza contro le donne; l’altro, chiamato Magico Natale, che si è tenuto tra Palermo e Catania con una sovvenzione dell’Ars da 100mila euro. Anello di congiunzione tra Galvagno e Cannariato sarebbe stata la portavoce dimissionaria, anche lei indagata, Sabrina De Capitani. Centrale anche la figura di Marianna Amato, segnalata da un politico – indicato nelle carte dell’inchiesta come uomo 6 – e coinvolta dal presidente dell’Ars per l’organizzazione di eventi.

Oggetto del presunto patto corruttivo sarebbe stato un incarico professionale di natura legale, poi mai concretizzatosi, per la cugina di Galvagno presso una società di assicurazioni legata al gruppo Dragotto. Nonché il coinvolgimento nell’organizzazione del Magico Natale dell’imprenditore e amico del politico Alessandro Alessi, operante nel settore eventi. Secondo le accuse, avrebbe ottenuto benefici – in denaro e non solo – anche De Capitani, tramite il compagno Franco Ricci, milanese classe 1954, nominato nel novembre 2023 nel consiglio d’amministrazione di Sicily by Car.

Nel perimetro dell’inchiesta è finito anche l’impresario Nuccio La Ferlita e l’interessamento di Galvagno per i festeggiamenti del Capodanno 2024 a Catania, per cui l’Ars avrebbe stanziato 200mila euro. In questo contesto, De Capitani si sarebbe accordata con La Ferlita per un compenso di circa 10mila euro, con la clausola di non poter comparire ufficialmente nei documenti poiché impegnata come portavoce del presidente dell’Ars. Avrebbe ricevuto denaro anche il giornalista e addetto stampa di Galvagno, Salvatore Pintaudi. Al politico, i magistrati contestano inoltre la ricezione di regali: dal noleggio di un’auto e un abito, fino ai biglietti omaggio per concerti ed eventi, da richiedere a La Ferlita. Non si tratterebbe di qualche tagliando sporadico, ma di «numerose richieste» per sé, per i familiari – in particolare la madre e la sorella – conoscenti e collaboratori.


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