Flop dei tirocini formativi/ ‘Lex magistralis’ del lavoratore Antonino Spartà: “L’assessore Bruno come Schettino”

LETTERA DI EX SPORTELLISTA AI PARLAMENTARI DELLA COMMISSIONE CULTURA E LAVORO DELL’ARS. PER RACCONTARE L’EVOLUZIONE DEL SETTORE DAL 2000 AL 2013. CON L’AUSILIO DETERMINANTE DEI 1800 OPERATORI CHE HANNO OPERATO NELLE POLITICHE DEL LAVORO IN SICILIA. GIUDIZIO NEGATIVO SU ITALIA LAVORO

L’affermazione di alcuni parlamentari regionali che senza affidamenti diretti a società esterne all’Amministrazione regionale non si potevano erogare le politiche attive del lavoro connesse al Piano Giovani è falsa e priva di fondamento.

Con queste parole, contenute in una dettagliata lettera, Antonino Spartà, ex sportellista, dimostra come la presenza di interessi poco chiari nella vicenda che ha portato al blocco dell’avviso sui tirocini formativi e alle dimissioni dell’ormai ex dirigente generale, Anna Rosa Corsello.

Qual è il ruolo dell’assessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, in questa vicenda?

Per Spartà, l’assessore si è comportato come una sorta di ‘Schettino’ siciliano, portando alla deriva circa 1800 lavoratori.

Nella citata lettera, indirizzata al presidente della Commissione Cultura e Lavoro dell’Ars, Marcello Greco, ed ai suoi componenti, Spartà analizza con grandissima lucidità la storia delle politiche del lavoro in Sicilia degli ultimi 13 anni e svela l’approssimazione con la quale molti parlamentari regionali, componenti e non della Commissione Cultura e Lavoro dell’Ars, hanno affrontato un tema fondamentale per la Sicilia.

Duro il commento di Spartà sulla relazione presentata dal presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro, Paolo Emilio Reboani, che, con una ricostruzione parziale ed incompleta, ha volutamente ignorato chi – dal 2001 al 2014 – ha materialmente erogato sul campo le politiche attive del lavoro in Sicilia e cioè gli ex sportellisti.

Spartà ricorda come l’amministratore delegato di Italia Lavoro non ha speso “nessuna parola sulle varie collaborazioni instaurate, nel corso di questi tredici anni, tra Italia Lavoro e la rete degli sportelli multifunzionali”.

Altro che “conoscere per deliberare”, ironizza il lavoratore.

La frase infelice è proprio del presidente Reboani, allorquando, introducendo i contenuti della citata relazione ha criticato tutti coloro, tra i parlamentari presenti e non, che hanno attaccato l’affidamento diretto alla società per azioni di proprietà del ministero dell’Economia e delle Finanze e che opera come ente strumentale del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, alludendo al fatto che non conoscessero a fondo i contenuti e gli obiettivi della delibera assunta dal Governo regionale in sede di assegnazione di 5 milioni di euro.

La lettera ripercorre con spirito critico la storia del mercato del lavoro degli ultimi tredici anni in Sicilia.

La nota, ricca di contenuti e passaggi normativi, ripercorre l’excursus professionale dei circa 1800 lavoratori che hanno acquisito conoscenze e competenze attraverso percorsi di riqualificazione, con l’utilizzo di risorse pubbliche, e l’attività lavorativa esercitata presso i Centri per l’Impiego.

Tutto ha inizio a partire dal 1997. Con l’istituzione dei Centri per l’Impiego la Regione siciliana ha riqualificato parte dei lavoratori che operavano negli enti di formazione professionale con lo scopo di affiancarli ai dipendenti dei Centri per l’Impiego (CpI). Con tale operazione la Regione siciliana ha strutturato personale qualificato presso gli uffici periferici del dipartimento Lavoro per l’erogazione dei servizi previsti dal decreto legislativo n.181 del 2 luglio 2000 e successivamente con il decreto legislativo n.297 del 19 dicembre 2002.

Con circolare n.2 del 26 aprile 2001, la Regione siciliana decide di creare la rete degli Sportelli multifunzionali a cui sono stati assegnati compiti di servizi formativi in materia di: accoglienza ed informazione, orientamento, consulenza, promozione e sostegno all’inserimento lavorativo, informazione e consulenza alle imprese.

Strutture, come ricorda Spartà nella citata lettera, che sono state finanziate con apposito capitolo del bilancio regionale fino al 2010, e con fondi comunitari fino al 2013, attraverso gli Avvidi pubblici n.1 e 2 del 2010 di durata triennale.

Con grande chiarezza il lavoratore ripercorre le tappe del processo di riqualificazione del personale ex sportellista che è costato ai vari Governi regionali succedutivi qualcosa come oltre 10 miliardi delle vecchie lire.

A cominciare dall’attività di orientamento svolta nel 2001 nel ambito del “Progetto In”.

