‘SCOMPARSI’ I FONDI NAZIONALI PER IL COFINANZIAMENTO DELL’OBBLIGO FORMATIVO PER I MINORI A RISCHIO. NUMERI DA BRIVIDO E RITARDI SPAVENTOSI CONNOTANO LA GESTIONE FALLIMENTARE DI QUESTO SETTORE. IN ARRIVO LA CORTE DEI CONTI?
Nulla di fatto. Nessun passo in avanti si è registrato ieri al termine dellincontro tra gli enti formativi cattolici e non operanti nella filiera dellObbligo scolastico (IeFP ex Oif) e lAmministrazione regionale. Di fatto, il segmento formativo che eroga percorsi didattici in favore dei minori in obbligo scolastico resta un rebus.
Lassessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, non sa che pesci prendere. LAmministrazione regionale si ritrova senza programmazione e liquidità in ‘cassa’. Alla fine gli enti ed i lavoratori continuano a non ricevere i finanziamenti e gli allievi restano a casa per effetto delle sospensioni delle attività corsuali.
Eppure, dopo tanti mesi ci si sarebbe aspettato che arrivassero risposte concrete. Ed invece lapproccio alla filiera dellObbligo formativo è ordinario da parte del Governo regionale rispetto ad unemergenza che è sotto gli occhi di tutti.
In Sicilia si registra un numero crescente di allievi che si iscrivono ai corsi Oif. Frutto, forse, della più alta percentuale di dispersione scolastica tra le Regioni dItalia. Eppure i trasferimenti da Roma allIsola per questo segmento della formazione destinato ai minori, stranamente, diminuiscono. Nelle altre Regioni i finanziamenti sono aumentati negli ultimi anni, mentre in Sicilia la tendenza è sempre al ribasso.
La dimostrazione che, quando da dimostrare, con i fatti, che la lotta alla mafia, in Sicilia, si fa anche togliendo i ragazzi dalla strada (soprattutto nei quartieri a rischio di tante città dell’Isola, a cominciare da Palermo e Catania), lo Stato si tira indietro.
Sorge un dubbio: non è che le altre Regioni del nostro Paese forniscono al ministero i dati reali sugli allievi concretamente coinvolti e la Sicilia invece no? Forse dipende degli uffici dell’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale?
Non mancano altri problemi. Per esempio, l’ipotesi di un consistente danno erariale. Si tratterebbe del danno erariale per fideiussioni ancora aperte dal 2007 ad oggi. Un danno alla ‘casse’ dellErario che, in soldoni, potrebbe attestarsi ad un importo superiore a 15 milioni di euro allanno per prolungato pagamento di fideiussioni su somme già spese e non rendicontate.
Del resto, va ricordato che gli enti sono obbligati, a seguito della sottoscrizione dellAtto di adesione (contratto che lega gli enti gestori allAmministrazione regionale) a mantenere accesa la polizza fideiussoria fino a quando non viene svincolata dalla stessa Amministrazione regionale dopo la chiusura dei rendiconti.
Quindi è il gatto che si morde la coda.
La massa creditizia potenziale vantata dagli enti formativi operanti nella filiera dellOif per rendiconti non chiusi è di circa 120 milioni di euro dal 2007 ad oggi. Compresi i saldi della prima finestra dellavviso 19/2011 e gli acconti e saldi della seconda finestra (2012/2013) dellavviso 19/2011. Su questultima pesa la ritardata nomina, ad oggi, dei revisori dei conti da parte dellAmministrazione regionale.
A questa cifra va aggiunta la somma di circa 30 milioni di euro riguardanti i primi anni del 2014/2015 non ancora avviati e quindi non finanziati e i terzi anni riguardanti il periodo 2013/2014 non ancora avviati.
A questo punto, visto il caos finanziario che emerge dalla gestione distratta da parte dellAmministrazione regionale e dellassessore regionale alla formazione professionale, Nelli Scilabra, ci chiediamo: che fine hanno fatto le risorse ministeriali che finanziano il cinquanta per cento dei costi relativi ai percorsi triennali IeFP (ex Oif)?
Come mai non sono ancora stati avviati i primi anni del 2014/2015 ed ancora non ha avuto inizio la terza annualità del 2013/2014 se almeno il cinquanta per cento ogni anno viene erogato dal ministero dellIstruzione e della Ricerca scientifica? Forse queste cifre sono state utilizzate per altre finalità? Ci dirà tutto la Corte dei Conti?
A queste domande avrebbe dovuto rispondere lassessore Nelli Scilabra e gli uffici del dipartimento regionale Formazione professionale.
Invece, ancora una volta, la riunione è servita solamente a perder tempo. Lavoratori, allievi e famiglie restano al palo con il rischio concreto di interruzione di un servizio pubblico a causa delle inadempienze del Governo regionale che anziché contrastarla la dispersione scolastica – paradossalmente – lalimenta.
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