Formazione professionale/ Inchiesta Anfe di Catania: spunta il nome di Raffaele Stancanelli

DIETRO LE FARSE FATTUARAZIONI E LE ASSUNZIONI DI UOMINI E DONNE CHE POI LAVORAVANO ALTROVE, VI SAREBBE L’EX SINDACATO DEL CAPOLUOGO ETNEO. TUTTI I NOMI EMERGONO DA UN’INCHIESTA DI SUDPRESS

L’intreccio tra politica, burocrazia e Formazione professionale è una certezza smascherata dalle diverse indagini condotte dalle Procure della Repubblica di Messina, Catania e Palermo. Nel caso di Messina il coacervo di interessi ha toccato anche i vertici del Partito Democratico di Francantonio Genovese oltre ad An dei fratelli Capone. Nel caso di Catania è toccato a Raffaele Stancanelli, già Sindaco del capoluogo etneo, già parlamentare nazionale e già assessore regionale alla Formazione professionale (allora si chiamava assessorato al Lavoro).

Scorrendo l’articolo pubblicato dal quotidiano on line www.sudpress.it emerge un intreccio di incarichi e ruoli apicali nell’ente formativo Anfe, diretto da quel Giuseppe Saffo, finito in galera perché scoperto con le mani nella “marmellata”. Ente che, va ricordato, è stato commissariato dall’Anfe nazionale già oltre due anni fa, iniziando una collaborazione con la Procura della Repubblica di Catania, con le forze dell’ordine e con gli uffici periferici e centrali della Regione siciliana.

Da quando Paolo Genco si è insediato, due anni fa, alla presidenza nazionale dell’Anfe ha proceduto al commissariamento della sede di Catania, avendo percepito che potesse esserci qualcosa che non andava. E’ stato il commissario dello stesso Anfe di Catania, Gaetano Calà, a mettersi a disposizione degli inquirenti.

Gli inquirenti hanno scoperto oltre 64 milioni di euro di fondi comunitari cofinanziati dalla Regione drenati da pochi soggetti. Fatti riconducibili al periodo che va dal 2005 al 2010.

Quel che più colpisce è la dicotomia tra chi ha distratto le somme e chi oogi rischia di perdere il posto di lavoro. I lavoratori dell’Anfe di Catania occupano da giorni la sede dell’ente, protestando per le retribuzioni ferme da diversi mesi e per il posto di lavoro che rischia di volatilizzarsi a causa della revoca dell’accreditamento. La formazione professionale così, da strumento di apprendimento delle conoscenze e competenze destinato ai giovani siciliani ,si è trasformato in una macchina mangia soldi.

La Magistratura, in stretta collaborazione con la Guardia di Finanza, ha svelato un mondo di intrecci di società che si servivano della grande macchina Formazione per rubare denaro pubblico.

Scorrendo l’articolo di Sud Press emergono i nomi di politici e collaboratori coinvolti nell’inchiesta. L’area è quella di centrodestra e proprio negli anni tra il 2005 e il 2010 (anni dell’indagine) entrano numerosi soggetti all’interno degli enti di formazione, prendendo cariche importanti e superando persino il 6 livello. Direttori amministrativi, tutor, responsabili dei processi e via dicendo.

Il politico di spicco, secondo Sud Press, sarebbe Raffaele Stancanelli. Avvocato, ex deputato regionale di Alleanza Nazionale, già vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, ha ricoperto dal 2011 al 2004 l’incarico di assessore regionale al Lavoro, Previdenza sociale, Formazione professionale ed emigrazione, oltre che Sindaco di Catania dal 2008 al 2013 ed anche senatore fino al 2011. Oggi, dopo un breve passaggio a Fratelli D’Italia, Stancanelli è rientrato nell’area dei vecchi-neo berlusconiani.

Coinvolti nell’inchiesta della Procura catanese diversi suoi fedelissimi. Tra i suoi uomini più fedeli, c’è Marcello Pulvirenti, suo segretario particolare che risulta inserito, con il sesto livello, nell’organico dell’Anfe di Saffo quale “responsabile dei processi”.

Tra i fiduciari, risulta indagato anche Armenia Marcello, come si può leggere dal citato articolo di Sud Press “come in effetti uno dei pochi della segreteria di Stancanelli che all’Anfe ci lavora davvero”.

C’è anche un direttore amministrativo, al settimo livello, Maria Foti, indicata come ex cognata di Stancanelli. E poi Porto Orazio Massimiliano, sesto livello, che lavora all’Anfe oltre che essere stato consigliere comunale a Tremestieri Etneo in quota Stancanelli e per i cui impegni consiliari il Comune di Tremestieri ha dovuto rimborsare all’ente di Saffo, per il solo 2010, la bellezza di quasi 15 mila euro (la ‘famigetara’ legge sui rimborsi che, allora, funziona anche per i piccoli Comuni!)..

Oltre a loro un nome che spicca particolarmente è quello di Nicosia Maria Rossella, la moglie dell’avvocato Passanisi, difensore di Giuseppe Saffo e socio dello stesso Stancanelli nello studio legale insieme al proprio fratello e che è stato anche candidato alle scorse politiche in quota dell’ex Sindaco.

Infine ci sono altri due importanti nomi all’interno di altri due enti di formazione e sono Benincasa Gaetano, classe ’77, che risulta lavoratore all’Ires dal 2004 e Roberto Sanfilippo, ingegnere che lavora all’Orsa, altro ente palermitano.

Gaetano Benincasa, ragioniere, racconta l’inchiesta di Sud Press, venne inserito da Stancanelli al momento del suo insediamento nel proprio staff a spese del Comune di Catania e venne riconfermato nonostante una condanna per l’attività svolta quale assessore a Palagonia.

Roberto Sanfilippo, ingegnere, venne nominato sempre da Stancanelli suo esperto prima e capo di gabinetto poi ed infine anche presidente dell’AM, il tutto sempre a spese del Comune di Catania .

In questi casi sono ancora rimasti misteriosi gli straordinari liquidati dal Comune al Benincasa, nonostante fosse un esterno con incarico fiduciario, ed una delibera di rimborso spese al Sanfilippo per ben 36.000 euro.

Nulla si può invece dire dell’appartenenza politica dell’avvocato Rosario Molino, ma di certo è il figlio di Giovanna Muscaglione, Avvocato Capo del Comune all’epoca della sindacatura Stancanelli, tutor assunto nel 2005 insieme alla propria moglie De Joannon Antonietta, assunta nel 2007.

È davvero singolare che anche loro, entrambi i coniugi, li abbiamo ritrovati sul tetto dell’Anfe a protestare insieme ai colleghi per i ritardi sugli stipendi, come tutti quelli sopra menzionati.

E’ quindi ogni giorno più chiaro cosa è effettivamente successo e dove è finita la maggior parte dei soldi destinati alla formazione: a personaggi del calibro di Giuseppe Saffo e famiglia, ai politici che li sostenevano in cambio delle assunzioni di intere segreterie politiche.

E mentre i lavoratori, senza stipendio e dal futuro incerto, continuano giustamente a protestare, alcuni cominciano a prepararsi alla prossima campagna elettorale, Magistratura, ancora una volta, permettendo.

Giuseppe Messina

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