L’ex sportellista ricorda come nel 2005 la Regione siciliana aveva avviato, in favore degli ex sportellisti, un percorso di riqualificazione denominato “Progetto In.La” che prevedeva, l’attivazione sul territorio di un sistema integrato di misure di politica attiva del lavoro e della formazione, finalizzati all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati nella Regione Sicilia.

E ancora il “Progetto A.L.Fa. – Armonizzare Lavoro e Famiglia” svolto tra il 2006 e il 2008, o il progetto “Spoils” che ha visto gli operatori degli Sportelli multifunzionali, insieme con i dipendenti dei Centri per l’Impiego, destinatari delle attività formative relative all’utilizzo del sistema informativo lavoro (Sil) attualmente in uso negli uffici periferici del dipartimento Lavoro della Regione siciliana.

Spartà lancia interrogativi pesanti come macigni.

“Perché questo assordante silenzio, perché ignorare 13 anni di storia dei servizi per l’impiego della Regione Sicilia in questa ricostruzione? Forse perché funzionale al progetto di estromettere chi è stato riqualificato dalla Regione siciliana, e ha sempre svolto queste funzioni, per far posto – nelle società di assistenza tecnica – a nuovi lavoratori, precari, vicini al potente di turno?”

E lo fa a ragion veduta, tanti, troppi, i lati oscuri di una vicenda, quella degli affidamenti diretti e della gestione delle risorse del Piano giovani, finita sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti e della magistratura civile e penale.

Di seguito, pubblichiamo il testo integrale della lettera di Antonino Spartà.

Lettera aperta ai componenti della V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell’Assemblea Regionale Siciliana – “Conoscere per deliberare”

Onorevole Presidente, Onorevoli Commissari,

nelle audizioni del 26 Agosto e del 3 Settembre – in riferimento alle problematiche del Piano Giovani – sono intervenuti nel dibattito vari soggetti istituzionali, ma nessun diritto di tribuna è stato concesso a chi è parte lesa dello scontro; a chi ha visto svanire la possibilità di acquisire competenze attraverso un periodo di tirocinio, o a chi ha visto svanire il progetto di vita che si era costruito in decenni di lavoro.

Io sono uno dei 1800 lavoratori degli sportelli multifunzionali, licenziato dall’ente con cui avevo un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, che questo governo ha sacrificato sull’altare di una presunta rivoluzione che ha messo sullo stesso piano carnefici e vittime, chi ha rubato e chi invece si reca – o si recava – ogni giorno a lavorare e ancora attende di ricevere la giusta e dovuta retribuzione.

Non voglio entrare nel dibattito feroce che ne è seguito e mi auguro che le responsabilità dei soggetti, a vario titolo coinvolti, saranno accertate in sede civile, penale, contabile.

E’ però necessario, ai fini di una ricostruzione storica e veritiera, avere il quadro di come, ad oggi, sono stati strutturati e gestiti i Servizi per l’Impiego in Sicilia, quadro che nel corso delle audizioni da qualcuno è stato solo accennato, mentre da altri è stato – per dolo o per ignoranza – volutamente taciuto.

“Conoscere per deliberare”, con questa citazione Presidente e Amministratore delegato di Italia Lavoro, Paolo Emilio Reboani, ha aperto la sua relazione, con una ricostruzione che però ha volutamente ignorato chi – dal 2001 al 2014 – ha materialmente erogato sul campo le politiche attive del lavoro nella Regione siciliana.

Nessuna parola, nessun cenno è stato fatto alle varie collaborazioni instaurate – nel corso di questi tredici anni – tra Italia Lavoro e la rete degli sportelli multifunzionali.

Come non ricordare l’attività di orientamento svolta nel 2001 nel ambito del “Progetto In”, o il “Progetto In.La” che prevedeva – nel 2005 – l’attivazione sul territorio di un sistema integrato di misure di politica attiva del lavoro e della formazione, finalizzati all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati nella Regione Sicilia.

E ancora il “Progetto A.L.Fa. – Armonizzare Lavoro e Famiglia” svolto tra il 2006 e il 2008, o il progetto “SPOILS” che ha visto gli operatori degli sportelli multifunzionali, insieme ai dipendenti dei Centri per l’Impiego, destinatari delle attività formative relative all’utilizzo del sistema informativo lavoro (SIL) attualmente in uso negli uffici periferici del dipartimento Lavoro della Regione siciliana.

E quante altre collaborazioni ho certamente dimenticato di elencare.

Perché questo assordante silenzio, perché ignorare 13 anni di storia dei servizi per l’impiego della Regione Sicilia in questa ricostruzione?

Forse perché funzionale al progetto di estromettere chi è stato riqualificato dalla Regione siciliana, e ha sempre svolto queste funzioni, per far posto – nelle società di assistenza tecnica – a nuovi lavoratori, precari, vicini al potente di turno?

“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, amava dire il Senatore Andreotti.

