Formazione 2/ Sindacati e lavoratori divisi sulla riforma di settore

Mentre la Formazione professionale e i suoi lavoratori navigano nelle tormentate acque dell’incertezza e dell’attesa trepidante, diverse e contrapposte si presentano le posizioni dei sindacati.

Da un lato Cgil, Cisl e Uil, “sparati sul finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011”.

Dall’altro un cartello di sindacati autonomi (Cobas) e movimenti di base dei lavoratori che rivendicano altro.

Su tutti lo Snals, sindacato confederato Confsal e firmatario del Contratto collettivo di lavoro del settore che pare avere subito le maggiori pressioni romane.

Indiscrezioni raccontano di “strane telefonate” per convincere il sindacato della scuola ad allinearsi alla posizione di Cgil, Cisl e Uil sulla prosecuzione dell’esperienza dell’Avviso 20/2011. Lo Snals avrebbe chiesto un urgente incontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e con l’assessore, Nelli Scilabra, per difendere le proprie idee.

Per Giuseppe Milazzo, responsabile regionale del settore formazione professionale dello Snals, “occorre seguire la strada del risanamento imponendo regole, certezze, ordine tra gli Enti, individuare ed intervenire sui diretti responsabili dell’attuale crisi e non su chi vi lavora. Si colpisce il muro più basso senza scardinare il vero ostacolo, cioè chi ha reso il settore un ambiente selvaggio e senza regole”.

Lo Snals Confsal, settore formazione professionale, in un comunicato chiarisce i punti salienti della riforma. Concorda con la Regione per il blocco delle assunzioni, per il parametro unico e il fondo di garanzia. Diverse le richieste riportate in un documento come l’istituzione dell’Albo unico, ai sensi dell’ex art. 14 della legge regionale 24/76 con relativa pubblicazione.

Inoltre, altra richiesta concerne il controllo sulle procedure di licenziamento adottate dagli Enti formativi. Soggetti che, se da una parte si considerano associazioni morali nella loro natura giuridica, in quando non in grado di offrire le giuste garanzie di corresponsione delle mensilità maturate dal personale e non pagate, dall’altra operano come impresa nell’applicare le previsioni della Legge 233/91 utilizzate per licenziare il personale. Tutto ciò senza cercare, e quindi trovare, tutte le forme di tutela aggiuntive, integrative e/o sostitutive, per il personale.

Un comportamento, quello tenuto dagli Enti formativi, che disattende apertamente la normativa regionale, il Contratto collettivo di lavoro (Ccnl) e, ancor più, la circolare assessoriale 10/94. Atto amministrativo che invita gli Enti ad impiegare i lavoratori già in forza e privi di incarico, prima di assumere nuovo personale, confermato dalla recente nota n.7703 dello scorso 24 aprile a chiarimento e firmata dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale ad interim del dipartimento Istruzione e Formazione. Decisione che rimette in pista proprio lo strumento previsto dall’articolo 132 della legge n.4 del 16 aprile 2003 (Fondo di garanzia).

Ancora Milazzo, precisa: “Come più volte proposto, riteniamo fondamentale e prioritaria la garanzia di tutti i lavoratori che operano nelle tre filiere (interventi, servizi e obbligo formativo). Tale garanzia è realizzabile attraverso la piena attuazione del combinato disposto degli artt. 2 della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993 e n.39 della legge regionale n.23 del 23 dicembre 2002 e l’ applicazione del Ccnl della formazione professionale, per assicurare agli utenti siciliani una formazione professionale in grado di offrire qualifiche effettivamente spendibili sul mercato del lavoro e, ai lavoratori, il diritto di percepire la retribuzione con cadenza mensile, a fronte della prestazione lavorativa offerta.

Anche dal coordinamento sindacale di base della formazione professionale Sicilia Cobas Scuola e Cub Scuola è partita, nelle scorse ore, una lettera di richiesta incontro con il Governo regionale. Il sindacato autonomo usa un linguaggio chiaro e facilmente leggibile. Sul progetto di riforma del settore, il sindacato fa sapere che ritiene essenziale e fondamentale che il nuovo impianto di riforma mantenga le tutele giuridiche a favore dei lavoratori, traendone esempio da quelle previste dalla Legge regionale n.24/76, dal Fondo di garanzia, e dalla Legge regionale n.25/1993.

