Doveva essere una festa e invece è finita in bagarre. Ad accendere la miccia, l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone ospite della tre giorni organizzata da Fratelli d’Italia a Catania. «Hai smesso con Nello Musumeci e hai cominciato ad attaccare Schifani. Gianfranco devi andare a casa; è arrivato il tuo momento. C’è poco da fare. Forza Italia non ti riconosce. Puoi fare quello che vuoi».
Queste le parole di Falcone rivolte al leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Micciché. Affermazioni servite anche per distrarre l’attenzione rispetto alle finanze che non quadrano. Piuttosto che affrontare, in maniera approfondita, la questione riguardante i conti della Regione e le contestazioni da parte della Corte dei Conti, le urla riaccendono i riflettori su una spaccatura che risale al passato e non solo alla divisione in due gruppi all’Assemblea Regionale Siciliana. Alla base, infatti, sono le divergenze dovute alla differente natura politica: da una parte Micciché, forzista della prima ora e uomo fedele di Silvio Berlusconi, dall’altra Marco Falcone con il suo percorso in Alleanza Nazionale prima di confluire nel Popolo delle Libertà. Insomma il destracentro da una parte e il centrodestra dall’altra. Roba di non poco conto che, già nei cinque anni alle spalle, aveva messo in evidenza tutte le divergenze.
A fare quadrato, intorno a Micciché, sono i parlamentari di Forza Italia che con lui compongono il gruppo all’ARS. «Non è un mistero – ha dichiarato l’on. Michele Mancuso – che dalla scorsa Legislatura i rapporti con l’assessore Marco Falcone non siano più idilliaci, anzi siano incrinati e logori. L’ho pubblicamente accusato di essere un ingrato e irriconoscente poiché piuttosto che al bene di Forza Italia in Sicilia, punta a coltivare il proprio orticello, strizzando l’occhio altrove. Adesso però la misura è colma. Si può buttare fuori qualcuno quando si è padroni di casa. Lui è un inquilino abusivo che da sempre strizza l’occhio a destra, rispetto alla storia moderata di Forza Italia. Credo che per lui sia arrivato il momento di dichiarare le proprie intenzioni, ovvero distruggere un partito che fino ad oggi è stato il fiore all’occhiello di un’Italia che si rispecchia nei valori liberali. Se devo essere sincero, in una cosa Micciché ha sbagliato nell’avere permesso che tali soggetti diventassero classe dirigente di Forza Italia in Sicilia. Forza Italia, quella ufficiale, ha dimostrato con i fatti di non essere attaccata alle poltrone, pur restando fedele al patto di maggioranza. Ribadisco senza neanche troppi convenevoli, che se c’è qualcuno che dovrebbe accomodarsi fuori dalla storia e dai valori di Forza Italia, quello è proprio Marco Falcone».
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