Nuovi sviluppi giudiziari nell'inchiesta che ha fatto luce sulla presunta gestione illecita dei fondi destinati al discusso settore. Secondo l'accusa, i gestori dei corsi avrebbero gonfiato le spese per ottenere risorse maggiori rispetto a quelle che in realtà avrebbero dovuto percepire
Formazione, sentenza per processo Corsi d’oro 1 Giudice decide undici condanne e due assoluzioni
Si chiude con undici condanne e due assoluzioni il primo grado del processo Corso D’Oro 1, il filone principale di indagine sulla gestione del pianeta formazione a Messina.
Condannato a sette anni e sei mesi Elio Sauta, tre anni e sei mesi per la moglie Graziella Feliciotto, due anni e due mesi per Chiara Schirò, moglie dell’onorevole Francantonio Genovese, un anno a Concetta Cannavò, un anno e cinque mesi a Natale Lo Presti, un anno e quattro mesi a Nicola Bartolone, sei mesi a Carlo Isaja, due anni per Carmelo Capone, un anno e otto mesi a Salvatore Giuffrè, quattro mesi a Daniela D’Urso, moglie del’ex sindaco Buzzanca, tre mesi infine a Daniela Pugliares.
Due le assoluzioni: Natale Capone, fratello di Domenico, ex assessore, per associazione a delinquere. Ha ottenuto la prescrizione per il reato di truffa. Giuseppe Caliri assolto dall’accusa di associazione a delinquere e anche per lui arriva la prescrizione per truffa. Disposta per Elio Sauta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per tre anni. Cinque anni di interdizione a Graziella Feliciotto. Incapaci di contrattare con la pubblica amministrazione: Chiara Schirò, Natale Lo Presti e Salvatore Giuffrè. Interdetti dai pubblici uffici per la durata delle rispettive pene, Concetta Cannavò, Nicola Bartolone e Carmelo Capone. Interdetti per un anno dai pubblici uffici, invece, Carlo Isaja e Daniela D’Urso. Disposta la sospensione della pena per le condanne sotto i due anni.
Lo scandalo sul piante formazione scoppia a Messina con gli arresti del 17 luglio 2013. In manette anche le mogli degli ex primi cittadini messinesi, Genovese e Buzzanca insieme al consigliere comunale Elio Sauta e l’ex assessore comunale Melino Capone. Secondo la procura gli indagati avrebbero simulato prestazioni, gonfiato spese di affitti, noleggiato attrezzature e pulizia dei locali adibiti ad aule per i corsi di formazione, per ottenere finanziamenti maggiori di quelli in realtà dovuti. Lo scorso 23 gennaio sono invece state emesse le condanne per il seocodo filone di inchiesta.