Formazione, ma i 452 milioni di euro ci sono ancora?

Formazione professionale siciliana: da una settimana a questa parte adombriamo il dubbio che i soldi del cosiddetto ‘Piano giovani’ – 452 milioni di euro – potrebbero non esserci più. le dichiarazioni rese stasera dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, come proveremo a spiegare, rafforzano i nostri dubbi.

Partiamo dall’inizio. Dallo stanziamento di circa 2,1 miliardi di euro in favore della Sicilia con il Fondo sociale europeo della programmazione 2007-2013. L’unico dato certo, fino ad oggi, è che questi soldi non sono stati spesi per la formazione professionale siciliana.

Ricordiamo che di questi 2,1 miliardi di euro, 1,6 miliardi circa sono spariti. Una parte potrebbe essere stata utilizzata per pagare la Cassa integrazione. Un’altra parte per ipotetiche attività teatrali. Per il resto, il buio.

A un certo punto – questo succede nella passata legislatura – l’assessore regionale alla Formazione professionale dell’epoca, Mario Centorrino, e il dirigente generale del dipartimento regionale del settore, sempre dell’epoca, Ludovico Albert, decidono di “mettere in sicurezza” 452 milioni di euro del Fondo sociale europeo destinati alla Sicilia.

La motivazione per la quale Centorrino e Albert ricorrono a questo strano ‘deposito’ è che la Regione siciliana rischiava di perdere questi fondi (cioè rischiava il disimpegno, con il ‘ritorno di questi soldi a Bruxelles). Questo stratagemma – anche questa notizia circola in quei giorni – avrebbe consentito alla Regione di riprendersi i soldi eludendo la rendicontazione comunitaria (ovviamente una volta che questi soldi sarebbero stati spesi).

Così questi 452 milioni di euro che avrebbero dovuto essere utilizzati per la formazione professionale siciliana finiscono nelle ‘casse’ del MIUR, il Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Cioè nelle mani del Governo Monti: ‘un marchio e una garanzia’…

La cosa molto strana, che già allora avrebbe dovuto fare riflettere, è che questi 452 milioni finiscono a Roma, nella disponibilità del Governo Monti, mentre in Sicilia i 10 mila dipendenti della formazione professionale cominciano ad entrare in sofferenza. In alcuni casi i dipendenti della formazione non vengono pagati perché gli Enti formativi e le società, pur prendendo i soldi dalla Regione, non li pagano. In altri casi – ed è la maggioranza dei casi – gli Enti non pagano il personale perché è la Regione a non pagare gli Enti.

Nel novembre dello scorso anno si insedia il nuovo Governo regionale di Rosario Crocetta. Già a novembre e dicembre i 10 mila lavoratori della formazione professionale siciliana sono in sofferenza. C’è chi non percepisce lo stipendio da 6 mesi, chi da un anno, chi da un anno e mezzo.

A questo punto comincia un atteggiamento a dir poco strano da parte del Governo regionale di Rosario Crocetta. Che, in molti casi, non paga gli Enti, ma accusa gli stessi Enti formativi di non pagare i lavoratori. Alle persone mediamente intelligenti non sfugge un particolare: e cioè che gli Enti, a differenza delle società, operano senza finalità di lucro: se la Regione non paga, non possono pagare il personale.

Il Governo Crocetta prosegue sulla linea della confusione, ora trasferendo il personale che opera negli uffici del dipartimento della Formazione, ora annunciando il ritorno alla legge regionale n. 24, poi dicendo l’esatto contrario, infine annunciando che ‘casserà’ l’Avviso 20 e via continuando di annuncio in annuncio.

L’aspetto sgradevole di questa storia è che il Governo Crocetta fa tutto questo sulla pelle di 10 mila lavoratori che restano senza stipendio. E, in questo, il presidente della Regione dimostra di essere un uomo della sinistra siciliana: non della sinistra di Girolamo Li Causi e Pio La Torre, ma della sinistra – della quale il Pd siciliano è portabandiera – che si è fatta sempre i fatti propri (la dizione sarebbe un’altra…), in barba ai lavoratori, all’Autonomia siciliana e a tutto il resto.

L’unica cosa che il presidente della Regione Crocetta non ha fatto da novembre fino ad oggi – e sono passati quasi 5 mesi – è chiedere al Governo Monti indietro i 452 milioni che l’ex assessore Centorrino el’ex dirigente generale, Albert, hanno messo “in sicurezza” nelle ‘casse’ del MIUR.

A rigor di logica, questi 452 milioni di euro dovrebbero essere già posizionati tra le entrate del Bilancio regionale 2013 già approvato dalla Commissione Finanze: ma non ci sono. E non si rintracciano nemmeno tra le entrate della Finanziaria regionale 2013.

Ora il presidente Crocetta e l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, non hanno scuse: non ci vengano a dire che questi 452 milioni di euro non possono essere inseriti tra le entrate della Regione – nel Bilancio o nella Finanziaria – perché non è vero: si tratta, infatti, di soldi della Regione siciliana che sono stati messi “in sicurezza” dal Governo regionale precedente di Raffaele Lombardo.

Tra l’altro – come abbiamo scritto in altra parte del giornale – il presidente Crocetta e l’assessore Bianchi stanno inserendo tra le entrate della Finanziaria appostamenti rigorosamente fittizi: tant’è vero che il Commissario dello Stato ha già fatto sapere che impugnerà le parti della Finanziaria con le entrate false.

Presidente Crocetta e assessore Bianchi, fateci capire: mettere tra le entrate della Finanziaria i 60 milioni dei Laboratori di analisi sulla base non si capisce di quale previsione, logica prima che economica, e non mettete tra le entrare i 452 milioni di euro che la Regione ha depositato a Roma? Presidente Crocetta e assessore Bianchi: voi due fate gli interessi della Sicilia o gli interessi del Governo Monti?

