Formazione/ Giuseppe Raddusa torna a scioperare: “Contro le false promesse del Governo”

IL LAVORATORE DELL’ENTE DI CATANIA SPIEGA LE RAGIONI DELLA PROTESTA CON UNA LETTERA AL GOVERNO REGIONALE DI ROSARIO CROCETTA

In una lettera indirizzata al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, all’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra e alla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale al ramo, torna a far sentire la sua voce Giuseppe Raddusa.

Il lavoratore, dipendente dell’Aram IeFP di Catania, che, in solitudine, ha sfidato i colossi, malati di sordita’, che governano quest’amata ed amara terra.

Dopo la protesta durata qualche settimana e sospesa dopo aver ottenuto il pagamento di alcune mensilità, è tornato ad alzare l’asticella della polemica, visto il solito andazzo nelle inumane cose che governano la Formazione professionale.

Siamo a qualche giorno dalla pausa ferragostana e mentre imperversa il legittimo istituto delle ferie, che svuota gli uffici del dipartimento Formazione professionale, il termometro dei pagamenti si è abbassato. Le promesse fatte dal gabinetto dell’assessore Scilabra e dalla dottoressa Corsello per lo sblocco di alcuni pagamenti, tanto per cambiare, si sono rivelate un bluff.

Ci risiamo, il Governo regionale promette e dimentica.

Raddusa, nell’accorata lettera, ripercorre il dramma sociale ed economico che non appartiene solamente alle difficoltà dell’ente in cui opera, ma è generalizzato a tutto il settore. Raddusa ha maturato 27 mensilità che si sono ridotte a due anni per effetto di circa trenta mila euro sbloccati durante il periodo in cui protestava incatenato davanti i cancelli dell’assessorato alla Formazione professionale di viale Regione siciliana a Palermo.

Somme relative ad alcuni acconti riguardanti corsualità di anni precedenti finanziate con l’Avviso 19/2011 e finalizzate ad erogare la formazione professionale a minori in obbligo scolastico. L’ente dal canto suo ha le sue colpe per i ritardi nel rispondere alle richieste di istruttoreia necessari per i pagamenti. Nei giorni scorsi il presidente dell’Aram IeFP, Raffaele Rizzone, si è reso protagonista di una ‘anomala’ scomparsa, poi rientrata, che aveva preoccupato familiari ed amici. Pare che l’indebitamento con il personale dipendente lo abbia spinto al gesto.

Adesso ci risiamo tutto è bloccato e nessun pagamento viene effettuato dal dipartimento. Raddusa, forse, non sa che circolano insistenti voci che la Regione siciliana avrebbe sforato il ‘patto di stabilita’.

Il che significa che i lavoratori della Formazione professionale e non solo loro possono dimenticarsi ad agosto di ricevere qualcosa.

Pare anche che non sia sufficiente una lettera del presidente della Regione per sbloccare il nuovo empasse in cui si è impantanato il Governo regionale.

Servirebbe, questa volta, la raccolta di tutte le relazioni sullo stato della spesa che i dirigenti generali di tutti i rami dell’amministrazione dovrebbero redigere.

Una cosa complicata per di più che siamo ad agosto, mese notoriamente dove le cose della burocrazia registrano un rallentamento portentoso.

Raddusa, nella citata lettera, annuncia che e’ pronto ad un’altra sfida, a tornare a cavalcare la protesta fino al gesto estremo, che scongiuriamo, di porre in vendita un rene per sfamere i propri figli, cosi’ come anticipato al nostro giornale nei giorni caldi dello sciopero.

Pubblichiamo, di seguito, la lettera di Giuseppe Raddusa.

Sono Giuseppe Raddusa, ho 42 anni sono sposato ed ho tre figli.

Lavoro presso l’A.R.A.M. Iefp di Catania, che si occupa esclusivamente del settore OIF (Obbligo Istruzione e Formazione) e vivo solo di questo. Come ben sapete, nel mese di Giugno ho iniziato una “battaglia” personale incatenandomi davanti all’Assessorato all’Istruzione e Formazione di Palermo per oltre due settimane, con l’intento di reclamare i miei diritti e gli stipendi arretrati che fino a quel momento erano ventisei.

Dopo un mese e aver affrontato mille peripezie, sono riuscito ad ottenere solo alcune mensilità arretrate, ma mi era stato promesso che nelle prime settimane di Agosto si sarebbe riuscito a sbloccare una buona parte di mandati, che significherebbero una buona somma di stipendi arretrati, cosa che ad oggi non se ne vede neanche l’ombra.

Voci che provengono dall’assessorato dicono che per sbloccare questa situazione servirebbero alcune cose che dovrebbe fare o fornire il Presidente dell’Ente, cosa che ad oggi non è ancora accaduta.

Io non so se questo sia vero, ma so per certo che il sottoscritto essendo un comune mortale, quindi privo di poteri extraterrestri, mi ritrovo nel bel mezzo di una GUERRA TRA TITANI: da un lato l’amministrazione regionale con la sua burrocrazia e dall’altro l’ente con le sue mancanze, che non so se sono volute o cause di una incapacità gestionale di un’azienda.

Prima di iniziare questa “lotta”, ho riflettuto a lungo sul da farsi non tanto per me, ma per i miei figli poiché provavo vergogna e non volevo metterli in imbarazzo con amici, compagni ecc ecc…

Ma pensandoci bene, non dormendo neanche la notte, ho capito che non debbo essere io a vergognarmi dato che non sono un ladro, uno spacciatore, un mafioso o qualsiasi altro individuo che commette atti illegali; ma dovrebbero essere gli altri (AMMINISTRAZIONE/ENTE) che mi hanno messo in questa situazione drammatica.

Volevo solo dire che, ormai essendomi SPUTTANATO con tutta la SICILIA, facendo sapere a tutti i disagi che viviamo io e la mia famiglia, sono pronto a riprendere la mia protesta e stavolta anche in modo più forte ed eclatante (vedi anche la vendita del rene per andare avanti), poiché non si debba pensare che con qualche misero stipendio mi si possa tappare la bocca.

E non si creda che il sottoscritto cerchi notorietà o visibilità con avvenimenti del genere, come magari fa qualcun altro.

Sono deciso ad andare fino in fondo perché NESSUNO può permettersi di rubare il sorriso ai MIEI FIGLI.


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