Formazione/ I finanziamenti extra budget, il ‘caso’ di Patrizia Monterosso e la rabbia dei dipendenti

PIANO PIANO IL GOVERNO REGIONALE STA FACENDO INCAZZARE ANCHE GLI UOMINI E LE DONNE PIU’ PAZIENTI DEL MONDO: I LAVORATORI DI QUESTO SETTORE. LA NOTA DEL ‘COMITATO SPONTANEO’

Come avevamo previsto ieri, la ‘pace’ nel settore della formazione professionale siciliana è solo apparente. Ci sono troppi interessi in gioco. E ci sono, soprattutto, i soldi.

La Regione è ormai al dissesto finanziario. I Sindaci sono in rivolta perché lasciati senza soldi. Idem le Province. I forestali sono in subbuglio. Tra poco scenderanno anche in piazza gli 80 mila precari di Regione, Province, Comuni, Asp, enti e società regionali e perfino gli infermieri precari.

La Regione ha lasciato tutti senza soldi. Uno dei pochi settori dove ci sono ancora soldi è quello della formazione professionale. Ed è lì che si è concentrata l’azione del Governo regionale.

Di fatto, su 280 e passa milioni di euro di finanziamento – a tanto dovrebbero ammontare le risorse finanziarie della seconda annualità dell’Avviso 20 – per ora il Governo ha messo nel piatto 180 milioni circa. 100 milioni di euro se li sono già ‘sciroppati’.

Ma non gli bastano. Ne vogliono ancora. Un modo per prendere soldi potrebbe essere quello di utilizzare l’inchiesta della Corte dei Conti sui cosiddetti extra budget. Sotto inchiesta, per questa storia, ci sono politici e altri burocrati. Tra questi anche la segretaria generale della presidenza della Regione, Patrizia Monterosso. Che vorrebbe che gli enti restituissero i soldi presi negli anni passati a titolo di extra budget.

In realtà, la storia è molto più complicata di quanto appaia. In primo luogo, perché gli extra budget sono normati da una legge. Fuori legge, insomma, non sarebbero gli extra budget, ma un eventuale errato ricorso a questo istituto.

La storia, lo ripetiamo, è complicata. Più complicata di quanto sembri. E coinvolge, in pieno, i politici e i burocrati – e tra questi anche Patrizia Monterosso – sui quali, non a caso, a dicembre è prevista la sentenza di primo grado della Corte dei Conti.

Questo spiega perché la dottoressa Monterosso vorrebbe recuperare subito i soldi dagli enti che, a suo dire, avrebbero incamerato extra budget in violazione di legge.

Ci sono, però, due problemi.

In primo luogo, deve essere provata la violazione di legge. In pratica, si deve dimostrare che gli enti avrebbero preso i soldi che non gli spettavano.

In secondo luogo, il presunto reato fa riferimento a quando la formazione professionale siciliana era finanziata dalla Regione. Mentre la Regione, oggi, su input della dottoressa Monterosso, starebbe chiedendo agli enti la restituzione delle somme a valere sulle risorse del Fondo sociale europeo. Cosa, questa, che non sembra troppo regolare. Anzi.

Sulla vicenda interviene il Comitato spontaneo dei lavoratori della formazione professionale. Noi questa nota che leggerete di seguito l’abbiamo trovata ‘navigando’ su facebook.

Scrivono i protagonisti del Comitato spontaneo dei lavoratori della formazione professionale: “La Monterosso, dirigente per tutte le stagioni, rimasta indenne dai tempi di Cuffaro a quelli del ‘rivoluzionario’, Crocetta passando per Lombardo, è una delle artefici della distruzione della formazione professionale in Sicilia. Negli anni passati ha consentito, di comune accordo con gli Assessori di turno, a migliaia di assunzioni di personale e, per questo, ha concesso i famosi finanziamenti extra budget”.

“In parole povere – leggiamo ancora nella nota – hanno fatto campagna elettorale, con la formazione professionale, facendo esplodere il settore e portando la spesa fuori controllo. Non a caso la Corte dei Conti li vuole condannare tutti per danno erariale!”.

“Nella Sentenza n.259/A/2013 la Corte dei Conti – sezione di Appello afferma: …omissis….. Rileva, infine, la Procura che la procedura di incameramento disposta con il DDG 1522 del 12 aprile 2013 delle quote di spettanza dell’ANFE a valere sul predetto Avviso 20/2011 sarebbe in contrasto con il principio di integrità dei pagamenti ai beneficiari del contributo pubblico previsto dal regolamento (CE) n.1083/2006 ( che disciplina il fondo sociale europeo in cui all’art. 80 sono vietate le detrazioni o le trattenute che portino alla riduzione del contributo per i beneficiari) onde il principio di legalità imporrebbe al giudice di disapplicare gli atti illegittimi per violazione di legge e di regolamenti”.

A questo punto, la nota del Comitato spontaneo dei lavoratori della formazione professionale tira in ballo l’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e la dirigente generale del settore, Anna Rosa Corsello.

“In sintesi – leggiamo nella nota – la Scilabra e la Corsello, per curare gli interessi dei loro predecessori, all’ente presso il quale presto servizio hanno già trattenuto 2.900.000 euro, violando i regolamenti comunitari che garantiscono che i finanziamenti dei corsi devono essere integralmente corrisposti e non possono essere finalizzati ad altro, tanto meno ad evitare il pagamento del danno erariale per fatti che risalgono ai tempi in cui la Formazione era a carico del bilancio della Regione”.

Questo passaggio è importante ed è stato da noi già sottolineato: la Regione siciliana, anche se ormai è in condizioni finanziarie tragiche, non può trattenere i soldi di un presunto danno erariale, consumato con fondi regionali, trattenendo fondi europei.

“La Scilabra e la Corsello – prosegue la nota – che a parole dicono di tutelare i lavoratori, non hanno esitato un attimo a trattenere le somme dai mandati relativi alla gestione del trascorso anno formativo, a carico del Fondo sociale europeo, determinando la mancata erogazione degli stipendi da marzo a giugno!”.

“Facciamo questa affermazione – leggiamo sempre nella nota – perché la Scilabra e la Corsello, come anche la Monterosso, sono consapevoli del fatto che il 90% del finanziamento dei corsi è assorbito dalle spese per il pagamento del personale e che ogni trattenuta equivale a non pagare le retribuzioni dei lavoratori che hanno regolarmente consentito lo svolgimento dei corsi”.

“Quindi – scrivono sempre i lavoratori – secondo loro, a pagare le campagne elettorali 2007, 2008 e 2009 dovremmo essere noi, anche con decenni di anzianità nel settore. I lavoratori della formazione professionale, privati sino a 24 mesi di stipendio, sono stanchi di questo teatrino perché allo stremo delle forze”.

Quindi l’avvertimento finale: “ORA BASTA, CHI DEVE PAGARE PAGHI! SE SI AZZARDANO A TOCCARE UN’ALTRO EURO DAI FINANZIAMENTI DEI CORSI, CON L’ESERCITO DEVONO VENIRE!”.


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