Operazioni di polizia tributaria, arresti, scandali. Il mondo della formazione professionale sembrerebbe il luogo nel quale si concentrano tutti i vizi della burocrazia e della cattiva gestione. Eppure c'è chi difende la categoria: «C'è verità e speculazione. E in mezzo ci stiamo finendo un po' tutti», afferma Salvatore Castro, responsabile progettazione dell'Ecap Catania
Formazione, un settore di luci e ombre «Il controllo della Regione è inefficace»
Diciassette arrestati, otto indagati, indagini su spreco di denaro pubblico e continue invettive contro un settore in chiaroscuro. Il mondo della formazione professionale è balzato nuovamente agli onori della cronaca appena una settimana fa, con una maxi operazione della Guardia di finanza che ha scosso anche le fondamenta di palazzo d’Orleans con il coinvolgimento di grosse cariche dell’Assemblea regionale siciliana. Eppure, secondo qualcuno, è fondamentale fare dei distinguo. «C’è verità e speculazione. E in mezzo ci stiamo finendo un po’ tutti», sostiene Salvatore Castro, responsabile progettazione dell’Ecap Catania (ente di formazione professionale).
«Come in ogni settore, ci sono sempre stati dei peccati», spiega Castro, ma la situazione che il suo settore vive in questi ultimi giorni è talmente pesante che «se fermassero per strada qualcuno che ha seguito senza alcun problema i nostri corsi e ha trovato lavoro, direbbe che gli enti di formazione sono inutili». L’Ecap Catania segue al momento 600 iscritti, 300 dei quali frequentanti. Corsi per estetiste, inglese avanzato, ma anche alfabetizzazione informatica e valorizzazione dei Beni culturali. Lo scorso marzo era trapelato che anche questo ente fosse finito in una delle innumerevoli operazioni tributarie, ma Salvatore Castro assicura che si è trattato di una notizia infondata. «Certamente ci sono stati dei disonesti che con il loro comportamento fraudolento hanno causato numerose vittime – sostiene il responsabile – E, tra queste, soprattutto i formatori onesti; ci sono stati funzionari che hanno per così dire smarrito la corretta visione del ruolo istituzionale e si sono trasformati in soggetti capaci di usare la burocrazia come arma letale o in distributori di favori e particolarismi». Eventuali responsabilità che spetta alla magistratura accertare. Ma per Castro «non serve ciecamente dare addosso a tutti, bisogna, se solo si volesse realmente, cercare i singoli colpevoli e punirli magari con la restituzione del maltolto, tanto per iniziare, altrimenti si rischia il tutti colpevoli, nessun colpevole, tranne le vittime».
«Il controllo dovrebbe farlo la Regione, ma è inefficiente ed inefficace», denuncia. Dal momento del suo insediamento, il governatore Rosario Crocetta e l’assessore al ramo Nelli Scilabra hanno puntato l’indice sulla questione. Uno degli effetti più immediati? «L’assessorato sta procedendo a tagli orizzontali». Una misura che, sostiene il responsabile Ecap, non è efficace. «Si sa, è più facile convincere la gente che un politico o un pubblico amministratore sta lavorando solo perché fa tanto ma tanto rumore – afferma Castro – Peccato che così facendo si impedisce di ascoltare della buona musica là dove cè».
Salvatore Castro si occupa di formazione da vent’anni e confessa: «Siamo in grosse difficoltà», soprattutto economiche per via dell’eccessiva «dipendenza dai pagamenti della Regione, patologicamente in ritardo». Ma c’è anche il problema di riuscire a svolgere il proprio compito sul territorio: «C’è una pretesa volontà di fare formazione, ma c’è anche l’incapacità di comunicare quale sia l’esigenza». In definitiva la questione, secondo Castro, è a monte: «Non ci sono strategie industriali e, di conseguenza, non si riescono a formare le professionalità».
[Foto Ecap Catania]