Il liotro per qualche minuto si è illuminato di arancione nell'ambito dell'evento lanciato dall'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. «Quello che si vuole dare è un messaggio di inclusione - ha affermato la referente Cecilia Cristaldi - La multiculturalità e le differenze rappresentano una ricchezza e non un limite, e questa città lo sa perché è terra di accoglienza»
Flash mob contro il razzismo in piazza Duomo Catania aderisce alla campagna dell’Unar
Il liotro illuminato con una luce arancione. È l’iniziativa che Catania ha realizzato per aderire alla undicesima edizione della settimana di azione contro il razzismo. La campagna di sensibilizzazione è organizzata dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali in collaborazione con il dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri. Il simbolo della città è diventato per qualche minuto arancione al culmine dell’evento che si è svolto sotto la pioggia battente. Alle 18.30, dopo tre colpi di gong, i partecipanti hanno lasciato volare dei palloncini, anche questi arancioni.
Alla manifestazione hanno preso parte il sindaco Enzo Bianco con il prefetto Maria Guia Federico, Cecilia Cristaldi dell’Unar, il presidente della Comunità islamica di Sicilia Keit Abdelhafid, gli assessori Valentina Scialfa e Orazio Licandro, il consigliere aggiunto Amal Thissera.
«Questa manifestazione – ha affermato Bianco – è ulteriore segnale da parte della nostra città dell’accoglienza, che si batte ogni discriminazione promuovendo l’uguaglianza e la pari dignità. Tutti sanno come Catania si è prodigata per accogliere i disperati che hanno attraversato il Mediterraneo sfuggendo a guerre e fame». Il primo cittadino ha anche fatto riferimento alla sepoltura dei 17 migranti morti nel maggio dello scorso anno e all’approvazione del registro delle unioni civili e quello dei catanesi per nascita, così come l’elezione del consigliere aggiunto.
«Quello che si vuole dare è un messaggio di inclusione – ha sottolineato Cecilia Cristaldi – La multiculturalità e le differenze rappresentano una ricchezza e non un limite, e questa città lo sa perché è terra di accoglienza».