Lennesimo polverone investe il settore della formazione professionale in sicilia. Questa volta protagonista non un ente formativo, ma il governo regionale. A far scoppiare la polemica sono le nuove norme per laccreditamento pubblicate ieri sul sito dellassessorato regionale per listruzione e la formazione professionale. Ad innescare la miccia, lintroduzione unilaterale, tra i casi di sospensione e revoca dellaccreditamento il punto i) recante la seguente dicitura: esistenza di liti pendenti e/o contenziosi con lamministrazione.
Formazione, è guerra sullaccreditamento. La Cisl: “Attueremo scioperi sul modello Gesip”
Lennesimo polverone investe il settore della Formazione professionale in Sicilia. Questa volta protagonista non un Ente formativo, ma il Governo regionale. A far scoppiare la polemica sono le nuove norme per laccreditamento pubblicate ieri sul sito dellassessorato regionale per lIstruzione e la Formazione professionale. Ad innescare la miccia, lintroduzione unilaterale, tra i casi di sospensione e revoca dellaccreditamento il punto i) recante la seguente dicitura: esistenza di liti pendenti e/o contenziosi con lAmministrazione.
La contestazione arriva da tutti i fronti, politici e sociali. Non è andato giù il fatto che, nonostante una serrata trattativa con le parti sociali sui contenuti delle nuove norme da porre a regolamento dellaccreditamento, il punto in questione sia stato aggiunto allinsaputa di sindacati e associazioni degli Enti formativi. In pratica, prima il Governo avrebbe ottenuto il via libera sullimpianto del provvedimento e poi, lo ribadiamo, unilateralmente, avrebbe aggiunto il citato punto i). Una norma vessatoria perché farebbe fuori tutti coloro che, per svariati motivi anche legittimi, si trovassero nella condizione di dover avviare un contenzioso o una lite con la pubblica amministrazione regionale. Una norma che vanifica il diritto a difendersi anche in presenza di un errore degli Uffici regionali, che appare quindi in violazione con la Carta costituzionale. Una maniera per dire che obbedite o siete fuori.
Il Governo regionale, in siffatta maniera, appare sempre più lontano da un modello concertativo. Eppure le buone relazioni sembravano essere state ripristinate con la sottoscrizione dellaccordo del 3 giugno con lo Snals Confsal, e con i sindacati autonomi e del 4 e 7 giugno con le organizzazioni sindacali confederali e le associazioni degli Enti formativi. Sullo scivolone del testo pubblicato per qualche ora dal citato assessorato che riportava il riferimento al segretario generale di Palazzo dOrleans (sede della presidenza della Regione siciliana), vogliamo credere che trattasi di una mera e irrilevante svista, troppo esperta la dottoressa Monterosso per prestarsi a simili suggerimenti al limite della liceità (o della non conoscenza della basi del Diritto).
Gli operatori del settore e parte della politica regionale rappresentata allArs si aspettano una smentita su questaltra vicenda che non aiuta alla trasparenza del settore tanto auspicata dal presidente della Regione, Rosario Crocetta. Gli operatori del settore si rifiutano di pensare che vi sia una eminenza grigia che spinga lEsecutivo verso la volontà di ottenere la totale obbedienza. È un atteggiamento fuori ogni regola in quanto esclude il controllo giudiziario e quindi democratico sull’operato dell’amministrazione stessa. Il presidente Crocetta ha dato dimostrazione in questi mesi di saper difendere la legalità e fa rispettare le regole, in tal senso sarebbe quanto mai salutare un chiarimento.
Intanto, il Partito dei Siciliani (PdS/Mpa) annuncia battaglia parlamentare sulle citate norme per laccreditamento emanate ieri,dallassessore Nelli Scilabra. Ad innescare la polemica proprio il punto i) del testo. A parlare è Giovanni Lo Sciuto, esponente degli autonomisti e componente della commissione Cultura e Lavoro allAssemblea regionale siciliana. La norma – dice – è incostituzionale oltre che illegale perché non viene salvaguardato il diritto sacrosanto alla difesa dellEnte formativo di fronte a un contenzioso che può nascere durante lattività nei confronti dellamministrazione regionale e per il quale potrebbe avere ragione. Di fronte a tale lesione del diritto che mina la certezza del diritto il PdS/Mpa contesta latteggiamento giustizialista del Governo regionale. Chiederemo conto allassessore in Commissione.
Dal mondo sindacale registriamo la dura presa di posizione della Cisl: La Cisl Scuola chiede al presidente della Regione, Rosario Crocetta, di assumere la dottoressa Patrizia Monterosso alla guida della Formazione professionale in Sicilia visto che è lei a dettare le linee dellassessorato anche in continuità con quanto già operato durante il governo precedente dellallora governatore Raffaele Lombardo. Aggiungiamo che la mangiugghia, a cui fa riferimento Crocetta, continua da quello che leggiamo dalle nuove direttive sullaccreditamento”.
“Il presidente Crocetta – proseguono i cislini – si adoperi, piuttosto, a trovare, con azioni ordinarie o straordinarie, le modalità per pagare gli stipendi al personale della Formazione professionale altrimenti attiveremo forme di sciopero sul modello Gesip. È dimostrato che soltanto il modello di sciopero violento è quello che viene ascoltato dal presidente della Regione siciliana.
Per la Uil Scuola a parlare è il responsabile regionale del settore Formazione professionale, Giuseppe Raimondi. Rileviamo possibili profili di incostituzionalità nel punto i), norma delicata per il suo impatto sul sistema formativo nel suo complesso che avremmo voluto discutere prima con il Governo. Ci aspettiamo un confronto per trovare una possibile intesa.
Di norma illegale e incostituzionale parla Paolo Genco, presidente dellassociazione degli Enti formativi Forma Sicilia. Abbiamo condiviso tutto il percorso e limpianto normativo col Governo regionale, questo punto ci spiazza perché inserito fuori sacco. Ci aspettiamo un ulteriore momento di concertazione con lassessore Scilabra.
Intanto lassessore ha spostato il tavolo istituzionale previsto per oggi con le parti sociali al 31 luglio. Chissà perché!