Furti in appartamento, sei arresti nell’acese Procura chiede l’associazione a delinquere

Gli uomini della polizia di Stato, su delega della procura distrettuale di Catania, questa mattina hanno arrestato sei persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere per furti e rapine. In particolar modo, il giudice per le indagini preliminari ha disposto il carcere nei confronti di Gaetano Rapisarda (classe ’65), Salvatore Rapisarda (classe ’91) e Alfio Barbagallo (classe ’79), i domiciliari per Giuseppe Anello (classe ’90) e Martino Rosario Calandra Scialacomo (classe ’71) e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di Sebastiana Assunta Calabretta (classe ’66).

ll provvedimento è scattato dopo le indagini svolte tra gennaio e aprile 2016 dagli agenti del commissariato di Acireale. Gli accertamenti hanno messo in luce una serie di rapine in abitazione, di furti di grossi quantitativi di agrumi e di una tentata rapina. Messi a punto da quella che gli inquirenti definiscono «una consolidata associazione a delinquere, radicata nel territorio acese». L’attività di polizia, tra metodi classici di osservazione degli indagati e l’utilizzo della tecnologia, di “osservazione” hanno permesso di capire che l’organizzazione era formata da Gaetano e Salvatore Rapirda insieme a Alfio Barbagallo. I tre, scrive la procura, «mettevano a disposizione la professionalità criminale acquisita nel tempo dando il proprio specifico contributo».

La tecnica del gruppo criminale era quella di individuazione dell’obiettivo da colpire (nel caso specifico l’appartamento da svaligiare) in base all’orario, alla zona, alla presenza di persone nelle vicinanze e alla possibilità di essere controllati da forze dell’ordine in servizio. Dopo l’individuazione del target più appetibile, il gruppo organizzava le fasi e le modalità di svolgimento dei reati usufruendo, a seconda dei casi, di un palo che li avvertiva in caso di necessità. Dopo aver messo a segno i colpi, i componenti della squadra mettevano anche sul mercato la refurtiva, andandola a rivendere in diversi Compro-oro. Oltre ai furti già compiuti, la banda aveva già organizzato altre azioni future, fermate però dall’intervento della polizia


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