Formazione, il dramma di Caltanissetta

Nel caos che caratterizza l’azione politico-amministrativa di questi giorni all’Assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale rilanciamo una questione che sembra non interessare più’ nessuno.
Durante la gestione “pittoresca” del settore formativo da parte del famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino) quattro enti storici della provincia di Caltanissetta ‘stranamente’ sono stati esclusi dalla graduatoria dell’Avviso 20/2011. Ricordiamo gli enti: Ecap, Enaip, Geoinformatica e Irfap. Per farla breve, i primi due enti hanno gia’ ottenuto la riammissione dei loro progetti alla valutazione attraverso sentenza dell’autorita’ giudiziaria, mentre gli altri attendono il giudizio finale. Mentre l’avviso 5/2012, nato sotto la pressione e la protesta democratica dei lavoratori degli enti formativi nisseni, costretti a occupare la sala consiliare del Comune di Caltanissetta, e’ ancora fermo al palo. Da soluzione mediata per avviare le attivita’ formative, l’avviso 5/2012, non ha prodotto nessuno degli effeti sperati. Una presa in giro bella e buona. Un immobilismo e menefreghismo che fanno rabbrividire. Una provincia abbandonata a se stessa, nel totale disinteresse delle organizzazioni sindacali e dell’amministrazione regionale che non ha sbloccato alcuna ora di corso nel territorio nisseno. I lavoratori, esasperati, non si rassegnano e hanno scritto una lettera aperta  al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Lettera che riportiamo di seguito:

 

“A nome di tutti gli Enti che operano nella provincia di Caltanissetta e, anche per conto di tutta la Formazione Professionale della Sicilia, desidero ringraziarla per l’interesse mostrato per il settore e per tutto quello che farà per rinnovarlo e renderlo efficente. Questi ultimi anni per noi della formazione professionale, sono stati molto difficili, dal punto vista sia morale che economico, e, certamente ci conforta sapere che godiamo della sua stima e del suo sostegno morale e della sua volontà politica di evitare qualsiasi macellerie sociale nel settore.

L’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Nelli Scilabra, ci ha chiesto di tenere duro, e consolidare quella buona formazione che offriamo ai nostri numerosi destinatari, perché nonostante le oggettive difficoltà il Presidente della Regione non ci avrebbe abbandonato. Noi abbiamo dimostrato di saper tenere duro, anche se è difficile convivere con la precarietà più assoluta.

Gli allievi frequentanti la formazione professionale sono giovani che cercano nei corsi un futuro che la scuola non riesce a dare, cercano una preparazione più pratica che teorica. Sono giovani che più che con i libri vogliono conoscere la realtà lavorativa e le loro problematiche. Il compito di noi formatori e spesso quello di incentivare un qualche interesse agli allievi. Soggetti spesso segnati da esperienze forti, che provengono, in molti casi, da delusioni o insuccessi sia nella scuola che nella società. ragguardevoli. Come non pensare a quei giovani che incontriamo quotidianamente nel carcere minorile di Caltanissetta.

Alcuni di loro hanno alle spalle situazioni ambientali, familiari e sociali disastrose che non gli consentono di crescere e maturare al meglio così come dovrebbe essere normale e giusto per tutti i ragazzi della loro età. Molti di loro hanno alle spalle reati di rilevanza penale e il contesto sociale in cui vivono non gli permette di distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è. Allora quale ruolo puo’ svolgere la formazione professionale? La formazione li aiuta a far sì che durante la pene possano avere anche opportune conoscenze e professionalità che alla fine della detenzione possano permettere loro di aumentare le opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.
Alcuni giornali e anche qualche trasmissione televisiva a caratura nazionale, in questi mesi hanno raccontato del dramma che vive la formazione professionale in Sicilia. Ma noi ci chiediamo perché fanno di tutta l’erba un fascio, visto che ci sono Enti in cui ogni anno vengono educati e formati con risultati lusinghieri tantissimi giovani. Uno di questi Enti lavora con dei ragazzi che sono portatori di handicap, credo che sia l’unico Ente ad operare in questo settore in provincia.

Il vero dramma carissimo Presidente e’ legato alla situazione insostenibile che caratterizza i lavoratori di questo settore. Le nostre famiglie vivono disagi e sofferenze e ai nostri familiari e ai nostri figli non sappiamo cosa dire, che il loro papà e la loro mamma non riescono a portare a casa ogni mese lo stipendio necessario per farli vivere dignitosamente. Lo stesso vale per i fornitori a cui gli Enti devono migliaia di euro, per l’acquisto del materiale utilizzato per lo svolgimento delle attività formative, per pagare gli affitti, il telefono, il collegamento Internet , il materiale di cancelleria ecc. La preoccupazione maggiore e’ però legata alle prospettive future della formazione professionale in Sicilia.

Negli ultimi anni, nonostante le esigue risorse economiche delle casse della Regione Siciliana, sono aumentati in maniera esponenziale gli Enti che hanno ottenuto finanziamenti per la realizzazione di corsi di formazione professionale. Per fare un esempio, non ci spieghiamo come sia possibile che in Sicilia ogni anno vengano attivati, sia nell’ambito del Piano dell’offerta formativa che dell’obbligo scolastico, moltissimi corsi di operatore del benessere.

In Sicilia probabilmente, stiamo così male che basta frequentare un corso in cui si parla di benessere per sentirsi meglio? Prescindendo da facili ironie, il livello di frustrazione e’ tale che preferiamo sdrammatizzare piuttosto che aggiungere altra tensione a quelle che già stiamo vivendo. Signor Presidente Crocetta, noi non siamo più disposti a tacere e ad avallare un sistema che, continua a sperperare denaro pubblico per finanziare nuovi corsi che servono a produrre nuovo clientelismo.

Le chiediamo di tutelare i lavoratori e gli Enti che svolgono realmente le attività formative per cui ricevono i finanziamenti. Non abbiamo la presunzione di dire che i nostri siano gli unici Enti che erogano una buona formazione, ma certamente non tutti gli Enti accreditati dalla Regione Sicilia svolgono con correttezza e nella legalità le loro attività. Le chiediamo inoltre, di tutelare tutti i lavoratori che legittimamente sono stati assunti regolarmente, assicurando loro il diritto di percepire regolarmente gli stipendi come da contratto. Ci scusi per i toni utilizzati in questa lettera, ma, ci creda, siamo stanchi di “elemosinare” ciò che dovrebbe essere un diritto per noi, per le nostre famiglie, per l’Ente per cui lavoriamo e per gli allievi che educhiamo e formiamo. Il livello di esasperazione raggiunto e’ tale, che non si possa escludere qualche gesto estremo da parte di qualche padre di famiglia”.


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