Lavoratori ancora all'asciutto, con le tasche vuote e la festivita' natalizia incombe, l'appello del sindacato a fare presto
Formazione/ Milazzo (Snals Confsal): “Pagamenti in ritardo, il Governo si conferma inadempiente”
LAVORATORI ANCORA ALL’ASCIUTTO, CON LE TASCHE VUOTE E LA FESTIVITA’ NATALIZIA INCOMBE, L’APPELLO DEL SINDACATO A FARE PRESTO
Disatteso dal Governo regionale e dal Ciapi di Priolo il Contratto collettivo di lavoro del settore della Formazione professionale. A richiamare l’esecutivo regionale al rispetto delle regole il sindacato Snals Confsal che, in una nota, a firma del coordinatare regionale della Formazione professionale, Giuseppe Milazzo, rimarca il ritardo nell’erogazione del pagamento delle spettanze dovute agli operatori della formazione professionale in servizio presso l’ente di formazione regionale.
Nella nota il sindacalista richiama la previsione contenuta nellart. 29 del richiamato contratto di lavoro che riportiamo di seguito. La retribuzione mensile è corrisposta al personale dipendente, tra il giorno 27 di ogni mese e non oltre il 10° giorno di calendario successivo al mese di prestazione.
Il Governo del presidente Crocetta non è nuovo a violazioni di norme e contratto di lavoro. Il progetto Spartacus nasce “al condizionale”, sono forti i dubbi sulla legittimità del procedimento amministrativo attuato per trasferire risorse e personale degli enti formativi al Ciapi.
Nella giungla di provvedimenti emanati dall’esecutivo regionale un dato emerge con certezza: il quadro normativo regionale viene costantemente mortificato da decisioni politiche e amministrative incoerenti e prive di sillogismo. La delibera di Giunta n.374 sul trasferimento di risorse comunitarie, progetti e personale al Ciapi, assunta dal Governo della ‘rivoluzione’ mostra tutti i limiti di programmazione.
Un atto, quello emanato dalla Giunta, che dice poco o nulla, che ha lasciato con l’amaro in bocca i lavoratori del settore formativo e che appare illegittimo. E l’affondo critico giunge proprio dal segreterio generale della Regione siciliana, Patrizia Monterosso. Il più alto burocrate in Sicilia, nella deposizione spontanea resa alla Guardia di Finanza come persona informata dei fatti il merito all’inchiesta che investito il Ciapi di Palermo, ha denunciato l’uso illegittimo delle risorse comunitarie, senza bandi e gare, ma con affidamento di ingenti fondi comunitari all’ente di formazione regionale con la procedura in house.
Sulla vicenda che ha portato a diversi arresti eccellenti ed alla chiusura della sede palermitana dell’ente formativo anche gli ispettori dell’Ufficio anti frode dell’Ufficio antifrode dell’Unione europea (Olaf) hanno censurato la pratica illegittima. Eppure la delibera 374, come dicevamo, va nella direzione del trasferimento di risorse del Fondo sociale europeo al Ciapi di Priolo. Sarà interessante conoscere come e in che maniera saranno raggiunti gli obiettivi del progetto Spartacus, atteso che gli ex operatori degli Sportelli multifunzionali sono stati dislocati ovunque, anche presso istituti scolastici o uffici del dipartimento regionale Formazione professionale dove è difficile immaginare l’effettuazione di attività di orientamento.
lnoltre il ritardo nell’erogazione delle spettanze ai lavoratori non interessa solamente coloro che operano al Ciapi, ma anche quelli impegnati nelle attività formative della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato attraverso il Piano giovani, oltre a tutto il personale utilizzato nell’ Obligo formativo (Oif). Un caos nella gestione politica e amministrativa della Formazione professionale che ha aumentato a dismisura il contenzioso a tutti i livelli, con una pioggia di ricorsi al Tribunale amministrativo regionale (Tar) e una Class action amministrativa per il ripristino della legge regionale n.24 del 6 marzo 1974, vessata e inapplicata dal Governo Crocetta.
Come precisato dall’avvocato Francesco Menallo in un nostro precedente articolo – il legale che ha curato la presentazione della’azione collettiva amministrativa per conto dell’associazione dei consumatori denominata “Movimento di difesa del cittadino” – la Class action mira al ripristino di un “servizio” che nel caso specifico riguarda la legge regionale n.24/76 e non l’obbligo in capo al Governo regionale di pagare le spettanze ai lavoratori. Il settore è oramai imploso da tempo e ripristinare la legalità sarà impresa ardua.