Nelle ultime settimane se ne sono sentite tante sul futuro della formazione professionale. Proposte tecniche e normative si sono sostituite ai propositi di riforma del settore, in un caos tipico del momento in cui la scarsità di idee in circolazione prevale sul confronto ragionato. Eppure il momento è delicato, di quelli che lasciano il segno per il resto dellanno e oltre.
Formazione, sullAvviso 20 Governo doppiogiochista?
Nelle ultime settimane se ne sono sentite tante sul futuro della formazione professionale. Proposte tecniche e normative si sono sostituite ai propositi di riforma del settore, in un caos tipico del momento in cui la scarsità di idee in circolazione prevale sul confronto ragionato. Eppure il momento è delicato, di quelli che lasciano il segno per il resto dellanno e oltre.
Siamo a qualche giorno dallapprovazione del bilancio regionale e della finanziaria. Una manovra non facile, anche per via di disegno politico-clientelare che per lennesimo anno ha prevalso sulla politica di rigore e taglio degli sprechi. Emblematico il taglio di oltre cento emendamenti targati Movimento 5 Stelle colpevoli di avere scovato inciuci e spese inutili come quelle riguardanti la pletora di contratti per dirigenti esterni alla Regione. Una vergogna.
Lo stesso Governo ha dovuto aggiustare il tiro, ridimensionare i propositi e virare verso la direzione di quel nuovo aggregato di potere politico (Pd/Pdl) che ha fermamente difeso e fatto approvare, contro liniziale volontà del governatore, in Commissione legislativa Bilancio e Finanze dellArs il finanziamento della seconda annualità dellAvviso 20/2011. A poche ore dalla fiducia che sarà votata dal Parlamento italiano al Governo di coalizione e delle larghe intese o del mega inciucio – dipende dai punti di vista – Pd/Pdl, a Palermo tremano i salotti della politica e gli equilibri di Palazzo.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, stacanovista del tubo catodico, ha compiuto diversi passi indietro in sede di manovra finanziaria, negli ultimi giorni, cercando di tessere contatti, oltre che con Pdl e Mpa (Partito dei Siciliani) anche con il Movimento 5 Stelle, pur di andare avanti e superare lostacolo del 30 aprile (approvazione di bilancio e finanziaria). A farne le spese, intanto, la giovane assessore Nelli Scilabra, messa sotto accusa da esponenti di partiti della maggioranza.
E il caso del presidente della Commissione legislativa Cultura e Lavoro, Marcello Greco, che ne ha chiesto le dimissioni per incapacità politica e programmatica nella delega affidatale dal presidente della Regione (Formazione professionale), Che volga al termine lesperienza della studentessa? Non lo sappiamo. Dipende, con ogni probabilità, dalle mosse del mentore Beppe Lumia.
Arroccata sulla difesa del progetto di riqualificazione di 10 mila lavoratori e poi schiacciata dagli effetti dirompenti della nuova corrente romana, cosa farà il la giovane universitaria? Stringerà la mano a Nino Papania e Francantonio Genovese insieme al senatore Lumia? Luomo che è stato rieletto senatore della Repubblica grazie allinvenzione della lista Il Megafono che farà? Tenterà di inciuciarsi per ottenere una poltrona pesante a Roma? Oppure continuerà la lotta contro il Pd, passando allopposizione in ogni dove, dimenticandosi dei tanti amici che operano nel settore della formazione professionale?
Sembra essere sfumato il proposito di blindare un nuovo bando pubblico in sostituzione dellAvviso 20/2011 per garantire nuovi amici. Guardando al percorso politico dellassessore Scilabra, lindirizzo politico tracciato, in questi quasi cinque mesi di governo, ha puntato su due leve decisionali: riqualificazione del personale e nuovo bando pubblico. Se aggiungiamo a questo piano il ritardo ingiustificabile dellamministrazione regionale nellerogare i diversi acconti agli Enti formativi, il gioco è presto fatto.
La finalità è chiara: scardinare il vecchio sistema fatto di Enti storici e personale vecchio e sostituirlo con giovani dai costi contenuti e precari. Si scaricano, così, circa 60 tra dirigenti, funzionari e dipendenti a vario livello dal dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale col proposito di ridurre per qualche mese la capacità di risposta dellamministrazione sullemissione, per esempio, di titolo di pagamento o delle rendicontazioni finali delle attività corsuali terminate. Risultato?
