«Per il momento non è il caso di dare notizie certe, date, orari e modalità. Ci stiamo riunendo e nel pomeriggio annunceremo il da farsi». Così Francesco Crupi, uno dei leader dei manifestanti che hanno annunciato blocchi e presidi a partire da domani sera, sulle diverse voci che si rincorrono in queste ore. Intanto già da ieri sera si sono registrate lunghe code ai distributori di benzina e anche sul web gli utenti sono divisi tra sostenitori e oppositori del movimento. Leggi i commenti in Rete
Forconi, incertezza sulle manifestazioni Prefetture e cittadini in allarme in tutta l’isola
Fronte diviso e protesta in forse. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione, previsto a oltranza sotto forma di blocchi stradali e presidi a cominciare dalle 22 di domani sera, c’è incertezza attorno alle manifestazioni organizzate dai Forconi, il movimento che nel gennaio 2012 paralizzò per giorni la Sicilia. «Per il momento non è il caso di dare notizie certe, date, orari e modalità. Ci stiamo riunendo e nel pomeriggio annunceremo il da farsi», spiega uno dei leader, Francesco Crupi.
Già nella serata di ieri voci contrastanti sul futuro delle agitazioni si sono rincorse senza sosta sul web. A contribuire all’incertezza è stato anche il passo indietro annunciato da un’altra figura importante della protesta, Giuseppe Richichi, coordinatore dell’Aias (Associazione imprese autotrasporti siciliani) e del movimento collegato al mondo dei trasporti su gomma, Forza d’urto. «Non c’è alcuna spaccatura – premette Richichi – la nostra associazione ha revocato lo sciopero perché abbiamo avuto la garanzia di un tavolo lunedì a Roma sulle problematiche della categoria». Le altre sigle – dall’Aitras al movimento autonomo – parteciperanno al blocco. «Se i nostri associati, come liberi cittadini vorranno aderire potranno farlo. Noi abbiamo ritenuto di dover accettare il confronto che ci è stato proposto», lasciando all’iniziativa personale la possibilità di manifestare sui temi lanciati da quanti aderiranno alla giornata nazionale di protesta indetta per lunedì 9.
Oltre a parte del mondo degli autotrasportatori, viene meno anche la partecipazione un altro comparto, quello dei pescatori. «Non aderiamo perché non condividiamo più le modalità della protesta – annuncia Fabio Micalizzi, presidente dell’Associazione pescatori marittimi professionali – Due anni fa era necessario scuotere le coscienze e l’opinione pubblica, anche a costo di arrecare qualche disagio alla popolazione. Venne a mancare, tuttavia, il salto di qualità e quella che era una straordinaria occasione di ribellione popolare si annacquò in sterili personalismi e interessi di categoria», prosegue Micalizzi riferendosi anche al flop del movimento alle elezioni regionali del 2012 e alle politiche 2013.
Intanto tra i consumatori cresce l’apprensione. Il ricordo di serbatoi a secco e caos ai caselli è ancora vivo nei cittadini isolani, e già da ieri sera si sono registrate lunghe code ai distributori di benzina a Catania e Palermo. Anche le prefetture di tutta la regione sono in allarme e alle falde dell’Etna sono stati vietati gli assembramenti agli ingressi dell’autostrada e in centro, in via Etnea e piazza Duomo da domani fino a venerdì 13. «Vogliono creare un clima di terrore – spiega il leader dei Forconi – Stanno combinando non si sa che cosa». Ma secondo Francesco Crupi l’allarme delle istituzioni non fa altro che rafforzare le convinzioni dei manifestanti.
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