L'associazione di promozione sociale critica aspramente l'esclusione delle donne dalla società che gestisce lo scalo palermitano. «L’assetto così formato per altro è gravemente in contrasto con la legge secondo cui il genere meno rappresentato debba ottenere almeno un terzo dei propri componenti, pena, la decadenza degli organi medesimi»
Fiori di Acciaio sull’assetto amministrativo Gesap «Scelta contro le donne. E il rispetto delle norme?»
Cinque uomini su cinque in Cda e cinque uomini su cinque nel Collegio Sindacale di Gesap. E’ questo il dato che emerge. L’associazione di promozione sociale Fiori di Acciaio, non ci sta. Non accetta l’esclusione delle donne, dall’assetto amministrativo della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto di Palermo. «E’ stato nominato un nuovo amministratore delegato, proposto dalla Provincia e condiviso dal Comune di Palermo – si legge in una nota -. Si chiama Giuseppe Mistretta, 52 anni, già consigliere e presidente della Società, già vicepresidente dell’Orchestra sinfonica siciliana nonché vice presidente della federazione siciliana delle banche di credito cooperativo. A seguito della nomina, pertanto, questi risultano essere i componenti degli organi rappresentativi: il presidente Fabio Giambrone, il vicepresidente Giuseppe Todaro, i consiglieri Giovanni Scalia e Giorgio Di Marco, per il Consiglio di Amministrazione, e il presidente Aniello Castiello, i sindaci (effettivi e supplenti) Paolo Ancona, Calogero Guagliano, Andrea Bonelli, Carlo Catalano, Fabrizio Di Costanzo, Pierluigi Gallina, per il collegio sindacale».
L’associazione mette in evidenza anche le dichiarazioni del sindaco di Palermo Leoluca Orlando a seguito della nomina: «La designazione di Giuseppe Mistrettacostituisce un tassello importante per rafforzare la governance della Gesap».
«Effettivamente – continua la nota dell’associazione – è stato molto importante aver completato il processo di nomina non solo per la città di Palermo, ma anche per il resto dell’isola e per il territorio nazionale, essendo l’aeroporto palermitano il collegamento privilegiato tra la Sicilia ed il continente. Peccato che l’assetto così formato sia gravemente in contrasto con l’ordinamento nazionale e regionale e in particolare con i più basilari principi di parità uomo-donna. Cinque uomini su cinque in CdA e cinque uomini su cinque nel Collegio Sindacale di GESAP, evidentemente, per gli amministratori del Comune e della Provincia di Palermo, sono lo specchio di un accettabile modello di governance “moderno” ed europeo. Un modello così tanto evoluto e civile da essere in lampante violazione della normativa di cui alla legge 120/2011».
La normativa prevede infatti che negli organi amministrativi e sindacali delle Società Partecipate, come la Gesap, il genere meno rappresentato debba ottenere almeno un terzo dei propri componenti, pena, ai sensi del D.P.R. 251/2012, la decadenza degli organi medesimi.
«Come se non bastassero le numerose violazioni della legge, preoccupante è anche la totale incoerenza politica delle amministrazioni coinvolte. Infatti – cosa davvero sconcertante – il Comune di Palermo, Area della Gestione dei Servizi e delle Partecipazioni societarie, come da nota del 28 ottobre 2013, ha trasmesso a tutte le società partecipate la deliberazione del Consiglio Comunale (n. 334 del 7.ottobre 2013), con cui si è disposto perentoriamente il necessario adeguamento degli organi amministrativi e sindacali alla normativa nazionale (l. 120/11) e l’indispensabile variazione dei propri statuti ai sensi del D.P.R. 251/12. Cosa c’è infatti di più incoerente di un Sindaco, di una Giunta, di un Consiglio Comunale e di una Provincia che si impegnano a far rispettare le leggi sul proprio territorio e che, nei fatti, si trovano a nominare i componenti degli organi di un importante Ente in aperta violazione della legge nazionale? E come si può si può parlare di trasparenza, come sempre fa qualche sigla sindacale, e poi sostenere in questa occasione che non è questione di quote azzurre, rosa, fucsia o arcobaleno, ma che l’importante è vigilare sull’operato degli organi rappresentativi, quando il rispetto dell’equilibrio di genere è per legge la condizione essenziale per la nomina degli organi stessi?
Non è accettabile pensare – conclude l’associazione – che per gli amministratori di Palermo non esista una sola donna capace, professionale e meritevole di ricoprire un ruolo gestionale e di controllo, come non è accettabile credere che un consiglio di amministrazione e un collegio sindacale così tanto irrispettosi della legge possano mantenere, come se nulla fosse, nel silenzio generale, la loro illegittima governance. Che Gesap, se non vuole la decadenza dei propri organi, provveda immediatamente a rispettare la legge, insieme agli amministratori di Palermo che li hanno nominati».