Formazione, dal Governo Crocetta troppe delusioni per i lavoratori

Ci avviciniamo al giorno dell’insediamento del Tavolo tecnico istituzionale per la riforma della formazione professionale. Prosegue la marcia di avvicinamento del nostro giornale a venerdì 15, data prescelta dall’assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale, Nelli Scilabra.

E’ con decreto assessoriale, il n.9/Gab./2013 del 6 marzo scorso, che la giovane assessore ha istituito per l’appunto il Tavolo tecnico “quale sede di consultazione allo scopo di garantire la massima diffusione e concertazione non vincolante sulle scelte di carattere generale in materia di formazione professionale”. A farne parte sono chiamati due rappresentanti per ognuno dei 33 soggetti, tra pubblico e privato, individuati nel decreto.

L’assessore Scilabra parla di partenariato sociale, di strumento di partecipazione “per promuovere una più efficace mobilitazione sugli obiettivi perseguiti sulla base di una chiara identificazione delle rispettive responsabilità”. Inoltre, scorrendo la lettura dell’articolo 2 del citato decreto si riscontra l’intento dell’assessore di ampliare all’unisono il partenariato, avendo previsto la partecipazione delle associazioni riconosciute portatrici di interessi giuridicamente tutelati, aventi rilievo in materia di istruzione. Un pot-pourri di competenza, insomma!

Così appare questa iniziativa governativa. Pensare di strutturare il tavolo istituzionale con un funzionamento in seduta plenaria, o in seduta settoriale, a seconda delle esigenze, appare come un elefantiaco meccanismo infernale costruito ad hoc per “cambiare tutto, senza cambiare nulla”. Non sarebbe forse stato più facile che il Governo della Regione siciliana approntasse un disegno di legge organico da sottoporre a tutto il mondo del pubblico/privato per una democratica condivisione con strumenti snelli e veloci?

Ribadiamo il concetto espresso in altro articolo: l’iniziativa rispedisce la mente del lavoratore del sistema formativo regionale ai tempi del famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino). Il precedente Governo regionale, infatti, promosse una serie di incontri allargati alle forze produttive interessate; uno sforzo immane per produrre un documento chiamato “Buona formazione” che ha spaccato il mondo sindacale e datoriale all’atto della sottoscrizione.

Ma il danno più grave lo si è prodotto con l’Avviso 20/2011 che mutua le indicazioni contenute nell’accordo sulla “Buona formazione”, che tanti danni ha provocato nel sistema formativo regionale. E allora che fare?

Di certo non pensare al futuro mentre i lavoratori, ridotti sul lastrico, nelle prossime settimane potrebbero preparare forme eclatanti di protesta. E poi la riforma è meno complicata di quanto qualcuno voglia far credere. Le leggi di riferimento esistono e servirebbe applicarle: tutti e nessuno escluso, Enti, lavoratori e amministrazione regionale. Sono i ritardi dell’amministrazione regionale ad avere messo in ginocchio il settore.

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ama operare con slogan a effetto che attraggono l’interesse del cittadino, pronto a esprimere apprezzamenti sull’operato. Ma di quale azione di Governo stiamo parlando nel settore della formazione professionale? Non potrà esistere un futuro se si chiude il presente. E il rischio di Crocetta è proprio questo. Mentre convoca il mondo intero alla sua corte, per promuovere una riforma democratica e partecipativa del sistema formativo regionale, non un atto importante e risoluto è stato posto in essere dal suo Governo in questo delicato settore.

Sono diverse le criticità, non è giusto nasconderle, ma quale sia il nesso tra i problemi della formazione professionale siciliana che il Governo Crocetta sta lasciando incancrenire è un Tavolo tecnico composto da oltre 70 persone,non riusciamo proprio a capirlo.

Il presidente Crocetta si è insediato a novembre dello scorso anno. Sono passati più di quattro mesi. Abbiamo ascoltato annunci interessanti. Abbiamo vissuto una ‘rotazione’ molto discutibile negli uffici del dipartimento regionale ella Formazione. Ma di atti concreti ne abbiamo visto pochi. Oggi i lavoratori sono stanchi. Non ce la fanno più ad aspettare.

Rispetto a questi problemi reali molti dei soggetti investiti del ruolo in questo Tavolo tecnico cosa avranno da dire? Siamo proprio curiosi. Ci sarà pure una ragione se le ingenti risorse per l’erogazione della formazione continua, attraverso i fondi interprofessionali, non sono stati mai spesi? Di cosa stiamo parlando? Fare una riforma significa partire da ciò che c’è. Di certo, un valore che i sindacati non negozieranno è la salvaguardia del personale degli Enti, siano attivi che licenziati.

L’idea, avanzata da molti, potrebbe essere quella di rimettere in pista il Piano regionale dell’offerta formativa da indirizzare ai circa 50 Enti storici presenti nel sistema formativo regionale sin dal 2001, quali Enti strumentali della Regione siciliana, in attuazione di quanto previsto dalla legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976. Servirebbero circa 150 milioni di euro per finanziarlo con risorse regionali, statali e comunitarie. Il resto delle attività formative andrebbe a bando pubblico aperto a tutti. Rivedere l’Albo di cui all’articolo 14 della legge regionale n.24/76, suddividendolo per sezioni dove fari affluire i lavoratori assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2008.

Il sistema formativo regionale dovrebbe costituire l’interfaccia di famiglie e imprese per fornire loro adeguate risposte, un ventaglio, cioè, di scelte da attuare in assoluta libertà. Andrebbero riunificate le competenze del dipartimento regionale lavoro con quelle della Istruzione e Formazione professionale. Sarebbe anche auspicabile che si concentrassero tutte le competenze in atto in ogni assessorato regionale in materia di corsi di formazione. Sanità compresa, anche se nel caso specifico, per le particolarità del settore, sarebbe opportuno un provvedimento inter assessoriale.

Un sistema formativo regionale composto da tre filiere: Servizi Formativi, Interventi formativi e Obbligo scolastico (Oif). Il sistema dell’accreditamento dovrebbe, a nostro avviso, perseguire l’obiettivo di creare tre apposite sezioni gestite d norme serie e condivise.

Ma siamo sicuri che l’intendo del Governo regionale sia quello di mettere mano seriamente alla riforma del settore? Manteniamo le nostre riserve sull’intera operazione posta in essere da questo esecutivo regionale. Non escludiamo anche possibili “sciacalli”. Vedremo nei prossimi giorni.?

 

Giuseppe Messina

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