Formazione, dov’è il cofinanziamento dell’Avviso 20?

La riforma della formazione professionale in Sicilia è oramai fallita miseramente intorno alla pretesa ed all’arroganza di coloro che pensavano di cambiare le carte in gioco per arraffare tutto. La moda di questi giorni pare essere l’improvvisa mancanza di risorse. Ma perché qualcuno aveva creduto che il finanziamento potesse essere davvero disponibile?

LinkSicilia non ha mai creduto alla favoletta. Infatti, adesso si scopre che lo strumento sul quale aveva trovato fondamento il processo riformatore del Governo Lombardo si gretola. La Cassa integrazione è finita. Secondo il dirigente generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale, Ludovico Albert, con l’avvio dell’Avviso 20/2011 per l’8 giugno 2012 nessun ente formativo avrebbe dovuto chiedere ulteriori coperture con l’ammortizzatore sociale in deroga. Sulla vicenda pare che Albert abbia precisato: “D’altronde è biasimevole che gli Enti utilizzino le somme assegnate dal progetto dell’Avviso 20/2011 e, contemporaneamente, le risorse della Cassa integrazione, che possono offrire ristoro ai lavoratori di altri settori in crisi: le attività dell’Avviso 20/2011 sono già operative dall’8 giugno 2012 e adesso dipende dagli Enti di formazione”.

Invece cosa è successo? Gli Enti sono andati avanti allungando il periodo di copertura, spalleggiati dalle organizzazioni sindacali, fino al termine del 2012. E non è tutto. Come abbiamo più affermato in questa ultime settimane, il cofinanziamento regionale ancora ad oggi non c’è. Cosa, questa, confermata anche da Albert nei giorni scorsi alle parti sociali. Lo stesso dirigente generale del settore ha limpidamente affermato “Sono disponibili 240 milioni di euro del Fondo sociale europeo, ma la quota regionale prevista per l’Avviso 20/2011 ancora non gli è stata assegnata”.

Quindi? La Corte dei Conti pare abbia iniziato a registrare i decreti di finanziamento. Almeno così sostiene Albert. E noi vogliamo crederci. Ma che significa? Non è che, ad un certo punto, una parte degli enti formativi, beneficiari del finanziamento a valere sull’Avviso 20, si ritroveranno a mani vuote? Insomma, più si va avanti, peggio è.

Altra domanda: se è vero che gli Enti operano da due mesi con il finanziamento dell’Avviso 20 perché non hanno richiamato tutto il proprio personale, garantendo il pagamento delle retribuzioni? Se la Cassa integrazione è finita perché l’Amministrazione Attiva non attua quanto previsto dalla legge regionale n.10 del 7 giugno 2011? Questa legge  prevede che il fondo di garanzia venga attivato ad integrazione dei fondi nazionali disponibili. Neanche su questa legge Albert sembra disponibile. Noi cominciamo a credere che il dirigente generale di questo settore, tecnico Pd super pagato, sia allergico alle leggi regionali e, forse, anche alla stessa Sicilia.

Avvistiamo, poi, altre preoccupazioni. Una per tutte: una sorta di classificazione tra dipendenti precari. Proprio così. Da un lato ci sono gli “esuberi strutturali”. A questa categoria apparterrebbero coloro che erano già senza copertura economica dall’Ente di appartenenza prima dell’avvento di Albert. Dall’altro, i precari nati con il costo unitario standard, quelli definiti dall’alto burocrate come esuberi congiunturali. Questi ultimi, di chiara emanazione piemontese lombarda. Questo cosa dovrebbe significare? Trattamenti diversi, destini diversi?

La vicenda ruoterebbe introno all’elenco ad esaurimento che i lavoratori amano chiamare Albo, perché a quello sono legati. Non foss’altro perché previsto dall’art.14 della legge regionale 6 marzo 1976, n.24. Secondo il pensiero di Albert, il fondo di garanzia sarebbe applicabile agli esuberi strutturali e non a quelli congiunturali collegati al disavanzo del bilancio degli Enti di formazione. E con quali risorse di bilancio? Con l’avvicinarsi della scadenza elettorale il rischio clientelare è dietro l’angolo.

Quindi cosa significherebbe tutto ciò? Che gli enti scaricherebbero su parte del personale il minore finanziamento ricevuto. Oppure la verità potrebbe essere un’altra. L’introduzione senza una fase transitoria del parametro unico pare abbia determinato lo sfascio del sistema, stravolgendo gli equilibri sul mercato. Pagano sempre i lavoratori. Questa è l’unica certezza.

Nelle ultime ore si starebbe tentando di porre rimedio, fanno sapere dagli uffici dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale. Ed anche qui un’altra grande preoccupazione. Gli esuberi come andrebbero ricollocati? Con quali procedure? Secondo quanto previsto dall’Avviso 20/2011, gli esuberi andrebbero riassorbiti tra gli enti stessi, seguendo una dichiarazione di disponibilità presentata in sede progettuale che ha costituito punteggio premiante. Anche qui, ci poniamo un interrogativo. Se le graduatorie di finanziamento dell’Avviso 20 sono a carattere provinciale, perché il ricollocamento degli esuberi dovrebbe transitare da una commissione di esperti centralizzata a Palermo? Non sarebbe più opportuno che gli Uffici provinciali del lavoro si occupassero della gestione del processo di mobilità? Magari seguendo la normativa regionale ancora in vigore?

E se un Ente richiede la professionalità di un laureato per una docenza? Difficilmente potrà trovare risposta tra gli esuberi. E probabile, invece, che ricorra ad esterni, utilizzandoli a prestazione. Un criterio che non dovrebbe trovare applicazione rispetto alla necessità di garantire i livelli occupazionali dei cosiddetti esuberi. L’indirizzo politico dell’assessore regionale alla Formazione professionale, Accursio Gallo, sarebbe quello di disattendere l’art.2 della legge 1 settembre 1993, n.25 e successive modifiche ed integrazioni. Proprio la legge che ha introdotto il principio della cosiddetta continuità lavorativa.

Una storia senza fine. Intanto i ricorsi pare aumentino. Sono sempre di più i lavoratori che si rivolgono alla Giustizia per tutelarsi.


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