Fondi europei, metodo aperto per non far affluire le risorse nelle mani di chi è responsabile dell’arretratezza e della conservazione

DESTABILIZZARE LE TRAPPOLE DEL NON SVILUPPO APRENDO VARCHI INNOVATORI

Finalmente i misteri della Programmazione Siciliana sui Fondi Europei si apriranno, almeno a parole, alla contaminazione – conoscenza di operatori e cittadini. In ossequio a una direttiva europea che “stabilisce, per i progetti finanziati dai Fondi Strutturali e d’Investimento Europei della nuova programmazione, che ogni Stato membro sia, tra l’altro, tenuto a fornire ai partner informazioni adeguate e tempi sufficienti per un corretto processo di consultazione”. Il Dipartimento della Programmazione in collaborazione con il Formez ha organizzato una due giorni, a Palermo e Catania, per presentare il progetto.

L’otto aprile, a Palermo, presso la Scuola Politecnica (Facoltà di Ingegneria) dell’Università degli Studi di Palermo, e il 9 aprile, a Catania, presso Palazzo Platamone, con i seminari “Promozione del percorso partecipato per la redazione del nuovo POR FESR 2014-2020” e i successivi workshop “Promuovere sul territorio OPEN FESR” si proverà a gettare le basi informative per il decollo del progetto vero e proprio: una consultazione pubblica online rivolta ai cittadini e agli stakeholder pubblici e privati direttamente interessati dal programma operativo.

Certo se si osservano i risultati della programmazione 2007 – 2013 con i suoi due miliardi di euro pagati su 4 impegnati e 6 e mezzo avuti in dotazione, siamo a un livello molto basso di utilizzo.

Il precedente ministro per la coesione Barca aveva ben individuato le motivazioni e con forza formulava un vero j’accuse alle classi dirigenti meridionali:

“Esiste un crescente consenso nell’interpretare le “trappole del non-sviluppo”quale risultato di scelte consapevoli delle classi dirigenti locali e nazionali. Tali scelte sono dettate dalla convenienza a estrarre un beneficio certo dalla conservazione dell’esistente – giovani non istruiti, accessibilità inadeguate, imprese inefficienti assistite, barriere amministrative all’entrata, ambiente non tutelato, bandi di gara e progetti mal fatti – anziché competere per un beneficio incerto in un contesto innovativo e in crescita In altri termini, l’azione pubblica è di cattiva qualità non per l’incapacità delle classi dirigenti che ne sono responsabili, ma per la loro espressa volontà.

Se così stanno le cose, l’azione pubblica per la coesione, nel mirare a creare per tutti i cittadini opportunità di vita, lavoro e impresa che dipendano il meno possibile dalle condizioni e luogo di nascita, deve destabilizzare queste trappole del non-sviluppo, evitando di fare affluire i fondi nelle mani di chi è responsabile dell’arretratezza e della conservazione. Aprendo invece varchi per gli innovatori sia nei beni pubblici che produce, sia nel modo in cui li produce.

Le innovazioni di metodo proposte sono rivolte ad aprire tali varchi. Ecco perché il “come spendere” è così rilevante”.

Se il programma lanciato domani a Ingegneria si muoverà su questo solco avremo ben speso i soldi per organizzare l’evento e aperto i santuari della Programmazione alla parte viva e vitale della Sicilia. Se viceversa si utilizzeranno procedure nuove per mascherare vecchi e arcaici metodi, la programmazione sarà ancora una volta veicolo per l’arricchimento di pochi e l’ennesima opportunità mancata per la Sicilia.


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