Finanziaria, Ciaccio aggredito da Panepinto «Non vogliamo scuse, deve essere sospeso»

«Sono intervenuti i colleghi e i commessi, se no mi sarebbe saltato addosso». Il deputato del Movimento 5 stelle, Giorgio Ciaccio, sintetizza così l’aggressione che avrebbe subito la notte scorsa dal collega del Partito democratico Giovanni Panepinto. A fare andare su tutte le furie il vicecapogruppo all’Ars dei democratici sarebbe stata una frase scherzosa di Ciaccio, in merito alle dispute sugli emendamenti alla finanziaria. L’esame delle modifiche alla bozza presentata dall’assessore all’Economia Alessandro Baccei si è protratto, in commissione Bilancio, fino a questa mattina. Quando Ciaccio, però, aveva già lasciato la stanza in segno di protesta.

«Intorno a mezzanotte si è verificato qualcosa di inqualificabile – racconta il pentastellato a MeridioNews -. In un momento di pausa, insieme ad altri colleghi, si stava ironizzando proprio con Baccei sulla nevrosi che caratterizza molti alla ricerca di risorse da strappare per soddisfare le esigenze di singole zone. Una specie di questua – continua Ciaccio – che sembra l’unico modo per alcuni di fare politica, seguendo logiche campanilistiche imbarazzanti in un momento in cui di soldi e risorse praticamente non ce ne sono».

L’aggressione sarebbe avvenuta quando Panepinto non ha preso bene l’ironia di Ciaccio: «Il collega del Pd aveva chiamato Baccei da parte – prosegue – così ho detto all’assessore di chiamarmi qualora fossero rimasti dei soldi. A quel punto, Panepinto mi ha gridato “pidocchioso” e ha iniziato ad avvicinarsi, inveendo sempre di più». Il contatto fisico non si sarebbe avuto, per l’intervento di altri deputati: «Si sono messi in mezzo mentre io ero esterrefatto per la reazione – sottolinea Ciaccio -. Capisco che sono momenti di tensione, quelli dove si va a caccia di risorse ma questo è stato eccessivo. Panepinto, fingendo di allontanarsi, è salito sul tavolo prendendomi per il braccio».

Adesso il Movimento 5 stelle pretende la sospensione del vicecapogruppo Pd: «Se si è scusato? No, ma non voglio le sue scuse, voglio che venga sospeso come previsto dal regolamento. I questori presenti devono prendere atto di quanto accaduto. Perché sarebbe inaccettabile – conclude Ciaccio – che se non si indossa una cravatta si va incontro ad ammonimenti, e poi ci si può permettere di aggredire qualcuno in questo modo». 

Sulla discussione degli emendamenti, il deputato Cinquestelle è laconico: «Si sta parlando tanto di progetti e obiettivi facendo riferimento a risorse che al momento non ci sono. Sono emendamenti che si basano sulla convinzione che da Roma arriveranno altri 500 milioni di euro, soldi che però al momento non ci sono».

Dal canto suo, Panepinto ha parlato della riunione di commissione sul proprio profilo Facebook, senza tuttavia accennare al presunto scontro: «Ci sono volute ore per non fare aumentare i canoni irrigui a carico degli agricoltori per l’anno 2016. La fatica è stata grande per superare un muro di ipocrisia per garantire i lavoratori stagionali e fare approvare altre norme per mettere ordine dentro i consorzi di bonifica», ha scritto il deputato.


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A fare imbizzarrire il vicecapogruppo all'Ars del Partito democratico sarebbe stata una frase scherzosa pronunciata dal deputato del Movimento 5 stelle. Secondo cui, l'esame degli emendamenti in commissione Bilancio si è trasformata in una «questua» per soddisfare gli appetiti di singoli territori. Decisivo l'intervento dei commessi

A fare imbizzarrire il vicecapogruppo all'Ars del Partito democratico sarebbe stata una frase scherzosa pronunciata dal deputato del Movimento 5 stelle. Secondo cui, l'esame degli emendamenti in commissione Bilancio si è trasformata in una «questua» per soddisfare gli appetiti di singoli territori. Decisivo l'intervento dei commessi

A fare imbizzarrire il vicecapogruppo all'Ars del Partito democratico sarebbe stata una frase scherzosa pronunciata dal deputato del Movimento 5 stelle. Secondo cui, l'esame degli emendamenti in commissione Bilancio si è trasformata in una «questua» per soddisfare gli appetiti di singoli territori. Decisivo l'intervento dei commessi

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