39 risultati utili consecutivi, un gioco brillante e votato all'attacco. Sostenuto da un reparto arretrato impenetrabile. Il tecnico della squadra giallorossa, capolista nel girone C di Promozione, parla a MeridioNews dei tratti salienti di un gruppo ambizioso: «I ragazzi ci tengono tanto, quando prendono un gol diventano dei pazzi».
Focus Promozione, Jonica: i segreti di mister Moschella «Miglior difesa, ma gioco anche con cinque attaccanti»
«Negli ultimi due anni siamo stati sempre nelle zone alte della classifica. Siamo un po’ abituati, ma al di là di questo non abbiamo mai pensato di vincere il campionato, non siamo partiti per quello». Il tecnico della Jonica, Mimmo Moschella, commenta così a MeridioNews la vetta della classifica occupata dalla sua squadra nel girone C di Promozione, dove precede compagini forse più quotate. «La squadra – continua l’allenatore – è stata costruita tre anni fa con molti giovani. Adesso stiamo raccogliendo i frutti. In campionato veniamo da 39 risultati utili consecutivi». Domenica scorsa, però, i giallorossi hanno subito mezza battuta d’arresto pareggiando fuoricasa contro il Merì, ultimo in classifica: «Abbiamo beccato una giornata storta – spiega Moschella –. Abbiamo subito gol dopo un quarto d’ora e poi un’espulsione arrivata troppo veloce. Per fortuna siamo riusciti a rimontarla, abbiamo cercato di vincerla fino alla fine ma in dieci ci siamo dovuti accontentare».
Questo anche perché la rosa è composta da molti giovani: «Con la Jonica ho cominciato quattro anni fa allenando i Giovanissimi regionali. Per me era la prima esperienza con i ragazzi e siamo arrivati alle semifinali regionali. È stata una bella esperienza e da lì è nato un cammino importante nel settore giovanile. L’anno dopo gli Allievi hanno vinto il campionato e adesso di quei ragazzi mi trovo in prima squadra cinque 2000, parecchi ’99 e qualche ‘98». Numero da sottolineare è sicuramente lo zero alla casella sconfitte: «Non ne parliamo mai tra di noi. I ragazzi ci tengono in modo particolare e facciamo in modo di non nominare neanche la serie positiva. Quando prendiamo un gol, diventano dei pazzi. L’anno scorso siamo stati la miglior difesa della Sicilia e quindi non ci siamo abituati. Stiamo cercando di non perdere».
Il modo di interpretare le partite da parte di Moschella è molto offensivo, probabilmente lo si potrebbe definire un tecnico più che zemaniano: «Gioco sempre a tre davanti, spesso anche a quattro e qualche volta ho finito la partita anche con cinque attaccanti. La difesa è importante, ma a farla deve essere il collettivo. Abbiamo tanta voglia di vincere e anche una mentalità vincente. Col sacrificio di squadra si riesce a difendere anche bene». Numeri e classifica parlano chiaro. La Jonica ha infatti la miglior difesa del torneo con sole tre reti subite: «Abbiamo due centrali da categoria superiore: mi riferisco a Sanfilippo ed Herasymenko, molto esperti, dinamici e reattivi. Loro salvano parecchie situazioni anche nell’uno contro uno. Inoltre gioco con un ’99 in porta già da due anni, questo è un dato importante e abbiamo un’ottima organizzazione difensiva». Al contrario, l’attacco non è proprio il più prolifico del girone C, con 16 gol fatti finora: «Questo è un nostro difetto, una lacuna che non siamo ancora riusciti a colmare. Segnano un po’ tutti, abbiamo fatto gol con nove giocatori diversi, però non abbiamo un vero bomber, quello che la butta sempre dentro. La società non ha troppe risorse economiche e quindi non riusciamo a prendere un attaccante importante».
L’obiettivo della squadra giallorossa non è certamente quello di vincere il campionato, ma sicuramente c’è tanta voglia di fare bene: «L’anno scorso – ammette Moschella – abbiamo fatto un campionato straordinario, siamo arrivati alla finale play off persa col Città di Messina. Lì i ragazzi hanno pagato anche un po’ di emotività. Quest’anno vogliamo far bene. L’obiettivo non è la vittoria del campionato, sappiamo che ci sono squadre più attrezzate. Noi abbiamo un’ottima organizzazione e abbiamo preso due elementi come Aricò e Galletta che si sono inseriti bene. In ogni caso non ci tiriamo indietro». Se a Santa Teresa di Riva non si tirano indietro, per Moschella le favorite restano comunque altre. «Il Terme Vigliatore – prosegue il tecnico – è partito da una fusione con il San Biagio. Hanno speso tanti soldi e hanno preso giocatori importanti. Il Tirrenia è una società nuova, ma la squadra è del presidente del Messina, Sciotto. Sono molto organizzati e compatti. C’è il Viagrande e poi l’Aci Sant’Antonio, che a dicembre spenderà per rinforzare la squadra».
La Jonica finora le ha affrontate tutte e quattro, ottenendo sempre lo stesso risultato, la vittoria. Un dato da non sottovalutare, considerando che si tratta di scontri diretti: «Le abbiamo incontrate tutte e abbiamo sempre vinto. Siamo molto fiduciosi e da qui alla sosta di campionato vogliamo continuare a fare bene. Non facciamo mai un programma con i ragazzi, a loro ho sempre detto che contiamo soltanto noi. Massimo rispetto per gli avversari, ma se noi giochiamo sempre con determinazione possiamo vincere con tutti». In squadra, in ogni caso, il tecnico ha diversi elementi su cui ripone la massima fiducia per il futuro: «Abbiamo Mattia Fava, un ’99 talentuoso che nel settore giovanile ha sempre fatto 33-35 gol a campionato. Purtroppo ancora è molto istintivo, è un attaccante esterno che ancora non è riuscito a esprimere tutto il suo potenziale, ma è stato convocato l’unico convocato in Nazionale Dilettanti. Non vorrei comunque dimenticare anche Gugliotta e Aricò, con quest’ultimo che ha fatto la Primavera della Juve e poi ha giocato diversi anni in serie C».
A livello personale, Moschella si dimostra un tecnico attaccato all’ambiente ma anche molto ambizioso: «Alleno da cinque anni. Il passaggio da giocatore ad allenatore non è facile, magari si pensa che lo sia ma non è così. Sono un uomo della società perché sono cresciuto con loro. Sono comunque molto ambizioso, quest’anno ho avuto qualche richiesta, ma io parto già da un punto importante che è la Jonica, non è facile guardare ad altro perché qui c’è organizzazione e un ambiente familiare. Per andare via da qui – conclude mister Moschella – serve un’occasione importante».