Ha preso il via il terzo giorno di votazione a Sala d’Ercole della Finanziaria 2025. Come già anticipato ieri, il ritmo è molto lento. Nonostante la necessità di approvare la Finanziaria entro il 20 dicembre. Una gara tra la lumaca e la tartaruga. Su una strada tutta in salita. Costellata di tensioni, incidenti di percorso […]
Terzo giorno per la Finanziaria 2025, si torna in aula: la seduta articolo per articolo
Ha preso il via il terzo giorno di votazione a Sala d’Ercole della Finanziaria 2025. Come già anticipato ieri, il ritmo è molto lento. Nonostante la necessità di approvare la Finanziaria entro il 20 dicembre. Una gara tra la lumaca e la tartaruga. Su una strada tutta in salita. Costellata di tensioni, incidenti di percorso e franchi tiratori. Per ora, sui 134 articoli, ne sono stati approvati solo cinque. Si tratta dell’articolo 1 (incentivi a sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato), il 2 (incentivi a sostegno delle assunzioni connesse a progetti di investimento iniziale), il 3 (south working), il 13 (settore forestale), e il 14 (istituzione della cabina di regia regionale per le specie esotiche invasive).
La tensione è palpabile. Quanto successo con la manovra quater potrebbe, nuovamente, diventare realtà. Il voto segreto incombe. Anche grazie a un’inedita alleanza d’Aula composta da FdI-Mpa con PD-M5S-Controcorrente. Che anche oggi potrebbe mandare sotto il Governo.
Gli ordinamentali
Come già indicato ieri, sarebbe stato raggiunto l’accordo sugli articoli ordinamentali. La proposta dell’assessore all’Economia Alessandro Dagnino sarebbe quella di mettere in piedi un collegato. Che sarà successivamente votato in aula nel mese di gennaio. Si procederà dunque verso lo stralcio degli articoli che non sono di spesa. Per quelli, invece, di spesa di carattere generale si profila la scelta di un maxi emendamento. Un artificio per provare a effettuare uno snellimento. E trovare un accordo tra maggioranza e opposizione in tempi e modi brevi.
Si comincia con gli articoli 20 e 23

Il sipario in aula si alza con l’articolo 20. Subito accantonato. Ora si sta procedendo con l’articolo 23 quello concernente il fondo per la risoluzione dei contenziosi mediante transazioni. I primi dubbi arrivano da Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord. « Il parlamento non ha competenza in materia e già in commissione Bilancio ho chiesto l’istituzione di un fondo apposito» dichiara. E apre la polemica con l’assessore Dagnino: «Assessore lei, se continua così, non arriverà a gennaio, perché dovrebbe evitare quello che si è verificato in commissione. Ogni norma stralciata dal governo è una sua delegittimazione che ha dato il parere favorevole in Commissione. Il lavoro svolto viene mortificato per inadeguatezza politica. Non motivi il suo no sul piano tecnico-finanziario. Non si permetta».
A riprova dell’asse cui si accennava prima, arriva la richiesta di chiarimenti anche dal Mpa. Nello specifico da Roberto De Mauro che rilancia; «Se l’assessore dice no, vuol dire che ci sono delle specificità. Può dire alla luce del sole di cosa si tratta?». L’assessore Dagnino, dopo aver risposto a Cateno De Luca, e accolto le proposte di modifiche proposte dal deputato del Partito Democratico Mario Giambona, ha deciso di rimandare il testo agli uffici per la riscrittura.
L’aula deserta e gli articoli 24 e 21. Arriva la sospensione
Approvato l’articolo 24 in materia di rientri del Fondo Sicilia. Si passa ora all’articolo 21 e parte di nuovo la polemica. Le opposizioni chiedono la sospensione della seduta. È lamentato il ping pong tra i diversi articoli. Mancano quasi tutti i deputati di maggioranza, buona parte degli assessori e il Presidente Schifani. La sospensione non è accettata dalla presidenza e si procede, questa volta spediti, all’approvazione di alcuni soppressivi.
Il deputato Giorgio Assenza fa proprie le istanze dell’opposizione e richiama i suoi colleghi della maggioranza. Lamentando la loro assenza. Ha poi preso la parola, di nuovo, De Luca. Apostrofando direttamente l’assessore Sammartino definendolo un mercante. E puntualizzando che «oramai il dado è tratto» e che la latitanza della maggioranza impone una sospensione, solidarizzando con Assenza. Il presidente informa che la seduta è sospesa.