Enti formativi in crisi per via degli inesistenti flussi finanziari in entrata. Impossibilità di emettere il Documento unico di regolarità contributiva (Durc). Conseguenza? La possibile chiusura, nelle prossime settimane, di diversissimi Enti formativi storici eliminando possibili concorrenti dal progetto riformatore di amici e parenti di amici.
Una tecnica, seppur con metodi meno invasivi, adottata dai precedenti Governi di sinistra e di destra. Un vezzo che la Sicilia ha ereditato e che difficilmente riuscirà a scrollarsi. E poi ricordiamo che lidea del polo formativo con dentro Scuole pubbliche, imprese scelte da Confindustria e un solo Ente formativo scelto, con ogni probabilità, tra gli amici degli amici è il segnale chiaro e incontrovertibile di un cambiamento vero e trasparente che resta solo sulla carta, come specchietto per le allodole.
Peccato che, adesso, a rompere le uova nel panieri ci si è messo pure il Pdl, rientrato a pieno titolo nella partita di Governo a Roma come a Palermo. Il presidente Crocetta aveva raccolto nei mesi scorsi il desiderio e laspettativa di tanti delusi e tra questi si annoverano centinaia di lavoratori del settore formativo, stanchi della presa per i fondelli di Pdl e Autonomisti e Pd.
Oggi questo esercito di estimatori ed elettori si è sfaldato, squagliato come neve al sole. Il settore della formazione professionale torna a sprofondare nellincubo di essere nelle mani di un condottiero senza idee e incapace di indicare la giusta direzione di marcia. La considerazione, raccolta in diversi ambienti formativi e tra i lavoratori, trae spunto dalla nota di ieri con la quale si riscrive la scala delle priorità di accesso agli strumenti di governo del personale non attivo. La nota n.27703 firmata e pubblicata sul sito istituzionale soltanto ieri dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, giunge come un fulmine a ciel sereno.
Irrompe nel settore già invaso dalla procedura dettata dalla legge n.223 del 23 luglio 1991 che dispone il licenziamento dopo una fase di accompagnamento al reddito sostitutivo. Misura resa possibile dalladozione di una legge regionale, la n.11 del 10 giugno 2011, fortemente voluta dal famigerato trio LAC (Lombardo, Albert, Centorrino) e avallata dalle organizzazioni sindacali tradizionali. Provvedimento che ha introdotto lammortizzatore sociale nella formazione professionale, governata fino ad allora dal Fondo di garanzia (articolo 132 della legge regionale n.4 del 16 aprile 2003).
Una misura colta positivamente dai lavoratori ma che si incunea solitaria nel sofferente proposito governativo di cambiare qualcosa nel settore della formazione professionale. Ha ragione il presidente della commissione legislativa Cultura e Lavoro allArs, Marcello Greco, che ha chiesto a Crocetta la testa della Scilabra, incapace di stendere un programma di riforma compiuto e significativo.
In questo marasma generale incombe lemendamento dei grillini sul rifinanziamento della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 che riequilibrerebbe lapplicazione della circolare n.10 del 5 ottobre 1994 con laspettativa del lavoratori di restituire efficacia giuridica allarticolo 2 della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993 in tema di garanzia dei livelli occupazionali. Incombe un pesante dubbio in tutte queste manovre di Palazzo.
Sia la seconda annualità dellAvviso 20/2011 che labortito progetto di riqualificazione della Scilabra, ma anche lemendamento grillino sulla legge n.24/76, puntano alle risorse del Piano Azione Coesione(PAC). Ma siamo sicuri che i 452 milioni siano nella disponibilità del Governo regionale? In un nostro precedente articolo lanciamo quella che è più di una preoccupazione. E se Crocetta, organico al Pd, Partito che ha spostato le risorse comunitarie del Fondo sociale europeo – i giàcitato 452 milioni di euro dalla Sicilia nelle casseforti romane, sta facendo il doppio gioco? Cioè calare le braghe in commissione Bilancio e a Sala dErcole per accontentare i due nuovi alleati sul rifinanziamento della seconda annualità del più volte citato Avviso 20, tanto senza soldi messa non se ne canta?
Uno scenario che appare raccapricciante, lo pensiamo anche noi, ma in una Sicilia saccheggiata dal Pd, dal Pdl e dal Governo Monti e con un esercito di ascari, tutto è possibile.
Formazione: i 420 milioni di euro del Piano giovani? Comu si li cugghieru li beddi pira