Formazione: “Prometeo solo per pochi, si arresti il sistema ormai alla deriva per dichiarare lo stato di crisi del settore”

A PARLARE ROSARIO COMPAGNO, EX DIPENDENTE DEL CEFOP, CHE LAMENTA L’ASSENZA DI SOLUZIONI DA PARTE DEL GOVERNO REGIONALE E UN FUTURO MESSO A RISCHIO PER I LAVORATORI

La vicenda dei 1800 ex sportellisti, imprigionati nel bando Ciapi che potrebbe produrre effetti devastanti in termini occupazionali, ha sviato l’attenzione sull’altro dramma vissuto da circa 2000 operatori alle prese con le procedure di avvio del progetto ‘Prometeo’. Anche questo è gestito dal Ciapi che sta ultimando le convocazioni degli idonei tra le sedi di Priolo e Palermo.

Sulla vicenda, in altra parte del giornale, abbiamo già raccontato delle criticità e dei dubbi su come è stata condotta l’intera operazione dall’ente di formazione di proprietà della Regione siciliana.

Riportiamo lo sfogo di un lavoratore, Rosario Compagno, ex dipendente dell’ente di formazione Cefop, che attende da mesi di riprendere a lavorare attraverso il progetto ‘Prometeo’.

“Non per tutti partirà Prometeo – dichiara al giornale Compagno – i più fortunati forse inizieranno nel mese di settembre a lavorare presso il Ciapi, ma per gli altri il dramma continua perché non si comprende quando potranno essere avviati al lavoro”.

“Non è questa la soluzione che noi lavoratori auspicavamo quando Governo e amministrazione regionale ci avevano rassicurato che saremmo stati garantiti – afferma amaramente il lavoratore -. E il Ciapi ci sta trattando come gli ultimi arrivati sbattendoci a questa o quella sede senza criteri, neanche per la scelta delle materie di insegnamento, costringendo i formatori a dover sostenere il colloquio fino a Priolo. Noi che siamo senza soldi da oltre un anno”.

“A che servono sette mesi di lavoro senza alcuna garanzia di continuità lavorativa – aggiunge Compagno – quello che i lavoratori si aspettano dall’esecutivo Crocetta è la continuità del lavoro e dello stipendio attraverso il rispetto delle leggi regionali in vigore”.

“Siamo esausti e senza forze – rimarca l’ex dipendente del Cefop – mesi e mesi di incontri, parole e chiacchiere ma di lavoro non se ne vede, né certezza futura”.

“Avvieremo una raccolta di firme contro questo Governo – rilancia Compagno – e se serve anche a attraverso i sindacati, che dovranno risedersi attorno a un tavolo per risolvere il problema di 2000 lavoratori”.

“Mi chiedo a cosa serva la terza annualità – evidenzia Compagno – ci sono enti che devono chiudere ancora le attività formative del periodo 2012/2013. Che senso ha avviare, in queste precarie condizioni, una terza annualità formativa – dice il lavoratore – è più opportuno forse dichiarare lo stato di crisi del settore”.

“Bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno – chiarisce Compagno – non c’è più formazione che si possa erogare a queste condizioni in Sicilia. Il settore va riformato e bisogna partire. Mettendo un punto fermo e salvaguardando i lavoratori con l’applicazione delle leggi regionali di tutela e garanzia occupazionale”.

“Nessuna colpa si può attribuire ai lavoratori sulla vicenda degli enti chiusi – rincara Compagno – è la politica che ha fallito totalmente. Il presidente Crocetta e l’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, si vantano di avere scoperto il malaffare – aggiunge – ma tutti sappiamo che non è così perché, per esempio, sulla vicenda dei ‘Corsi d’oro’, che ha coinvolto l’onorevole del PD, Francantonio Genovese, la magistratura c’era già dal 2009. Il governatore della Sicilia, però – conclude – si è scordato di noi e delle nostre famiglie”.


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