Formazione, il 16 maggio sciopero generale

Mentre in Italia il Governo nazionale si mette all’opera per creare le condizioni adatte a un sistema di lavoro stabile, provando a invertire il senso di marcia della recessione economica, in Sicilia si procede lungo il vecchio tracciato del clientelismo. Accade che è stato impiantato, da circa 6 mesi, un nuovo Modello Sicilia che coincide con il modello Crocetta: ovvero l’equivalente di “affamare il popolo”.

E’ un atteggiamento schizofrenico, quello impiantato dal Governo regionale, specie sulle questioni della formazione professionale. Nell’ultimo mese i segnali sono stati chiari e inequivocabili. Non una scelta politica sulle tre filiere formative (Interventi, Servizi, Oif); non un’azione amministrativa fluida da parte degli assessori regionali al Lavoro (Ester Bonafede) e alla Formazione professionale (Nelli Scilabra) e del dirigente generale al ramo (Anna Rosa Corsello). Solo chiacchiere e proclami.

Non è la Sicilia che i cittadini si aspettano da un Governo regionale. Non è l’atteggiamento che i lavoratori chiedono. Soprattutto non è l’aspettativa che disoccupati, over 50, cassa integrati, giovani e donne si attendono da un Governo regionale che aspira a rivoluzionare la Sicilia.

Le parti sociali sono state “messe all’angolo” nella loro funzione, o almeno fino ad un certo punto. Un confronto che non è mai decollato con i rappresentanti dei lavoratori, che adesso si sono incazzati. Anche il dialogo aperto con gruppi spontanei di lavoratori, con movimenti organizzati e con sindacati autonomi non ha prodotto, nonostante gli sforzi del personale e i ripetuti impegni assunti dall’esecutivo, alcun risultato e nessun passo in avanti è stato fatto. Quindi, se non è un problema di interlocutore, allora cos’è?

Un Governo, quello guidato da Rosario Crocetta, per quale, il nostro giornale ha voluto coniare una definizione ad hoc: “Trio dei sogni e dei rinvii”: CSC, ovvero, Crocetta Rosario, Scilabra Nelli e Corsello Anna Rosa.

Un Governo che si è spinto fino a stralciare tutti gli emendamenti riguardanti il sistema formativo regionale dalla discussione, a Sala d’Ercole, in occasione dell’approvazione del Bilancio e della legge Finanziaria 2013. Un esecutivo che si è spinto oltre, sino a produrre uno sterile tentativo di condizionare l’esercizio del diritto allo sciopero sancito dall’articolo 40 della Costituzione italiana che così recita: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”.

Dopo settimane di tentativi, da parte delle associazioni degli Enti formativi e dei sindacati dei lavoratori, di instaurare stabili relazioni sindacali, che il Governo ha glissato ripetutamente, le reiterate richieste di incontro hanno casualmente incontrato interesse nella definizione della data coincidente con la vigilia dello sciopero generale del 10 maggio.

Tutti gli interlocutori si aspettavano per l’occasione e finalmente, il compimento del passo politico, quello che conta e che è risolutore di ogni ‘faccenda’. Macché, nulla di tutto ciò! Solo ulteriori impegni assunti senza nulla di concreto; chiacchiere su chiacchiere, insomma!

Al punto tale da convincere i sindacati a proseguire la protesta con un sit in a partire dal prossimo 13 maggio sino allo sciopero generale, con corteo per le strade principali di Palermo, fissato per già il 16 maggio 2013.

Ecco, allora, la contromossa del Governo che, tallonato dai sindacati, ha ritenuto utile fissare un incontro per trovare una soluzione al futuro degli Sportelli multifunzionali e degli oltre mille e ottocento lavoratori. Incontro che dovrebbe tenersi a Palazzo d’Orleans il prossimo martedì 14 maggio.

Pare che l’intento del Governo sia quello di allungare al 31 dicembre l’attività degli Sportelli Multifunzionali. Ma di questo continuo “contentìno”, simile a una ‘pillola indorata di zucchero’, i lavoratori sono ormai stanchi.

 


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