Nella nota trasmessa alle istituzioni competenti il sindacato di base pone forti e chiari a difesa dei lavoratori come:

1. Doppio conto corrente, di cui uno intestato solo alla voce personale, su cui accreditare 80% delle somme necessarie a coprire la voce personale;

2. Accesso agli atti contabili degli Enti: nelle caratteristiche di Accreditamento deve essere prevista la figura di un rappresentate dei lavoratori, liberamente eletto dall’assemblea dei lavoratori del Centro di Formazione di appartenenza;

3. Nelle caratteristiche di Accreditamento devono essere posti chiari concetti di incompatibilità tra la figura di dipendente di un Ente e Amministratore, legale rappresentante o componente del consiglio di amministrazione di un altro Ente di formazione;

4. La totale Copertura retributiva e assicurativa dei lavoratori durante il percorso di riqualificazione per come previsto dal Ccnl 2011/2013 articolo n.12 seconda parte comma 1, che richiama espressamente l’art. 26 del contratto collettivo 1994/97 (mobilità- riqualificazione), nonché quanto disposto dalla legge regionale n. 25/1993 art. 2;

5. Impegno immediato e tangibile a favore dei lavoratori della provincia di Caltanissetta, che sembrano dimenticati al loro triste destino.

Da Ugl Scuola e da Unione Lavoratori Liberi apprendiamo che sono in corso, in queste ore, assemblee dei lavoratori per decidere la linea da seguire che dovrebbe confermare la difesa della nromativa regionale di settore, in quanto di maggior favore per il personale dipendente assunto a tempo indeterminato dagli Enti formativi.

Ribadiamo che il presente giornale non ha nulla contro l’Avviso 20/2011, pur avendolo criticato e osteggiato per avere seguito logiche lontane dalla salvaguardia dei livelli occupazionali e dalla tenuta del sistema formativo. Ribadiamo che se può attutire l’impatto sociale negativo (che si riscontrerebbe nel caso di vuoto delle attività formative), garantendo il lavoro a qualche migliaio di lavoratori, è giusto che venga attuato, magari con maggiore trasparenza e snellimento procedurale. È pur vero che, nelle ultime settimane, abbiamo raccolto le opinioni e le proposte di tantissimi lavoratori che auspicano qualcos’altro.

Abbiamo messo insieme le diverse opinioni e ve le sottoponiamo, convinti come siamo che il confronto e la chiarezza dei temi possano aiutare a superare il momento difficile.

Per esempio i lavoratori ci fanno sapere che puntano:

– alla pubblicazione immediata dell’Albo del personale ad esaurimento della Formazione professionale ex art. 14 della legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976, aggiornato con il personale assunto ed in servizio entro il 31 dicembre 2008, pubblicato in Gazzetta Ufficiale Regione Siciliana con i nomi degli aventi diritto e previo controllo delle effettive date di assunzione, al fine di bloccare definitivamente le assunzioni;

– al doppio conto corrente di cui uno intestato solo alla voce personale su cui accreditare in anticipo le somme necessarie a coprire il costo degli operatori;

– alla totale Copertura retributiva ed assicurativa dei lavoratori durante il percorso di riqualificazione, anche attraverso lo strumento del fondo di garanzia previsto dall’articolo n.132 della legge regionale n.4 del 16 aprile 2003 e Copertura del capitolo di bilancio n. 717910 della legge regionale n. 24 della l.r. 6 marzo 1976, necessità finalizzata al sostegno del sistema e del personale della formazione professionale;

– all’avvio immediato del personale licenziato, sospeso e posto in CIGD ai progetti di riqualificazione per il reinserimento nel sistema della formazione professionale (come il personale degli enti di Caltanissetta, il personale degli enti di formazione con revoca dell’accreditamento, ecc.);

– alla risoluzione problematica dell’Obbligo formativo (avviso n. 19/2011) e chiudere le rendicontazioni dal 2008 al 2012 per pagare i lavoratori che attendono anche 18 mensilità;

– alla risoluzione problematica del personale dei Servizi Formativi (sportelli multifunzionali) e che attendono anche dodici mesi di stipendio;

– all’immediato sblocco del pagamento degli emolumenti per pagare il personale con la nomina di ufficio di monitoraggio e di trasparenza dei mandati di pagamento;

– alla nomina di un funzionario per pagare l’integrazione regionale del fondo di garanzia per l’anno 2012;

– all’avere chiarezza sulla programmazione regionale in materia di funzionamento dei tre ambiti del Sistema della Formazione Professionale.

Il nostro giornale, attraverso il presente articolo, intende proseguire il percorso di verità intrapreso con l’impegno nel settore, nel tentativo di smascherare interessi sottesi, non proprio generali, che impediscono un serio processo di riforma del settore della formazione professionale. E intanto il 30 aprile si avvicina senza una linea politica e con diverse idee contrapposte tra sindacati non proprio uniti. Cosa accadrà?

 


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