Formazione, da 27 mesi senza stipendio

PARLA UN DIPENDENTE DI UN ENTE CON SEDE A CATANIA CHE SI OCCUPA DI OBBLIGO FORMATIVO. “CONTINUIAMO A LAVORARE PER SENSO DI RESPONSABILITA’, PERCHE’ CI OCCUPIAMO DI MINORI CHE ABBANDONANO LA SCUOLA CHE NON POSSONO ESSERE ABBANDONATI”

di Claudia Campese

«Ci scontriamo con una Regione siciliana che mostra tutta la sua inadeguatezza gestionale. Adesso tutti si preoccupano di non deludere i 1600 ragazzi che hanno partecipato al Piano giovani, ma tra i 90 deputati all’Assemblea regionale siciliana qualcuno ha mai pensato se anche noi siamo delusi o stanchi? Strumentalizzano questa storia per trarne un vantaggio di immagine».

Commenta così le polemiche politiche di queste settimane Alessandro Gullè, dipendente dell’ente di formazione regionale Anfe nella sede di Caltagirone e sindacalista Cisl. Davanti all’attesa di 27 stipendi arretrati e mai pagati, lo ha fatto solo arrabbiare di più la zuffa interna all’assessorato alla Formazione per i tirocini per giovani disoccupati annullati dopo il click-day regionale fallito. E in questa vicenda Gullè non salva nessuno: né il governatore regionale Rosario Crocetta, né l’assessore Nelli Scilabra e nemmeno la dirigente Anna Rosa Corsello.

A novembre dello scorso anno, alcuni dei circa 180 dipendenti Anfe erano saliti in protesta sui tetti delle loro sedi. Allora rivendicavano 20 mensilità arretrate.

«Intanto non è cambiato niente – racconta Gullè -. Mentre in Regione mangiano, noi da 27 mesi siamo senza stipendio, con famiglie e figli a carico, nonostante il mio ente abbia tutte le carte in regola».

A poco è servito alle famiglie il pagamento di due mensilità dovute.

«E intanto noi abbiamo continuato a lavorare per senso di responsabilità – continua il dipendente -. Perché noi ci occupiamo di obbligo formativo, contrastiamo la dispersione scolastica».

Con corsi professionali rivolti ai minori dai 14 ai 18 anni che, dopo la scuola media, decidono di non continuare a studiare.

«Da anni ci pagano a singhiozzo – spiega Gullè – eppure i soldi arrivano dal ministero dell’Istruzione, per la Regione sono somme accantonate».

Una situazione rimasta immutata anche dopo lo sblocco del Patto di stabilità che, a luglio, aveva promesso di destinare 72 milioni di euro proprio al pagamento degli stipendi.

«Fin dal primo giorno del suo insediamento, il Governo Crocetta ha disatteso tutti gli accordi con le sigle sindacali – racconta il lavoratore – Dicono sempre che non ci sono soldi, ma i deputati, nella finanziaria ter (legge di assestamento di Bilancio 2014 ndr), hanno inserito una norma che garantisce il loro stipendio in ogni caso, è una vergogna».

In questi mesi, intanto, tra lavoratori e Regione non c’è mai stato un contatto. Non un incontro, né una parola da parte del governatore Crocetta, dell’assessore Nelli Scilabra o della dirigente Anna Rosa Corsello. Adesso impegnati a gestire lo scontro – mediatico e politico – sul fallimento del Piano giovani.

«Che le loro beghe interne se le discutano nei loro palazzi e nelle loro stanze – conclude Alessandro Gullè -. Noi abbiamo diritto ad avere quello che ci spetta e a vivere con quello che ci è dovuto».


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