Formazione 2/ Servono atti concreti in favore dei lavoratori

Tra qualche ora sarà il nostro Giuseppe Messina a provare a spiegare quello che sta succedendo nel mondo della formazione professionale siciliana. Noi, in questa sede, ci imitiamo a qualche considerazione.

Cominciando dal numero delle revoche annunciate dal Governo regionale di Rosario Crocetta. A noi la revoca per 235 Enti formativi sembra un numero incredibile. Forse – ma questo lo spiegherà meglio Giuseppe Messina – si potrebbe trattare di 235 sedi. Magari ci potrebbero essere Enti che hanno più sedi, alcune delle quali mai diventare operative. Che, giustamente, verranno chiuse.

O, ancora, ci potrebbero essere Enti che, benché accreditati, non hanno mai operato. Ma, lo ripetiamo, 235 Enti ai quali sarebbe stato ritirato l’accredito a noi sembra un numero enorme.

Restano aperte altre due questioni: i lavoratori e le risorse del Fondo sociale europeo. Sui primi il Governo Crocetta deve dare risposte concrete, sui secondi l’attuale esecutivo non ha responsabilità.

Il presidente Crocetta dice che tutelerà i circa 10 mila lavoratori del settore. E li invita a non preoccuparsi. Detto questo, vorremmo aggiungere sommessamente che, quando si percepisce ogni mese lo stipendio, si può comunque stare tranquilli.

Solo che, nel caso della formazione professionale, ci sono lavoratori che non percepiscono lo stipendio da sei mesi, da un anno e alcuni anche da un anno e mezzo. Il presidente Crocetta sarà d’accordo con noi che, senza stipendio, non è facile restare tranquilli. Soprattutto se si hanno figli a carico, se c’è da fare la spesa o da pagare l’affitto o il mutuo.

Noi nutriamo fiducia in questo Governo. Vorremmo, però, che da questo Governo partisse un segnale di concretezza verso i lavoratori. Questo sì che darebbe fiducia a tutti.

Il Fondo sociale europeo (Fse) destinato alla Sicilia, infine. Questa mattina, su altre testate, l’ex assessore regionale, Mario Centorrino, e l’ex dirigente generale, Ludovico Albert, hanno detto che i soldi dell’Fse sarebbero stati “messi in sicurezza” a Roma.

E’ un modo molto strano, quello di prendere i soldi destinati alla formazione professionale siciliana per dirottarli al Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica (MIUR).

Noi sapevamo che a Roma sono stati dirottati 450 milioni di euro. Stamattina abbiamo appreso che sono 480.  Di questi, 200 dovrebbero servire per il Piano giovani (che ormai è ‘invecchiato, visto che se ne parla da anni, ma non si vede ancora nulla) e 280 per la seconda annualità dell’Avviso 20.

Secondo noi, né Centorrino, né Albert la raccontano giusta. Noi ricordiamo che la disponibilità del Fondo sociale europeo destinata alla Sicilia era pari a oltre 2 miliardi di euro. Passino i 480 milioni dirottati a Roma con la promessa di un ‘ritorno’ in Sicilia di questi soldi (anche su questo la vogliamo vedere tutta: se questi  soldi non verranno spesi in Sicilia inviteremo i 10 mila lavoratori della formazione professionale siciliana a chiedere conto e regione all’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a Centorrino e ad Albert).

Noi, però, vogliamo capire che fine hanno fatto tutti i soldi del Fondo sociale europeo.

All’appello, come abbiamo scritto stamattina, manca un altro miliardo e mezzo di euro. Dove sono finiti questi soldi? 


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