Ribadiamo il nostro dubbio che sintetizziamo in una domanda: questi soldi ci sono ancora, o il Governo Monti se li è in parte ‘mangiati’, magari spendendoli nel Centro Nord Italia, come ha fatto il Governo Berlusconi con le risorse Fas destinate al Sud?

In questa storia, a rompere le uova nel paniere del Governo Crocetta è arrivata l’Ars. Prima la Commissione Cultura e poi la Commissione Bilancio e Finanze del Parlamento siciliano hanno approvato il rifinanziamento dell’Avviso 20 del 2011.

A questo punto, per capire quanto è lunga la ‘coda’ del Governo di Rosario Crocetta dobbiamo fare un passo indietro.

La scorsa estate il Governo regionale di Raffaele Lombardo ha finanziato tutti i corsi di formazione con un Avviso a valere sul Fondo sociale europeo: il ‘famigerato’ Avviso 20. Tutta la formazione professionale siciliana, che prima veniva finanziata in parte con fondi regionali e in pare con i fondi europei è stata posta a carico dei fondi europei.

Questo Avviso 20 prevede tre annualità. Ogni annualità prevede una spesa di circa 286 milioni di euro. In pratica, circa 850 milioni di euro in tre anni a valere del Fondo sociale europeo.

La scorsa estate, quando il Governo Lombardo dà il via all’Avviso 20, succede una cosa un po’ bizzarra: mentre l’esecutivo annuncia che tutta la formazione verrà finanziata con il Fondo sociale europeo, lo stesso Governo Lombardo, per far partire l’Avviso 20, ha reperito i soldi ‘raschiandoli’ qua e là dai capitoli del bilancio regionale non spesi.

Che è successo? Semplice: l’estate scorsa il miliardo e 600 milioni circa di euro del Fondo sociale europeo era già ‘sparito’. Mentre i restanti 452 milioni di euro – sempre del fondo sociale europeo destinato alla Sicilia – erano già in ‘sicurezza’ a Roma.

Insomma, l’Avviso 20 con i fondi europei è stata solo una sceneggiata – una delle tante – del Governo Lombardo-Pd. A dimostrare quello che scriviamo è il fatto che l’Avviso 20 non parte con i 286 milioni di euro programmati, ma con molto meno: tant’è vero che il Governo Lombardo finanzia la prima anticipazione della prima annualità.

A questo punto arriva il Governo Crocetta. Che non ne vuole sapere di finanziare la seconda annualità dell’Avviso 20. In parte perché vorrebbe ‘riqualificare’ 10 mila persone a 800 euro al mese; in parte perché punta a un nuovo bando; e, in parte, secondo noi, perché Crocetta e Bianchi potrebbero essere al corrente che una parte dei 452 milioni di euro messi in “sicurezza” da Centorrino e Albert a Roma potrebbe non esserci più.

Noi ci auguriamo che le cose non stiano così. Noi ci auguriamo che questi 452 milioni di euro – che sono soldi della Sicilia – tornino in Sicilia. Siamo stupiti che questi soldi non siano iscritti tra le entrate del Bilancio della Regione, o tra le entrate della Finanziaria, visto che sono soldi nostri. In ogni caso, questi soldi, lo ripetiamo, debbono tornare in Sicilia.

Sotto questo profilo vorremmo ‘tranquillizzare’ il presidente della Regione, Crocetta, l’assessore Bianchi e il Pd siciliano. Noi seguiremo, passo dopo passo, l’evoluzione di questa storia. Già il Governo regionale si è fatto scippare 800 milioni di euro dal Governo Monti. Ed è grave che il presidente Crocetta non abbia proferito parola davanti a un atto di banditismo politico. Ora c’è la storia di questi 452 milioni di euro. E c’è, soprattutto, l’atteggiamento ondivago e del presidente della Regione sull’Avviso 20.

Su LiveSicilia, nel primo pomeriggio di oggi, leggiamo la seguente dichiarazione del governatore siciliano: “La materia negoziale è una prerogativa del governo, non certo dell’Ars. Se l’Assemblea intervenisse rifinanziando l’Avviso 20 con una legge si potrebbe parlare di eccesso di legislazione e sarebbe quasi certamente impugnato dal Commissario dello Stato, oltre che respinto dall’Unione europea”.

La dichiarazione del presidente Crocetta lascia di stucco. Perché se il Commissario dello Stato dovesse impugnare la legge dell’Ars che impegna la Regione a rifinanziare l’Avviso 20, ebbene, questo avrebbe un solo significato: che il Commissario dello Stato impugnerebbe la legge per mancata copertura finanziaria.

Dunque, un organo del Governo nazionale – il Commissario dello Stato – certificherebbe, con la propria impugnativa, che lo stesso Governo nazionale avrebbe distratto i fondi destinati alla Sicilia…

Qualche ora dopo il presidente Crocetta ci ha ripensato e, in un comunicato, ha smentito quanto affermato poco prima, confermando in commissione Bilancio dell’Ars il finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20 per la formazione professionale, sottolineando, però, che l’intenzione è di inserire non più del 70 o 80 per cento di quanto corrisposto per la prima annualità.

“Spieghero’ la nuova impostazione ai sindacati – ha detto Crocetta – vi assicuro che è mia intenzione e dell’assessore Scilabra di salvaguardare i posti di lavoro”.

Dopo di che ha incontrato i rappresentati di Cgil, Cisl e Uil, cioè delle tre organizzazione sindacali che, in questi anni, non hanno mai tutelato i lavoratori della formazione professionale, essendo titolari di Enti formativi e, di conseguenza, in totale conflitto di interessi…

 

 

 

 


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