Frane sulle strade statali della Sicilia Tratti interrotti da Trapani a Palermo

Continuano i disagi per gli automobilisti siciliani. Dopo le piogge degli ultimi giorni, numerosi tratti delle strade statali che attraversano la regione sono stati chiusi al traffico, a causa di allagamenti e frane.
Dopo lo smottamento che si è riversato sulla statale 189 “Valle dei Platani”, che congiunge Palermo e Agrigento, causando la chiusura nel tratto compreso tra Lercara Friddi e il bivio per Cammarata, questa mattina gli operai dell’Anas hanno liberato la carreggiata dai detriti consentendo la ripresa della viabilità. 

Discorso diverso, invece, per la statale 121, che rimane chiusa – anche in questo caso per le conseguenze del maltempo – tra Marianopoli, in provincia di Caltanissetta, e Alia (Palermo), e per la ss186, dove il traffico rimane interdetto per un tratto di cinque chilometri, a causa del cedimento del versante montuoso.
Problemi anche sulla statale 188 “Centro Occidentale Sicula”, dove, a causa di un allagamento, la viabilità è bloccata per sedici chilometri tra le località Prizzi e Lercara Friddi, per via di un allagamento. Blocco del traffico, infine, anche in provincia di Trapani: sulla strada statale 119 “Gibellina”, l’Anas ha sospeso il transito lungo il tratto che va da Alcamo a Santa Ninfa.

A patire, però, le conseguenze più gravi sono gli abitanti di Mussomeli, Sutera, Camprofranco e Serradifalco, ovvero i comuni dislocati lungo il cosiddetto “Vallone”, nei dintorni di Caltanissetta. L’area, lunga 22 chilometri, stamattina si è risvegliata isolata, a causa dei danni subiti dalle arterie stradali che la servono. Una condizione che ha costretto studenti e lavoratori a rimanere a casa: «La strada Mussomeli-Serradifalco è impraticabile perché sommersa da montagne di fango trasportate dai temporali di stanotte – dichiara Michelangelo Geraci, presidente di Ance Caltanissetta -. Solo chi possiede un fuoristrada o un mezzo pesante adeguato può percorrerla lentamente, in un tempo lunghissimo e mettendo a rischio la propria incolumità». 


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