Ebbene sì, io penso male e non dimentico ad esempio che, in occasione del progetto “Welfare to Work”, NOI facevamo il lavoro e “alliccavamo” la sarda (personalmente sono ancora in credito di cinque stipendi), mentre a Voi onori e “picciuli”.

E questi silenzi hanno trovato sponda fertile nell’assessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, che ha dimostrato in questa, come in altre occasioni, di non sapere nulla del funzionamento dei Servizi per l’Impiego della Sicilia.

Resterà negli annali lo scontro avuto con l’onorevole Antonello Cracolici, parlamentare del Pd all’Ars, in occasione della audizione del 26 Agosto scorso.

Alla domanda “chi pagherà il servizio che erogheranno le agenzie del lavoro private accreditate nella Regione siciliana”, un incerto assessore ha risposto “probabilmente saranno le stesse aziende a pagare per il servizio ottenuto, il mercato ….”, dimostrando di non avere nessuna contezza del sistema pubblico di finanziamento – nazionale e comunitario – dei Servizi pubblici per l’Impiego.

Così come la precisazione fatta, sempre dall’onorevole Antonello Cracolici, che la cooperazione tra soggetti pubblici (CpI) e privati (sportelli multifunzionali) per l’espletamento dei Servizi per il Lavoro in Sicilia – il famoso sistema misto – è stata introdotta nel 2001 ed è stata operativa fino a settembre 2013.

Data in cui questo Governo ha deciso di porre fine a quest’esperienza.

Infatti, dal 1997, a seguito dell’istituzione dei Centri per l’Impiego e, fino ai primi anni del duemila, la Regione ha riqualificato parte dei lavoratori che operavano negli enti di formazione professionale con lo scopo di affiancarli ai dipendenti dei Centri per l’Impiego (CpI), privi delle necessarie competenze, per l’erogazione dei servizi previsti dal decreto legislativo n.181 del 2 luglio 2000 e successivamente con il decreto legislativo n.297 del 19 dicembre 2002.

Servizi che devono obbligatoriamente essere svolti a favore dei lavoratori disoccupati che presentano ai CPI la dichiarazione di disponibilità all’avviamento al lavoro.

L’assessorato regionale al Lavoro con circolare n.2 del 26 aprile 2001 ha posto in essere gli Sportelli multifunzionali a cui sono stati assegnati compiti di servizi formativi in materia di: accoglienza ed informazione, orientamento, consulenza, promozione e sostegno all’inserimento lavorativo, informazione e consulenza alle imprese.

Strutture che sono state finanziate con apposito capitolo del bilancio regionale fino al 2010, e con fondi comunitari fino al 2013.

Gli Sportelli Multifunzionali quindi, in Sicilia, operano all’interno dei Centri per l’Impiego addirittura prima dell’entrata in vigore del citato decreto legislativo n.297/02 che ha riformato le politiche per la verifica dello stato di disoccupazione dei cittadini e i servizi collegati, per una più efficace politica attiva del lavoro.

Per questa ragione l’affermazione fatta da vari soggetti auditi in Commissione Cultura e Lavoro dell’Assemblea regionale siciliana, che “non si potevano erogare le politiche attive del lavoro connesse al Piano Giovani senza fare affidamenti esterni” è assolutamente falsa e priva di fondamento.

Nell’ambito dei tirocini voglio, infatti, ricordare che gli Sportelli multifunzionali hanno sempre svolto tutte le attività previste: dalla ricerca delle aziende, alla stesura dei progetti formativi, per finire con l’attività di tutoring durante lo svolgimento del percorso.

Chi ha taciuto lo ha fatto per il proprio tornaconto.

Infine, nel corso dell’audizione l’assessore Bruno ha più volte fatto riferimento alle nascenti agenzie per i Servizi per il Lavoro, il cui accreditamento è stato oggetto della delibera di Giunta n. 234 dell’11 agosto 2014, come una sorta di scialuppa di salvataggio per i lavoratori del comparto.

Niente di più falso.

Viene ampliata la platea dei soggetti che possono accreditarsi e al contempo nessuna clausola di salvaguardia forte viene prevista per chi quei compiti li ha svolti per un decennio, precarizzando ulteriormente il loro rapporto di lavoro.

Inoltre, i requisiti previsti per le figure professionali non tengono assolutamente conto dei processi di riqualificazione degli operatori fatti negli anni dalla Regione Siciliana e con soldi pubblici.

Altro che scialuppa di salvataggio!

Senza una forte rivisitazione di queste regole volute da questo Governo il nuovo sistema regionale dei Servizi per il Lavoro sarà ricordato come la “Costa Concordia” del settore, e l’assessore Bruno come lo “Schettino” che ha condotto al naufragio 1800 famiglie.

Voglio concludere citando Aldo Moro: “Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi.”

Nella speranza di aver dato un contributo di conoscenza che possa essere di ausilio a questa Commissione, porgo cordiali saluti.


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