Forza Ludovico, Il Piemonte aspetta te!

La giungla di provvedimenti amministrativi emessi dal potente Ludovico Albert, luogotenente del triunvirato romano D’Alema/Fassino/Bersani, posto a comando della formazione professionale nell’Isola, ha immobilizzato il sistema formativo della Regione siciliana. La nostra testata giornalistica è impegnata da oltre due mesi a provare a fare chiarezza su questo settore nevralgico della vita pubblica regionale e, oggi più’ che mai, alla luce delle aumentate difficoltà nel settore, ritorna a chiedersi se non sia il caso che si chiuda definitivamente l’esperienza piemeontese in Sicilia.

Tra i tanti poteri esercitati dal potente dirigente generale c’è anche lo stravolgimento del cosiddetto “Tempus regit actum”. Proviamo a capirci qualcosa. Dal latino la locuzione è usata nel mondo del diritto. Viene solitamente tradotta in italiano con l’espressione “il tempo regge l’atto”. Infatti, tempus è il complemento oggetto del verbo nella sua accezione di “fissare”, e quindi “l’atto definisce il tempo”. E’ il riferimento per individuare la norma applicabile. E’ cioè una espressione usata in diritto per identificare il principio dell’irretroattività della legge penale e il divieto di ultrattività della stessa. Ciò comporta che un reo deve essere giudicato con la legge del momento in cui fu commesso il reato o prosciolto se questo al tempo non era considerato tale.

La stessa locuzione, come chiarito su www.wikipedia.org, è usata anche in diritto amministrativo, nel senso che ciascun atto di una serie procedimentale deve uniformarsi alla disciplina vigente nel momento in cui viene adottato. Inoltre, nel diritto sanzionatorio amministrativo la locuzione indica il principio secondo il quale la sanzione debba essere irrogata sulla base della norma vigente nel tempo in cui fu commesso l’illecito amministrativo, anche se una legge successiva potesse essere più favorevole (ossia diminuisce la sanzione o addirittura la abroga).

Va precisato, ancora, che neanche le leggi solitamente hanno effetto retroattivo. Invece cosa è successo? E’ accaduto che per i sottoscrittori del protocollo d’intesa sulla Cassa integrazione l’effetto lo si è potuto retrodatare contro ogni previsione normativa. La legge non può essere retroattiva (salvi i casi tassativamente previsti) ed un “pezzo di carta” invece sì.

Capeggiato da Albert, il tavolo tra amministrazione attiva e parti sociali ha partorito, nei giorni scorsi, un altro mostro. Incredibile, ma vero. Il Protocolo d’intesa ha sancito che non si può applicare la Cassa integrazione a partire dal 1^ giugno 2012. E lo sottoscrivono dopo 2 mesi. Ma allora perché circolano diversissime intese sindacali, sottoscritte anche da sigle che si sono poi rimangiate tutto, che allungano la copertura dell’ammortizzatore sociale fino al 30 novembre? E’ il caso dello Ial Sicilia, l’ente capofila della corrente “Innovazione” dentro il Pd, insomma gli sponsor politici di Albert. Ma!

Un infittirsi di misteri e incongruenze. E non è mica finita qui. Qual è la data reale di inizio delle attività dell’Avviso 20/2011? Quando decorrono i 12 mesi? Anche su questo si è sforzato il potente super tecnico strapagato di imbrigliare tutto. Ed è riuscito a confondere le idee agli Enti formativi. Infatti, la data secondo Albert è l’8 giugno 2012. Ma in tanti sono pronti a giurare che non esiste una sola data di inizio, ma tante date quante saranno le notifiche assessoriali dei decreti di finanziamento vistato dalla Corte dei Conti; dopo che la stessa magistratura contabile avrà appurato la coopertura finanziaria. Quindi 604.

Ma forse neanche questo numero è attendibile. Perché se Albert pubblica il bando integrativo a valere sull’Avviso 20/2011 per gli Enti esclusi senza un perché (vedi quelli della provincia di Caltanissetta), il numero aumenterà sicuramente. Quindi, confusione su confusione. Sono veramente lontani i tempi in cui, con fare arrogante e presuntuoso, Albert sciolinava sicurezza e certezze. E invece di fronte ai fatti sembra proprio essere definitivamente crollato il mito dello “sceriffo”.

Basta una considerazione. Il dipartimento regionale dell’Istruzione e Formazione ha sbagliato tutte le previsioni in merito all’avvio delle attività dell’Avviso 20/2011. La prima scadenza ufficializzata con spavalderia fu marzo 2012. Poi qualcosa andò storto e fu spostata a giugno 2012. Siamo arrivati a settembre 2012 e non si ha certezza di nulla. Un anno senza attività e senza punti fermi.

Neanche sulla Cassa integrazione. Perché un dato è certo, Albert ha portando fuori rotta chi cercava di stimare il fabbisogno delle risorse da destinare alla Cassa integrazione. Ma lui, il supetecnico stratagato, imperterrito, da vero stacanovista, non si è fermato di fronte all’assalto degli anticicloni. E’ andato avanti coraggiosamente. Fino a quando? Sino a luglio 2012 ancora modificava procedure mantenendo nell’incertezza più assoluta l’intero settore. Strategia vincente? Forse sì: stancare i presidenti degli Enti per invogliarli a vendere? Può darsi. Ma nulla è certo in questa formazione. Parole buttate al vento? Forse.

Adesso avanza, in perfetto stile piemontese, pretese. Infatti, Abert, acquisito facilmente il consenso dei due rappresentanti della associazioni datoriali (FORMA e CENFOP), ha rinegoziato gli accordi retrotatandone gli effetti. Albert sembra essere più forte della stessa legge. Questo atteggiamento condotto da Albert, ha portato alla conseguenza di rompere il coeso fronte sindacale che lo aveva spalleggiato in questo folle corsa, durata troppo. Infatti, prima lo Snals ed ora la Uil lo hanno salutato, prendendone le distanze.

Dal sito dell Uil scuola, infatti, cogliamo la seguente dichiarazione che la dice tutta sulla vicenda. “Non è mai stato scritto a chiare lettere qual è l’atto giuridicamente vincolante per l’amministrazione da quale partire per calcolare i 12 mesi di costo standard. Perché l’accordo non prevede espressamente questo assunto che è fondamentale per definire corretta o scorretta la richiesta della Cigd (Cassa integrazione guadagni in deroga)? Troppa confusione! L’intesa di ieri non aiuta di certo a derimerla, semmai la complica.

Troppo confusione, troppi problemi, troppi grovigli. Forse è meglio che Albert si congedi. C’è un tempo per ogni cosa. La Sicilia si è stancata delle scorribande. Serve ripartire da dove Albert – con l’aiuto di parte del Pd – ha distrutto. Rimettere mano alla legge regionale 24 del 6 marzo 1976 ed al corredo normativo in vigore. E’ necessario, a nostro avviso, snellire la giungla di provvedimenti abrogandone molti e modificandone altri. Far partire insomma la vera riforma della formazione professionale. Solo così gli operatori della formazione professionale capirebbero la lunga attesa per gli stipendi.


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