Formazione, Enti formativi all’attacco dell’assessore Scilabra

La concertazione istituzionale liquidata all’ombra del decisionismo politico? Secondo i rappresentanti delle associazioni degli Enti formativi sembra proprio di sì!

Dopo i sindacati, anche le associazioni degli Enti denunciano, in un comunicato congiunto, l’atteggiamento unilaterale assunto dal Governo regionale in barba alla concertazione quale percorso collaborativo e condiviso con le Istituzioni. La pubblicazione della nota assessoriale dello scorso 30 maggio ha prodotto esiti devastanti, a parere di Forma Sicilia, Cenfop Sicilia, Assofor, Asef, Anfop.

Il Governo regionale, dopo mesi di silenzio, ha avuto la capacità di scontentare tutti in un sol colpo. I soldi, pare, ci siano, ma i tagli sono stati apportati con conseguente licenziamento di tre mila e trecento lavoratori, da aggiungere ai settecento già fuori dal mercato del lavoro. Perché? All’ombra di Confindustria Sicilia, sono nati nuovi ‘appetiti’? Vedremo!

Intanto i titolari degli Enti passano all’attacco. “Le Associazione degli Enti, Anfop, Asef, Assofor, Cenfop Sicilia, Forma Sicilia – si legge nel comunicato congiunto – hanno richiesto una urgente audizione in ordine alle problematiche della Formazione Professionale ed alle misure previste dal Piano straordinario per il lavoro, congiuntamente in Seconda e in Quinta Commissione, permanendo la grave situazione di crisi in cui versa il sistema della Formazione Professionale, resa ancor più preoccupante a seguito della nota prot. 2247 del 30.05.2013 a firma dell’Assessore Nelli Scilabra e della Dirigente Generale Anna Rosa Corsello”.

Le Associazioni degli Enti” chiedono di fermare una situazione esacerbata e insostenibile, sia per gli Enti sia per i lavoratori. Altri 3.300 lavoratori si aggiungono ai dipendenti già licenziati per un totale di 4000 persone. Fatto gravissimo in presenza delle risorse sufficienti e disponibili che possono essere utilizzate per finanziare la seconda annualità dell’Avviso 20/2011 con il Piano Giovani/ Piano di coesione sociale”.

“Con serenità e con volontà politica è possibile – prosegue la nota degli Enti – come previsto dalle delibere di giunta e dal Piano di Azione e Coesione, utilizzare tutte le risorse allocate per l’attività di formazione 2013/2014 (seconda annualità). In particolare, il provvedimento dell’Assessore taglia pesantemente proprio il settore sociale, per le figure professionali di assistenza che trovano occupazione e contribuiscono alla coesione e integrazione sociale, impedisce ai giovani di qualificarsi in un settore che offre opportunità occupazionali e risponde ai bisogni sociali e delle persone. Bisogni che non sono solo di natura sanitaria”.

“Le Associazioni – leggiamo sempre nel comunicato – hanno chiesto, da sempre, di condividere un percorso attraverso una effettiva concertazione, in collaborazione con le Istituzioni. La risposta è stata, invece, quella di pubblicare un provvedimento dagli esiti devastanti. Al contrario, devono essere posti in essere subito tutti gli atti che permettano l’avvio del 100 per cento del Piano formativo ex Avviso 20/2011 – seconda annualità – senza soluzione di continuità. Oggi, e sicuramente per i prossimi mesi, nessuna persona ragionevole e davvero competente può assumersi la responsabilità di togliere lavoro alle persone”.

“Si opera per fare bene, ma non si può, su sommarie intuizioni – non supportate e riscontrate rigorosamente – distruggere lavoro e creare inutilmente disagio e disperazione. Nessuno – prosegue la nota – può oggi negare l’opportunità di acquisire competenze culturali, professionali ai giovani e a tutti coloro che non sono in possesso di qualifiche o di titoli spendibili. Oggi la Formazione, in questo tempo di crisi, insieme alle altre misure è una politica attiva del lavoro insostituibile, necessaria e possibile”.

“Dentro la denominazione di un corso – conclude il comunicato – non c’è solo una qualifica (una semplice terminologia), ma tante competenze. Una persona competente, agisce in modo competente e certamente possiede maggiori strumenti per la ricerca attiva del lavoro. Le Associazioni chiedono il rispetto dei principi della concertazione e il rispetto delle parti sociali”.

 


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